18. Un ragazzo così non ha bisogno di fare certe cose.

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Giorgia non era una tipa che mollava e, come Eva aveva previsto, qualche giorno dopo il rifiuto che aveva ricevuto dall'amica, era tornata alla carica e l' aveva nuovamente invitata ad uscire con lei e la sua nuova fiamma. Non  le serviva una spalla, stavolta; era genuinamente interessata a fare conoscere il ragazzo all'amica.
Eva non aveva potuto tirarsi indietro, era uno di quei venerdì, infatti, che non doveva lavorare al ristorante, e come se non bastasse Marta era in caserma e non aveva potuto usare neanche lei come scusa.
L'entusiasmo di Giorgia, però, aveva raggiunto  livelli inediti e addirittura stava infastidendo Romina, di solito molto paziente quando si trattava di questioni di cuore, che più di una volta aveva roteato platealmente gli occhi mentre l'ascoltava parlare.
Le tre ragazze erano infatti nella camera di Eva, che stava finendo di truccarsi per uscire, e Giorgia non aveva fatto altro che parlare del suo nuovo ragazzo, o come lo chiamava lei Lucas, perché diceva che assomigliava al personaggio di una serie TV, One Three Hill, che sua sorella, di parecchi anni più grande la costringeva a guardare quando era piccola.
Talmente presa dall'euforia, la ragazza si era dimenticata di dire quale fosse il vero nome del ragazzo alle amiche, che a loro volta, stordite dalle chiacchere, si erano dimenticate di chiederlo.
«Perchè non vieni con noi?» stava chiedendo adesso Giorgia a Romina.
Entrambe le ragazze erano sedute sul letto di Eva, anche se su lati opposti.
«Andiamo a mangiare sushi. Ci saranno anche un'altra coppia di amici.»
«Aspetto qualcuno.»
«Ho capito,» disse Giorgia allusiva «hai casa libera e hai invitato un ragazzo!»
«Non ti entusiasmare, si tratta di un paio di colleghe, vengono a casa e poi andiamo a bere qualcosa, Eva sarebbe venuta con noi se non fosse stata impegnata con te. E poi se voglio invitare un ragazzo, non c'è bisogno che abbia casa libera.»
«Confermo.» intervenne Eva.
«Ehi, così sembra che ci sia un via vai in camera mia,» protestò Romina «ti ricordo, inoltre, che ultimamente non sono io quella che invita le persone a dormire.»
Eva rispose con una linguaccia.
«Uh sta parlando di Marta, vero? Dorme qui o dormite da lei? Lo avete fatto? Anche se mi sono sempre chiesta come funzioni la cosa. Tra due donne intendo.»
Giorgia aveva riversato la sua logorrea su Eva, la quale adesso era arrossita. Il sesso non era un argomento che era solita affrontare con la collega, ed era stata presa alla sprovvista. Soprattutto perché non aveva molto da raccontare.
Romina intuendo che quello dell'amica più che imbarazzo era disagio, le venne in aiuto.
«Giorgia,» disse «mi spiace dirtelo, ma se non sai come lo fanno due donne, vuole dire che per tutto questo tempo hai usato la vagina in maniera sbagliata.»
Fu il turno di Giorgia di arrossire e Eva fu certa che non aveva mai voluto così bene alla sua migliore amica.

Il tragitto verso il ristorante dove il ragazzo di Giorgia aveva prenotato, fu più breve del previsto, grazie anche al tram che si era fermato praticamente a neanche una cinquantina di metri, e le ragazze furono perciò le prime ad arrivare.
«Siamo io, tu, Lucas e un suo amico con la morosa. All'inizio mi aveva proposto di portare un amico per te, ma io gli ho detto che eri impegnata, anche se, tranquilla, non ho detto che stai con una ragazza. Non so come la pensi sul fatto di dirlo in giro.»
Eva fece spallucce. In realtà non aveva problemi a dichiarare il suo orientamento sessuale a degli estranei.
«Tranquilla, Giò, l'importante è che non lo dici ai miei.»
Giorgia rise.
«Ho visto solo una volta tua madre, ma mi sembra una tipa a posto. Ad ogni modo, spero sia meglio della mia. È così chiusa a volte, a mia sorella faceva storie per come si vestiva e ci vietava di uscire con i ragazzi al liceo. Non che sia servito. Ce la filavamo di nascosto, ma, non ho idea come avrebbe reagito se una delle due fosse stata gay.»
«Magari il suo problema sono gli uomini, e forse ne sarebbe contenta.» scherzò Eva.
Giorgia emise un piccolo sbuffo.
«Figurati! Quella vive nel medioevo, quindi ho deciso che non gli parlerò di nessun ragazzo fino al giorno prima di un eventuale matrimonio.»
Poi, aggiunse ridendo:
«Non che il matrimonio con Michele o nessun altro sia nei miei programmi prossimi.»
Il nome pronunciato con noncuranza dalla ragazza, fu come uno schiaffo in faccia per Eva, la quale, finalmente, si rese conto, che per tutto il tempo che la collega aveva blaterato a casa sua non aveva fatto nemmeno una volta il nome effettivo del suo spasimante e lei era stata cretina da non chiederglielo.
Eppure, le probabilità che fosse lo stesso Michele erano alte. La collega stessa lo aveva nominato la sera di halloween, segno che era nella sua cerchia di conoscenze.
«Come hai detto che si chiama?» domandò, ancora incredula che il destino le avesse giocato quel tiro mancino.
Giorgia non rispose, però;  era impegnata a sbracciarsi verso il trio che avanzava verso di loro.
Eccolo lì, Michele, seguito da un ragazzo e una ragazza che camminavano tenendosi per mano.
A differenza di come era accaduto dal loro ultimo incontro, il ragazzo non sembrava per nulla scosso di vederla lì accanto a Giorgia, e questo le suggerì che a differenza sua, Michele era preparato. Con un sorriso affabile e sicuro, allungò la mano e disse:
«Tu devi essere Eva è un piacere conoscerti.»

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