3. Basterà fare molto rumore quando rientri

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Sandra scoppiò a ridere nel bel mezzo del reparto vini del supermercato, dove con Marta stavano facendo la spesa, attirando, così, l'attenzione dei presenti, tra cui una signora piuttosto avanti con l'età che, forse scandalizzata da una tale manifestazione di ilarità, rimase, basita, per qualche secondo di troppo con una bottiglia di rosso sospesa a mezz'aria sul carrello.
«Grazie, per aver messo il coltello nella piaga, dico sul serio Sandra.» si lamentò Marta.

La storia con Luisa era finita ormai da qualche giorno, ma Marta soltanto quel pomeriggio, era riuscita a parlarne con la sua migliore amica. Sandra, infatti, aveva invitato gli amici a cena nella casa dove era andata a vivere oramai da qualche mese con Ilaria, la sua compagna. Le due donne si erano divise le cose da fare per quella serata inaugurale, mentre la compagna si occupava del cibo, Sandra, che, al contrario, in cucina faceva solo danni, avrebbe provveduto a comprare da bere. Aveva deciso, quindi, di portarsi dietro Marta, forse per pigrizia nei confronti del compito assegnatole e forse per avere l'amica una mezz'oretta tutta per sé.
Marta, però, data la reazione sguaiata dell'amica, si era pentita di aver scelto quel momento per aggiornarla sul suo ritrovato status di single.

«Scusa, scusa, scusa!» esclamò Sandra tornando a spingere il carrello. Non aveva smesso di ridacchiare, però. «Perdonami, Marta, ma non mi aspettavo che fosse addirittura sposata. Ma ammetto che la cosa non mi sorprende.»
«Che intendi dire? »
Marta si mise sulla difensiva; aveva, infatti, la sensazione che stesse per sentire qualcosa che non le avrebbe fatto piacere.
«Voglio dire che se frequenti le etero c'è questo rischio.»
«Ancora con 'sta storia delle etero! Senti, a me non sembrano molto etero se sono disposte a infilare le dita nella...»

Si interruppe. Erano ormai al reparto degli snack e due ragazzini si erano fermati a neanche un metro di distanza, intenti a scegliere, come stavano facendo loro, delle patatine.
Sandra incrociò le braccia e guardando con serietà l'amica disse:
«Marta, se una persona si fa un giro sulle montagne russe una volta, non vuol dire che sia amante della velocità. Luisa ha voluto provare, punto.»

Marta faceva fatica a comprendere il rimprovero dell'amica. Sandra le stava parlando come se avesse puntato Luisa dall'altro lato del bancone di un bar, si fosse avvicinata e le avesse detto "prendi la mia mano e vieni con me", come nella canzone dei Jet; ma Marta l'aveva conosciuta in locale decisamente queer, visto il tipo di clientela che ci bazzicava, ed era stata proprio Luisa a fare la prima mossa con modi sfacciatamente provocanti. Si era, quindi, basata su indizi che chiunque avrebbe ritenuto inequivocabili. Come poteva immaginare che Luisa fosse sposata con un uomo mentre le strusciava il culo addosso?
«Ti stai dimenticando dove l'ho conosciuta.»
«Ancora una volta, se vai al parco divertimenti una volta non vuol dire che ti piacciono le giostre che ci sono dentro.»
«La smetti con queste cazzo di metafore?» esclamò Marta, spazientita.

Gettò nel carrello un paio di tubi di patatine e diede le spalle all'amica.
«Ok, parlerò chiaro,» continuò Sandra afferrandola per un braccio «ma tu stammi a sentire.»
«Ok, sentiamo.»
«Marta, cadi sempre nello stesso schema, incontri una che ti piace, ti affezioni in fretta e puntualmente, si rivela essere una etero confusa, una stronza emotivamente non disponibile o entrambe le cose.»
«Non è vero... » protestò Marta senza molta convinzione.
«Vuoi che ti faccia l'elenco? Serena, etero fino al giorno prima di incontrarti, che ha ricominciato ad esserlo il giorno dopo che ti ha lasciato, quando è tornata, più veloce di uno schiocco di dita, con il suo ex; Camilla, nome del cazzo se me lo chiedi, la quale si faceva viva solo il sabato sera e il cui saffismo andava in un'unica direzione, e non c'è bisogno che ti spieghi cosa intendo, dopo tre settimane è sparita nel nulla; Alessia, l'unica lesbica dichiarata della lista che però era una sociopatica; e, adesso, Luisa, la novella sposa. Mi ricordo dove l'hai conosciuta, ma mi ricordo anche di averle sentito dire che era lì perché la sua amica voleva un addio al nubilato alternativo. Inoltre, per tutto il tempo che vi siete frequentate sei dovuta stare ai suoi comodi, e adesso capisco il perché.»

Nelle mie bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora