6. Una cosa per volta

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Eva viveva in Spagna da ormai sette mesi mesi quando aveva incontrato Ana Lucia.
Per assecondare un urgente voglia di indipendenza, la ragazza si era trasferita dalla Catalogna, dove viveva con la nonna e la madre, a Valencia per raggiungere il suo ragazzo che, però, l'aveva lasciata appena una settimana dopo il suo arrivo.
Nonostante la sua brutta esperienza amorosa, la sua voglia di avventure era rimasta integra e la ragazza aveva deciso di restare. Ad attenderla a casa, inoltre, c'erano una mamma e una nonna, protettive fino allo sfinimento, e che sicuramente l'avrebbero accolta con un cartello con su scritto "te l'avevo detto" a caratteri cubitali.
Ana Lucia aveva raccontato tutto questo ad Eva, il giorno che le due si erano ritrovate a fare lo stesso turno alla tavola calda dove lavoravano e dove la ragazza,assunta da poco, di solito copriva il servizio serale. Quel giorno, però, aveva accettato per fare un favore ad un collega di fare un cambio turno.

Prima di allora, Eva aveva sempre e solo incrociato la nuova collega; di solito mentre lei andava via dal lavoro, l'altra arrivava, e addirittura, aveva scambiato con lei, sì e no, una decina di parole in tutto;  ma nonostante ciò, non le era sfuggito il suo fascino. Lavorare fianco a fianco con lei, invece, era stato  alquanto rivelatore perché da quel momento in poi Eva non era riuscita più a togliersela dalla testa.
All'inizio aveva pensato che si trattasse di sana invidia: Ana Lucìa aveva temperamento orientato alla socialità e, soprattutto, possedeva una bellezza non artefatta, capace di attirare l'attenzione di tutti, indistintamente. Quale ragazza, quindi, non avrebbe voluto trovarsi nei suoi panni? Presto, però, Eva aveva realizzato che in mezzo a quel sentimento c'era il semino di qualcosa di nuovo che stava mettendo radici e che poco c'entrava con l'ammirazione per una ragazza oggettivamente attraente, ma piuttosto aveva a che fare con il desiderio pressante di trovarsi entrambe entro i confini dello stesso spazio. A Eva Ana Lucia mancava, ma non come le mancavano le amiche: non aveva mai inalato profondamente il profumo delle amiche quando le passavano accanto, non aveva mai sorriso stupidamente vedendole arrivare e non aveva mai desiderato passare la mano tra i loro capelli mentre le ascoltava parlare. 
Aveva realizzato così che, ahimé, si era presa una cotta per una ragazza. Quello che non si era aspettata, però, era di essere ricambiata. Ana Lucia, infatti, nel racconto che aveva fatto a Eva il primo giorno che avevano lavorato assieme, aveva cambiato un piccolo dettaglio. Non era, infatti, un fidanzato che doveva raggiungere a Valencia, ma una fidanzata. Ana Lucia aveva confessato questa piccola bugia a Eva la prima volta che l'aveva baciata, sulla spiaggia.

Ana Lucia, però, era una di quelle anime che non possono stare ferme nello stesso posto troppo a lungo e presto era andata via. Ad Eva, insieme al il ricordo dolceamaro del tempo passato assieme, era rimasta la consapevolezza della sua nuova identità, di cui però prima poi avrebbe dovuto dare conto alle persone che amava.

Da quando era tornata in Italia, Eva aveva cercato di raccontare a Romina di Ana Lucia e della sua attuale cotta per Marta. Sentiva, infatti, l'esigenza di essere sincera con la persona che più di tutte la conosceva, eppure, ogni volta, le parole le si bloccavano in gola.
Romina, da parte sua, sembrava ormai avere intuito l'interesse della sua coinquilina per la ragazza del terzo piano. Era, infatti, da quando aveva trovato Marta nel loro appartamento, che trovava il modo di infilarla in qualsiasi conversazione, in una maniera che Eva reputava troppo  maldestra per essere casuale.

A una settimana dalla cena che aveva avuto con Marta, Eva decise che quella sera, appena rientrata, avrebbe parlato con Romina a qualsiasi costo.
Dopo un paio di ore passate alla biblioteca dell'università a dare ripetizioni di spagnolo a un ragazzo che, a giudicare dai congiuntivi, aveva bisogno di ripetizioni anche di lingua italiana, Eva si trovava alla fermata del tram che l'avrebbe riportata a casa. Mentre attendeva, aveva notato sotto la pensilina opposta a quella dove si trovava lei due ragazze tenersi per mano. Era stato allora che aveva deciso si sarebbe aperta con la sua migliore amica. Lo doveva anche a  sé stessa.

Nelle mie bracciaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora