SCRATCHED HEART. capitolo 13. Isabella

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"Isabella?", mi richiama William.
"Si William?", rispondo io molto confusa da tutta la situazione.
"Sei assolutamente bellissima."
"Oh.....", questa è la mia risposta.
Il modo in cui l'ha detto mi ha lasciata interdetta e senza parole.
Sembrava così sincero....Come se lo pensasse  realmente.
Per un attimo ci ho creduto. Poi però  è arrivata la consapevolezza. Non può  realmente pensarlo. Mi ha vista?
Mi ha guardata per bene?
Se così fosse....si sarebbe allora accorto del mio volto leggermente storto, delle mia palpebre cadute e delle mie sopracciglia imperfette ed un pò storte.....e poi delle mie cosce, non sono magre come quelle delle altre ragazze, sono molto muscolose, così come le spalle e le braccia.
Tutto ciò  è  dovuto ad anni ed anni di allenamenti.
Probabilmente è stato anche questo a farmi mollare il mio sport. E non potrei mai avere rimpianto più  grande....
Come potrebbe mai credermi bella?
Come potrebbe mai credermi bella in una società in cui se non si è  perfettamente magri e belli in volto si viene screditati e derisi? Come?
Ed è  avendo questa consapevolezza che mi sento ulteriormente presa in giro.

Ogni qual volta che mi venga fatto un complimento mi sento presa in giro.
Non credo mai che l'altra persona me lo possa fare con sincerità. Piuttosto per compassione.

Mi fissa.
"Isabella, st-stai bene?", mi domanda.
Caspita. Ho gli occhi lucidi ed una lacrima preme per scendere sul mio volto.
"Sì." Mento. "Ora vado." Mi giro ed inizio ad incamminarmi verso l'auto.
Dopo pochi istanti di esitazione mi richiama.
"Ehi, dove pensi di andare così sconvolta."
Ed è vero. Il suo complimento mi ha sconvolta. Ha riportato a galla pensieri ed idee che cerco sempre di nascondere in un angolino remoto della mia mente.
Perché, diamine, fa male.
Fa male non amare se stessi.
Fa male vedersi sempre brutti.
E fa malissimo sapere che l'opinione di se stessi è così bassa.
"Isabella!", tuona a gran voce.
Mi volto e si avvicina. Sembra incerto. E lo capisco. Cosa può fare ? Non poteva di certo immaginare che un complimento, seppur detto apposta per prendermi in giro, come siamo soliti fare, avrebbe potuto suscitare in me tali emozioni.
"Che hai?, domanda addolcendo il tono.
"T-tu, mi hai presa in giro facendomi credere che qualcuno potesse realmente interessarsi a me invitandomi ad un finto appuntamento.
Poi mi hai detto "sei assolutamente bellissima"..... e spiegami. Ti diverte? Ti divertente vedermi così?"
"Ho sempre risposto a tutte le tue provocazioni nel corso degli anni. Ma ora. Ora. Cosa dovrei dirti?
So di non essere bella e so anche che nessuno si interesserà  mai a me. Quindi. Come vuoi che ti risponda?"
Butto fuori tutta la mia rabbia.
Lo vedo. Vacilla.
"I-io non volevo prenderti in giro. Forse ti stupirà  scoprire che anche io ho un cuore. Per quanto  tu insopportabile possa essere in determinate situazioni non vorrei mai vederti stare così male. E poi non è  vero. Non ti ho presa in giro.
Non l'ho fatto nè invitandoti qui....
E tantomeno  non l'ho fatto dicendoti che sei bellissima." Sputa fuori come un fiume in piena. "Mi dispiace scoprire che questa è la bassa considerazione che hai di te stessa. Tanto da farti credere che io. William Dikenstrok. Mi sia introdotto tutti i giorni per due settimane nella tua stanza, all'alba - rinunciando al mio sonno di bellezza-, per prenderti in giro. Diamine Isabella. Respira e fai arrivare un pò  d'aria al tuo cervelletto. E sì  uso un diminutivo perché  se puoi anche solamente e lontanamente pensare ciò  sei una stupida."
"Non chiamarmi mai più  stupida. E non dire che ho un cervelletto. Io ho un cervellone. Chiaro?", ribatto.
"Ecco, ora ti riconosco."

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