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Le cose più complicate
Sono più difficili da
Conquistare.

UN COMPITO NON APPREZZATO

La mattina suona la sveglia e io mugugno.
Non ho voglia di alzarmi.
Il sole entra dalle finestre e mi fa strizzare gli occhi in cerca di sollievo.
La musica dagli anni novanta mi arriva dritto nelle orecchie.
È sparata a palla in tutta la casa.
Mi alzo controvoglia e vado di sotto.
I miei capelli in disordine mi coprono tutto il viso e le occhiaie mi solcano il viso.
La musica arriva dal telefono di mio padre e io mi ritrovo a premere le mani sulle orecchie e a dover urlare per parlare con lui.
Imbronciata vado in cucina e faccio colazione velocemente.
Quando passo davanti al salotto dedico a papà un'occhiataccia e salgo le scale.
Mi chiudo a chiavi in camera e mi do una sistemata con la spazzola.
Mi lavo i denti e mi cambio.
Mi passo velocemente la piastra e mi preparo lo zaino.

Prendo il telefono e scendo.
«Sei pronta?»chiede mio padre.
Annuisco e lo aspetto fuori.
Dopo alcuni minuti che mi sono sembrate ore,mio padre esce e ci avviamo verso la scuola con la macchina.
Il telefono di mio padre ha dato una tregua alle mie orecchie e qualche minuto dopo mi ritrovo davanti l'imponente edificio.
Scendo e mi dirigo verso il mio gruppetto di amici.
«Hey ragazzi»li saluto.
Chloe mi rivolge subito un sorriso caloroso.
Ryan è tornato quasi normale,a parte qualche livido.
Chiacchieriamo del più e del meno,quando la campanella suona.
Gli sbuffi sonori dei ragazzi sono molto rumorosi.
Entriamo e io,Chloe e John andiamo insieme.
Abbiamo l'ora insieme.
Quando arriviamo i ragazzi sono già tutti seduti,così a noi rimangono solo quelli davanti.
Io e Chloe ci mettiamo in banco insieme e John si siede con una tipa dai capelli rossi.
«Oggi vi assegnerò dei compiti da fare a coppie»dice la prof squadrandoci a uno a uno.
Gli alunni sono euforici e si sentono mormorii d'eccitazione,ma la professoressa si affretta subito a calmare gli animi.
«Le coppie le ho scelte io»dichiara,e tutta l'euforia si spegne in un secondo.
Adesso si sentono solo sbuffi.
«Adesso vi dirò le coppie e l'argomento che dovrete trattare,prendete appunti»ordina la professoressa.
Nomina alcuni alunni.
La maggior parte sbuffa,ma ci sono alcune eccezioni.
Chloe viene messa con la rossa di prima e John viene assegnato ad un certo...Mattheo.
Io sono l'ultima.
«Tu Iris»mi indica«dovrai lavorare con Elia e l'argomento che dovrete trattare sarà la fame nel mondo»indica Elia e poi si appunta qualcosa sul quadernino.
Ci guarda con aria scrupolosa.
«Potete iniziare già da adesso,ma vi darò solo questa lezione.Da domani in poi dovrete lavorare fuori scuola e riuscire ad organizzarvi».
La mia faccia sconvolta infastidisce la prof,ma non mi rimprovera.
Tutti si stanno muovendo verso i proprio compagni tranne noi.
Mi giro per guardarlo e vedo che già mi osserva.
Ci scambiamo un paio di sguardi omicidi e poi mi decido ad alzarmi.
Prendo il quaderno e gli vado incontro,mentre lui rimane stravaccato con le gambe aperte.
Prendo una sedia li vicino e mi metto davanti a lui.
La mia faccia spiega tutto perché vedo che sorride in modo strafottente.
Sbuffo e metto sul banco il quadernino.
«Allora»esordisco,con meno entusiasmo di quanto ne avrei voluto dimostrare.
Lui mi ferma subito.
«Se tu pensi che io lavori con te ti sei fatta l'idea sbagliata pupa».
A quel nomignolo inorridisco.
Chiudo gli occhi e poi li riapro.
«Stammi bene a sentire razza di scarafaggio,io non ho intenzione di prendere un brutto voto perché tu vuoi fare la parte dell'asociale»gli punto un dito contro e lui lo guarda«quindi ora faremo finta di sopportarci,finiremo questo compito del cavolo e poi torneremo ad ignorarci»finisco soddisfatta.
Lui mi guarda,un po' incavolato e un po' divertito.
Prendo un respiro profondo e riprovo.
«Come lo vogliamo organizzare il lavoro?»chiedo.
Lui fa spallucce totalmente disinteressato.
Sto iniziando a perdere le staffe.
«Bene,allora faremo un Power Point»decido,senza vedere se è d'accordo o no.
«Inizieremo con il parlare dove è più diffusa»,mi appunto la roba sul quadernino«e poi continueremo con varie cose».
Proprio in quel momento suona la campanella.
Io prendo il quadernino con gli appunti e scappo prendendo a braccetto Chloe.
Lei mi guarda confusa,ma non fa domande.
Lei alla fine si ferma e mi guarda.
«Da chi stai scappando?»chiede guardandosi intorno.
Io cerco di sfuggire alla domanda chiedendole chi ha ora,ma lei mi guarda con insistenza.
«Ok,va bene»sbuffo e incrocio le braccia,«da Elia»ammetto alla fine.
Lei mi guarda e scoppia a ridere.
«Perché ridi?»le chiedo stranita.
Lei finisce di ridere e mi risponde.
«La tua faccia mi ha fatto ridere»dice lei.
Io scrollo la testa e sorrido.
Andiamo insieme nella classe della seconda ora e ci assicuriamo di prendere i posti in fondo.
È ora di chimica,una delle materie che più odio.
La prof entra,con una crocchia sulla nuca e ci guarda sorridendo.
«Salve a tutti cari alunni»ci saluta,«oggi studieremo le molecole».
Bene.
La prof inizia spiegando che la molecola è un'entità elettricamente neutra composta da due o più atomi uniti da un legame covalente.
Già non l'ascolto più.
Il mio sguardo si immobilizza su una persona.
Elia.
Ha un caratteraccio ma è molto bello esteticamente.
E poi gli occhi...sono così rari.
Un colore mai visto prima.
Sembra che il verde e il blu cobalto dei suoi occhi si mischiano,anche se allo stesso tempo sembrano totalmente separati.
Sono ipnotici.
E poi i capelli sembrano così morbidi...oh mio dio,da quando sono così sdolcinata?
Riprendendomi dal trauma 'Elia' cerco di seguire la lezione,anche se sento costantemente i suoi occhi addosso.
È una sensazione strana,quasi fastidiosa.
Sbuffo e mi massaggio gli occhi.
Già non ce la faccio più.
Chloe,accanto a me,prende appunti e di tanto in tanto mi guarda con quel suo sorriso tipico.
Alla fine decido di prendere la penna e appuntarmi qualcosa.
Scrivo solo le parole chiavi,o più specificatamente ciò che riesco a capire di quello che sta dicendo la professoressa.
Mi sento confusa e frastornata,e non va bene.
Aspetto ansiosamente che finisca l'ora e quando suona la campanella tiro un sospiro di sollievo talmente rumoroso che forse mi ha sentito anche la professoressa,ma nessuno fa caso a me.
Piano piano i ragazzi escono dalla classe.
Io e Chloe non ci scomodiamo.
Mettiamo dentro la nostra roba con calma,ma quando sto per alzarmi Elia mi passa accanto buttando sul mio banco un foglietto.
È un pezzo di carta strappato dal foglio.
Lo prendo e lo guardo mentre lui se ne va con i suoi amici ridacchiando di qualche battuta fatta dal suo compagno.
Forse dovrei stargli lontana.

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