𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 𝓺𝓾𝓲𝓷𝓭𝓲𝓬𝓲

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PUBBLICATO IL 01/08/24

Spesso mi chiedo se io abbia fatto qualcosa a qualcuno per essere odiata così

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Spesso mi chiedo se io abbia fatto qualcosa a qualcuno per essere odiata così.

È un'ora che litigo con mamma che mi insulta in modi che neanche potevo immaginare.

Sento tutto il suo odio nei miei confronti e non riesco a capacitarmi come una madre possa odiare così sua figlia.

《Non dovevi nascere cazzo. Sei uno rifiuto umano》urla sbattendo la mano contro il tavolo.

Forse avrebbe dovuto abortire.

《Mi hai rovinato la vita. Mi senti? Non ignorarmi quando ti parlo》urla furibonda lanciando un'altra bottiglia.

Sussulto inginocchiata sul pavimento dove sto raccogliendo i segni della sua sfuriata iniziata perché le ho buttato le bottiglie di vodka.

Questa mattina mentre pulivo le ho trovate sotto il lavello e le ho svuotate, solo che poco dopo lei è rientrata da una delle sue serate e mi ha beccata quindi ha iniziato ad insultarmi e a lanciarmi bottiglie che io ho schivato prontamente.

《Mi fai schifo》urla ancora andando via.

Sento solo la porta di casa sbattere prima di scoppiare a piangere.

Mi copro il viso con le mani ripiegandomi su me stessa in ginocchio mentre i singhiozzi mi scuotono e mi impediscono di respirare.

A volte è così dura passare le giornate quando ti viene ricordato in continuazione quanto tu sia sbagliata.

Non è colpa mia se sono sbagliata, non è colpa mia se sembro un mostro, non è colpa mia se sono nata.

Perché non mi ha abbandonata quando ero appena nata?
Se mi odia così tanto perché non mi ha lasciata?

Forse per ricordarmi per il resto della vita che se lei è diventata così è solo colpa mia.
Vuole rendermi la vita uno schifo perché io l'ho fatto con lei nascendo.

Con ancora le lacrime a scorrermi dagli occhi finisco di pulire e in fretta prendo la giacca che mi ha regalato Byron e infilo gli occhiali da sole uscendo.

Ieri, dopo aver fatto ciò che ha fatto, mi ha messa a letto e mi ha rimboccato le coperte.

È andato via solo dopo che mi sono addormentata.

Solo a ripensare a ciò che è successo arrossisco e mi vengono i brividi.

Spero solo non si senti così a disagio da licenziarmi perché quel lavoro mi sta piacendo molto.

Arrivo al bar ed entro togliendo gli occhiali.

Ancora non ho avuto l'occasione di chiedere a Byron come mai ha sostituito il vetro ma non so se voglio sapere la risposta a questo punto.

Mi sfilo la giacca mettendola nel mio armadietto e metto il grembiule sulla divisa che mi sono messa già a casa.

Inizio a servire i tavoli e la gente al bancone.

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