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Questo libro è dedicato
Alle persone che raccontano
Nel silenzio le proprie leggende.
Ma,soprattutto,a mia nonna,Mariarosa,
Che è volata in cielo e non ha potuto

Vedere questo libro prendere forma.
Perciò nonna,ovunque tu sia,ti
Voglio ricordare tra le pagine di questo
Libro

IL TRASLOCO

L'arietta fresca mi punge la pelle della faccia e le ombre delle chiome degli alberi mi riparano dai raggi solari del sole.
Chiudo il libro che stavo leggendo e mi guardo intorno.
Le chiome rosa dei ciliegi contrastano il verde dell'erba.
Le poche panchine sono colorate di grigio e le persone passeggiano in tranquillità.
Questo posto trasuda bellezza e relax da tutti i pori.
Le nuvole in cielo formano diverse forme e i laghetti abitati dalle rane e dai girini sono di un celeste limpido che puoi guardarci attraverso.
Mi alzo,diretta a casa mia,e guardo per un'altra volta tutto il parco.
L'estate è quasi finita e sta per ricominciare l'anno scolastico.
Le mie amiche sono entusiaste,soprattutto perché così potremmo rivederci.
Mi incammino con in mano il libro e il telefono.
Le strade sono percorse dalle macchine che non guidano con la frenesia che di solito hanno durante l'anno e le persone camminano sui marciapiedi in tranquillità.
Il posto in cui abito è un piccolo appartamento al centro della città.
Non ha una vista magnifica,ma è sicuramente meglio di nulla.
Salgo le scale e mi ritrovo davanti alla porta del mio appartamento.
Busso e mia madre mi apre.
«Oh tesoro,già di ritorno?»esclama,visibilmente preoccupata.
È da qualche giorno che continua ad essere ansiosa e mio padre si comporta in modo strano.
Forse c'è qualcosa che non mi hanno detto,ma dubito essendo che i miei mi hanno sempre avvertito di qualunque cosa.
Lascio cadere l'argomento e ritorno su mia madre.
La guardo da capo a piedi e poi le rispondo.
«Si mamma,sono già di ritorno,perché?»chiedo curiosa.
Entro in casa e mia madre non presta attenzione alla mia domanda.
Torna in cucina come niente fosse.
Vado in camera mia e chiudo la porta.
Metto a posto il libro e mi butto di peso sul letto.
Chiudo gli occhi e inizio a canticchiare la mia canzone preferita.
***
La sera è arrivata.
Il tramonto ricopre tutta la città e io mi dirigo verso il salotto,dove mangiamo.
Apparecchio il tavolo,come ogni sera,e poi ci sediamo e iniziamo a mangiare.
Mi gusto l'insalata,finché mia madre non se ne esce con una frase che mi fa battere il cuore più forte.
«Io e tuo padre dobbiamo dirti una cosa»,otto parole per farmi agitare tutta.
Continuo a mangiarmi l'insalata e mi muovo sulla sedia,agitata.
Li guardo,mentre aspetto che mi dicano ciò che mi dovrebbero dire.
Papà prende la parola e io presto tutta la mia attenzione alle sue parole.
«Ci trasferiamo»dice tutto d'un fiato e io quasi mi strozzo.
Inizio a tossire,così mia madre si affretta a riempirmi il bicchiere d'acqua.
Bevo tutto il bicchiere e riprendo a respirare.
Li guardo allibita.
Se stanno scherzando non è divertente,se dicono sul serio io non ci sto.
«Mi state prendendo in giro?»chiedo più per placare la mia ira che per altro.
I miei genitori si guardano e poi annuiscono.
Io li guardo con la bocca aperta.
Davvero mi stanno facendo questo?
Quali razza di genitori lo farebbero?
Finisco l'insalata e aspetto che finiscano anche loro per rifugiarmi nella mia stanza.
Non posso crederci.
Pensavo di potermi fidare di loro.
La mia delusione verso di loro è così grande che sento una sensazione di odio verso me stessa per aver sempre creduto che mi avrebbero detto tutto.
E per tutto intendo anche le cose più scomode.
Mi lavo i denti e mi cambio,per poi mettermi sotto le coperte.
Attraverso le finestre scorgo le stelle.
E la luna.
La più bella.
Tutti giudicano chi riflette la luce degli altri,quelli che brillano di luce propria.
Eppure la luna riflette la luce delle stelle,ma viene considerata bellissima.
E in mezzo a tutte quelle stelle riesco a ritrovare un po' di calma.
La mia ira verso i miei genitori diminuisce e ammiro le stelle.
Se ne vedono poche.
Solo quelle che brillano di più perché la città è troppo illuminata artificialmente.
Il telefono si illumina.
Lo prendo e lo guardo.
Miky,una delle mie amiche,ha scritto un messaggio sul gruppo.
Quello formato dal nostro quintetto di amiche.

Miky:non vedo l'ora di vedervi a scuola,vi devo aggiornare su vari gossip.
E di quello che mi è successo questa estate.

Inizio a vedere sfocato e sento le ciglia bagnarsi.
Rimetto a posto il telefono e inizio a piangere nel mio letto in silenzio.
Mentre le stelle mi guardano dal cielo.
Mentre la luna inizia a prendersi la mia luce.
Perché non tutti possono illuminare con la propria luce.
C'è chi fa il protagonista,chi l'antagonista e chi la comparsa.
Non tutti possono avere il ruolo principale.
Così,rassegnata ad un'amara verità,mi addormento pensando a quello che farò domani.
E alle mie amiche non piacerà.
Proprio per niente.

HeartlessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora