Dopo non so quante ore d'aereo arrivai a destinazione.
New York era enorme, non sapevo dove andare, così decisi di chiamare Michael.
Presi il telefono dalla tasca posteriore dei jeans e composi il suo numero, ormai imparato a memoria, per poi premere il tastino con scritto "chiama."
Rispose dopo pochi secondi, e sentii la sua voce tranquillla e il respiro abbastanza regolare."Pronto?"
"Mikey, sono Luke."
"Lukey, dove sei?"
"A New York, in aeroporto, non so dove andare."
Lui ridacchiò, per poi mormorare:
"Sto arrivando piccino."
Sorrisi e attaccai la chiamata, per poi dirigermi verso una panchina, in un angolo dell'aeroporto.
Appoggiai la valigia per terra e presi di nuovo il telefono, iniziando a leggere per l'ennesima volta la conversazione con il ragazzo dai capelli tinti.Dopo un oretta buona, vidi la sagoma della persona che aspettavo, all'entrata dell'aeroporto. Mi cercava con lo sguardo, e a me, risultava girato di spalle, così mi alzai e mi avvicinai lentamente a lui, trainando silenziosamente la valigia. Lo abbracciai da dietro, posando le mie mani sulla sua pancia e la testa sulla sua spalla. Sussultò al mio tocco, ma poi si calmó, sentendomi. Posò le mani sulle mie, e girò lievemente il viso per guardami, con un sorriso dolce stampato sulle labbra.
"Lukey."
"Mikey."
"Andiamo a casa?"
"Andiamo a casa."
Sussurrammo tutto e ci staccammo, iniziando a camminare verso la macchina di Michael.
Restammo tutto il viaggio in silenzio, mentre ogni tanto i nostri sguardi si incontravano di sfuggita.
Arrivammo nella sua villa dopo circa un'ora, lo stesso tempo che impiegò lui per venire all'aeroporto."Porca troia, ma hai ville ovunque?"
Lui rise e mi prese per mano facendo intrecciare le nostre dita.
Sorrisi e afferrai il manico della mia valigia, che avevo appena tolto dal bagagliaio della rage rover di Michael.
Iniziai a trainarla verso casa del ragazzo, sentendo le nostre mani unite.
Sfilò la valigia dalla mia presa con la mano libera e la portò nella camera degli ospiti, un paio di stanze dopo la sua."Ho fame.."
Mugolai io, sentendo la pancia brontolare.
"Prima un bacio, poi puoi mangiarti pure un tavolo."
Ridacchiai e posai le mie labbra sulle sue, in un dolce e tenero bacio.
Lui ricambiò il bacio, posando una mano sul mio fianco."Andiamo a mangiare, piccino."
Mi trascinò in cucina.
Era enorme: tutte le pareti erano bianche, con un tavolo al centro di vetro nero e sei sedie di pelle tinta di bianco attorno.
Il divano, a un lato della stanza, era lo stesso di pelle nera, abbinato al tavolo.
Dalla parte opposta al divano, si trovava la cucina, tutta in legno bianco, tranne i manici che erano d'alluminio tinto di nero.
Era tutto abbinato in bianco e nero che la faceva risultare moderna ma con un tocco di classicità."Accomodati, fai come se fossi a casa tua."
Entrai nella splendida cucina e mi diressi verso il frigo, posizionato accanto ai fornelli.
"Sai cucinare?"
Mormorò lui, posando una mano sulla mia coscia, da dietro.
Schiusi le labbra a quel tocco e mormorai, tremando lievemente, un "no".
Lui annuì e sfilò la mano, per poi sedersi sul tavolo nero.
Presi del prosciutto e iniziai a cercare il pane, collocato accanto al microonde.
Tagliai un panino infilando il coltello nel pane e lo riempii di prosciutto, poi lo chiusi e lo addentai, danto un grande morso sotto il suo sguardo.
Lui sorrise guardandomi, e mi attirò a lui, allacciando le gambe al mio bacino.
Ero in piedi davanti al ragazzo, e lui seduto davanti a me, con le gambe attorno al mio corpo. Posò una mano fra i miei capelli e iniziò ad accarezzarli con dolcezza, aggiustando il ciuffo che si era spostato.
Finii il panino in fretta, neanche cinque minuti; evidentemente avevo molta fame."Come mai sei voluto venire da me?"
Sussurrò guardandomi negli occhi.
"Non posso stare senza te."
Sussurrai io, posando le mie labbra sulle sue, graffiandogli lievemente il labbro col mio piercing nero.
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SALVE AMORI♡
COME STATE?VI PIACE IL CAPITOLO?
SPERO DI SI.LA PROSSIMA VOLTA TORNERANNO, FOORSE.
VI LASCIO IL DUBBIO.
UN BACIONE☆
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Night ~ Muke Clemmings
Фанфик"Ci sono dei momenti in cui bisogna scappare, in altri rassegnarsi alla fine." Luke Robert Hemmings. Michael Gordon Clifford. Un odio trasformato in amore, fino alla fine.