Capitolo 25

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Vidi la mia villa a Miami completamente in fiamme.
Tutto era avvolto dal fuoco e bruciava.
Tutto.
Tutto distrutto.
Tutti i ricordi di quella casa andati persi.

L'unica cosa positiva che riuscì a pensare, era che io e Michael eravamo salvi, appena in tempo.

Il get partì prima che la bomba distrusse tutto.

"Michael dove andiamo?"

"In un posto dove non ci troveranno per un pò."

"E cioè?"

"Stiamo andando in Russia, Luke"

Rimasi in silenzio, appoggiando la mia nuca coperta dai capelli biondo oro allo schienale del sedile.
Dopo pochi secondi girai lo sguardo verso il mio ragazzo ma notai che si era addormento.
Il suo volto era contratto in un espressione di paura e timore, ma allo stesso tempo avvolto dalla stanchezza.

Le palpebre dei miei occhi si fecero sempre più pesanti, e cosi decisi di rilassarmi, almeno per poco, facendomi avvolgere dal sonno.

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Mi svegliai di colpo, dato che il get traballò un pò; probabilmente stavamo attraversando delle nuvole.
Mi voltai verso Michael, e lui dormiva ancora.
Il suo naso si arricciava ogni tanto ed emetteva dei piccoli versi mentre respirava, il suo volto era più rilassato, ed il mento era appoggiato sulla clavicola, che si alzava e abbassava abbastanza velocemente a causa del respiro.

Sorrisi a quella vista, cosi mi avvicinai al suo viso e posai le mie labbra sulla sua fronte, in un piccolo bacino dolce.

Mi staccai lentamente e guardai fuori dal finestrino tutto il panorama.

Si vedeva solamente un velo blu infinito, che copriva tutto l'orizzonte che riuscivo a vedere.
Ogni tanto c'erano delle nuvole che circondavano il get, ed esso ci passava in mezzo, facendoci traballare.
La sensazione era figa, ovviamente dopo lo spavento della prima volta.



Dopo un'oretta arrivammo a destinazione e dovetti svegliare Michael, nel migliore dei modi per non farlo spaventare.

Aprì il suoi occhioni verdi, e mi guardò, ancora carico di sonno.

"Mi dispiace averti svegliato ma siamo arrivati."

Mugolò qualcosa di incomprensibile e l'unica parola che riuscii a capire fu un piccolo "okay.".

Scaricammo le valigie e dopo essere saliti in una delle tante macchine di Michael, arrivammo nella sua casa.

Restammo tutto il viaggio in silenzio, fino ad entrare in casa.
Si sentivano solamente le ruote delle nostre valigie che giravano, e dei rumori che provenivano da degli insetti sparsi sul prato.

Michael corse verso la sua camera e mi indicò di seguirlo.
Così feci.
Entrai nella sua camera tutta bianca dove, al centro, si trovava un letto matrimoniale enorme.
Poggió la valigia accanto all'armadio e si sedette sul letto.
Io feci lo stesso e mi sedetti accanto a lui.

"Luke, forse è meglio se ci consegnamo."

"C-che?"

Voleva davvero consegnarsi?
Voleva davvero passare il resto della sua vita in carcere?

Lui annuì semplicemente.

"È meglio per tutti e due, in fondo ce lo meritiamo."

Aveva ragione.
Troppi omicidi.
Troppo sangue.
Troppo odio.
Troppo silenzio.


"Quando andiamo?"

"Anche domani."

"Va bene."

E lui sospirò, un sospiro triste, colmo di dolore e di rassegnazione, di odio e di preoccupazione.

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Ciao a tutti♡ Come state?

Ecco a voi il capitolo, un pò piccolo ma meglio di nulla dai.

Allora, la storia sta per finire mancano più o meno quattro/ cinque capitoli.

Vi devo ringraziare per le 3,8k di visualizzazioni, non me lo aspettavo e dio, grazie di cuore, vi amo♡

Night ~ Muke ClemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora