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Sii la donna
Che sognavi di essere
Quando eri bambina

NATALE

Non ho mai amato particolarmente il Natale,come non ho mai creduto in Babbo Natale.

Sapevo che non esisteva nessuna persona che viveva al polo nord e che portava ai bambini buoni i regali. E che in più era pure immortale.

Nah,impossibile.

Oggi sono qui,nel salotto di camera mia,con tutti i miei parenti. O almeno,con quelli che mi sono rimasti.

Mi destreggio tra sorrisi di circostanza e saluti di cortesia solo per fare buona impressione. Vorrei essere dappertutto tranne che qui,mi andrebbe bene anche stare con Elia piuttosto che sopportare questo macigno.

Gli invitati pian piano si duplicano,triplicano,quadruplicano eccetera eccetera. Mia madre non vedeva l'ora di rivedere la sua amata zietta. È l'unica che condivide i suoi stessi gusti.

«Iris. Da quanto tempo. Come stai? Ti vedo maturata»eccola che inizia ad attaccare. Mia cugina Selene è la più arrogante e cattiva tra tutti i miei parenti.

Mi mette sempre in brutta luce ricalcando i suoi progressi e le sue vincite,chiedendomi sempre puntualmente cosa io,invece,avessi fatto. E ogni volta non le rispondo perché io non faccio nulla di ciò che fa lei.

Mi giro verso di lei con un sorriso falsamente gentile che sa molto di perbenismo.
«Sto benone»prima che arrivassi te stavo meglio,ma non lo dico«E invece tu?»chiedo falsamente.

Gli occhi affilati e marcati da una scia di eyeliner la rendono più grande e sensuale. Il corpo è quello di una donna,con curve generose e prosperose. Il carattere è quello sicuro di chi ha un'autostima molto alta di se stessa ma anche arrogante di chi si crede superiore.

«Io benissimo cuginetta. Ci vediamo a cena,così chiacchieriamo con gli altri»si congeda così,girando i tacchi e sparendo dalla visuale con la stessa velocità con cui è comparsa.

«Forse volevi dire:ci vediamo dopo a cena che ti sputtano davanti a tutti gli altri parenti mettendo in risalto tutti ciò che ho fatto e ribadendo come ogni anno ciò che tu non hai fatto perché sei un essere inutile e infantile»borbotto a bassa voce con le mani strette in due pugni.

Davanti a me compare mia nonna da parte di mio padre. Lei è completamente spagnola e infatti ho imparato quella lingua solo per parlare con lei,e con il marito quando ancora c'era.
«Hola abuela Dolores(Hey nonna Dolores)»la saluto.

Il sorriso che compare sul suo volto non ha eguali. Le basta così poco per essere felice.
«Hola mi amor. Feliz navidad(Ciao amore mio. Buon natale»il suo saluto entusiasto mi risolleva il morale.

La abbraccio con tutto l'amore che provo per lei e quando ci stacchiamo la vedo che mi guarda con gli occhi pieni d'amore e affetto.
«y el novio?(E il fidanzato?)». È la stessa domanda che mi fa ogni anno da quando ne ho memoria.

Perfino quando avevo 8 anni me lo chiedeva.
«Abuela, sabes que no soy muy dado a pensar en estas cosas. ¿Y entonces qué ser humano querría a alguien como yo? En mi escuela todas son modelos.(Nonna, sai che non sono molto portato a pensare a queste cose. E poi quale essere umano vorrebbe una come me? Nella mia scuola tutte sono modelle)»ammetto.

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