Prologo

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Tornare a Napoli in maniera definitiva era stata la cosa più giusta che Alessia potesse fare; la scelta più saggia che avesse mai potuto prendere.

Quando Aurelio De Laurentiis venne a conoscenza della fantastica notizia, fu l'uomo più felice sulla faccia della terra.

«La mia Alessia torna qui, nel suo posto, nella sua casa!», aveva esclamato pimpante, mentre era a telefono con la diretta interessata.

Per Alessia, Aurelio era come un secondo padre; da quando i suoi erano volati in paradiso, c'erano stati lui e la sua famiglia ad aiutarla a crescere e a studiare.

Il presidente del Napoli non aveva mai badato a spese quando si trattava di lei, era la sua adorata figlioletta acquisita, la sua bambina, e guai a chi osava farle del male o farle un torto; se la sarebbe vista direttamente con lui.

Per quanto strano però possa sembrare, è sempre stato un tipo rispettoso quando si trattava della sua vita privata, e non si era mai intromesso più di tanto nelle faccende amorose e amicali che riguardavano la sua figlioccia, ma la proteggeva ad ogni costo, proprio come aveva promesso a suo padre Gianmaria Atellano.

Ma chi era nello specifico Alessia, la figlioccia del presidente del club azzurro?

Anna Alessia Atellano, o semplicemente Alessia, nata il 22 novembre del 1994 a Napoli da Gianmaria Atellano, nato a Napoli anch'egli, e Fortunata Brancacci, nata a Castelnuovo di Garfagnana in provincia di Lucca. I due si erano conosciuti durante una vacanza a Vibo Valentia, e da quel momento non si erano lasciati mai più.

Furono fidanzati per ben due anni prima di decidere di sposarsi, e così Fortunata, già incinta di un mese, si trasferì a Napoli, a Posillipo, andando a vivere con Gianmaria che aveva ereditato una villa da suo nonno, Cesare Atellano.

Era proprio Cesare che aveva costruito un'amicizia solida con i De Laurentiis, e quest'amicizia continuò per anni di padre in figlio.

Alessia era cresciuta in una famiglia piena d'amore, e non gli era mai mancato nulla a livello sia affettivo che economico. Aveva un rapporto speciale con sua madre, e amava suo padre incondizionatamente, che la viziava ogni volta con giochini e cioccolato. Era figlia unica; sua madre Fortunata perse quello che sarebbe diventato il suo fratellino minore al quarto mese, e non potette più avere figli.

Ogni tanto andavano a queste cene enormi organizzate dai De Laurentiis, e Alessia inizialmente da bambina aveva soggezione di Aurelio, ma col senno di poi, si affezionò a lui più del dovuto, e iniziò a volergli davvero bene.

All'età di soli dieci anni, Alessia rimase orfana di madre e padre; entrambi persero la vita in un incidente mortale a causa di un camion che si schiantò contro di loro uccidendoli sul colpo.

Il responsabile fu accusato di guida in stato di ebbrezza e fu sbattuto in carcere, mentre Aurelio fece causa contro l'autista per aver creato ad Alessia danni psicologici avendo perso entrambi i genitori, e richiese così un risarcimento in denaro. Il presidente vinse la causa e conservò quei soldi in banca, che erano davvero tanti, permettendo ad Alessia di accedere al conto solo dopo aver compiuto i diciotto anni di età.

Prima di passare a miglior vita, proprio durante una cena, Gianmaria aveva fatto promettere al suo grande amico Aurelio di non lasciare mai sola Alessia e di prendersene cura semmai gli fosse successo qualcosa, e il presidente onorò quella promessa, e lo avrebbe fatto sino alla sua morte.

Dopo la morte dei suoi genitori e con il permesso di Aurelio che l'aveva presa in custodia, si trasferì nel paesino di sua madre, a Castelnuovo di Garfagnana dai suoi nonni materni. Studiò lì, frequentando le scuole medie e i quattro anni di superiori ove studiò lingue. Per problemi personali, decise di trasferirsi nuovamente a Napoli per studiare l'ultimo anno di lingue, e fu accolta in casa De Laurentiis. Ci rimase fino a quando, all'età di 24 anni decise di studiare web design a Milano. Si costruì una vita lì, grazie al sostegno del suo padrino e grazie al suo conto in banca a cui aveva potuto accedervi dopo aver compiuto i 18 anni di età. Dopo la fine degli studi trovò lavoro in qualche azienda, fino a quando poi non aprì un'azienda tutta sua, che stava riscuotendo anche grande successo. Era ormai una web designer a tutti gli effetti ed era bravissima in quello che faceva. Aurelio glielo diceva sempre che era fiero di lei e che lo sarebbero stati anche i suoi genitori che la osservavano dall'alto, così come anche i suoi nonni materni scomparsi pochi anni dopo il suo ritorno a Napoli.

Anche i suoi nonni paterni erano volati via, molto prima dei suoi genitori.

La vita di Alessia era stata una montagna russa, ma aveva sempre potuto contare sul sostegno del suo secondo papà, Aurelio, che era finalmente felice di poterla riabbracciare dopo mesi che non la vedeva ed era entusiasta del fatto che non sarebbe tornata a Milano, ma anzi, si sarebbe trasferita a Posillipo, nella vecchia villa di suo padre che aveva fatto ristrutturare.

«Torno torno, papi!», rispose felice Alessia dall'altro capo del telefono.
«I lavori nella villa sono terminati?»
«Si, almeno così mi hanno detto.»
«Vado a controllare io nel pomeriggio», e sapeva sempre come tranquillizzarla, «con il lavoro invece, come farai?»
«Nessun problema, lavorerò da casa, e quando ci sarà bisogno di me passerò a Milano. Ma ho deciso di prendermi una pausa, di lavorare di meno, ho l'azienda che va a gonfie vele da ormai un anno, lavoriamo con molti brand, e il mio socio, Francesco, sarà il mio vice, quindi si occuperà lui della maggior parte delle cose. Però lavorerò comunque, mi basta un computer, per le scartoffie invece, ci penserà Francesco, e se proprio ci sarà bisogno di me allora interverrò», spiegò Alessia in modo peculiare.

Voleva tornare a Napoli e godersi la sua città, ne aveva abbastanza di tutto quel grigiore, e le mancava la sua famiglia, le uniche persone che aveva e che amava. Aveva esattamente bisogno del calore della sua famiglia.

«Ha i piani ben organizzati la mia ragazza», affermò orgoglioso Aurelio, «ebbene, questa casa aspetta a te!», esclamò facendola sorridere.
«Sto arrivando!», ribatté la web designer a sua volta.

Alessia era pronta e carica per tornare a casa; per tornare all'ombra del Vesuvio.





Angolo autrice:

Salve a tutti, come state?

Sono felice di condividere con voi questa nuova storia; per la prima volta scrivo di uno dei miei calciatori preferiti di sempre, se non la mia crush per eccellenza: Giovanni Di Lorenzo. 

Ho scritto una trilogia qui, su Tom Holland, e sono tornata di nuovo a pubblicare dopo diversi mesi in vesti diverse. 

Per chi non mi conoscesse sono Anna, ho 25 anni e scrivo da quando avevo più o meno nove anni. Ho iniziato a pubblicare dal 2020, e sono rimasta entusiasta del piccolo seguito che si è affezionato a me e alle mie precedenti storie. Sicuramente questo racconto attirerà persone diverse, e di questo ne sono molto entusiasta!

Spero che il prologo vi abbia incuriosito e che non vediate l'ora di leggere il resto. Proverò ad aggiornare spesso, almeno due volte a settimana, avendo già tutto il libro completo.

Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensiate qui nei commenti, ma apprezzerò anche i lettori silenziosi, però davvero, scrivete tutto quello che vi passa per la mente; ci tengo.

Un abbraccio e alla prossima,
Anna.

Destini IntrecciatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora