Capitolo 15

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Clarissa era furiosa.

Aveva seguito suo marito in silenzio, osservandolo dall'ombra mentre si incontrava con Alessia. La sua mente era un turbinio di pensieri rabbiosi e feriti.

Era davvero il karma, quello? Stava agendo dopo anni?

Quando li vide insieme, nascosti e così vicini, il suo cuore si spezzò. Non poteva più restare nascosta. Con passo deciso e furioso, uscì dal suo nascondiglio e si diresse verso di loro. Giovanni si voltò di scatto quando sentì i passi avvicinarsi, e il suo volto si irrigidì alla vista di Clarissa; i suoi occhi scintillavano di una furia che il numero 22 non aveva mai visto prima. Alessia, colta alla sprovvista, sentì il sangue gelarsi nelle vene. Guardò il terzino destro, cercando una risposta che non trovò.

«Clarissa, non è quello che pensi» iniziò Giovanni, cercando di mantenere la calma. Fece un passo avanti, le mani sollevate in segno di pace. «Stavamo solo parlando.»
«Parlando?» ripeté Clarissa, la voce carica di sarcasmo. «E di cosa stavate parlando, esattamente?»

Giovanni guardò Alessia, sperando che lei trovasse le parole giuste, ma quest'ultima era troppo spaventata per parlare, il suo sguardo fisso a terra.

«Alessia, è vero?» chiese Clarissa, girandosi verso di lei. «È vero che stavate solo parlando?»

La napoletana sentì le gambe tremare sotto di sé.

Doveva trovare una scusa, qualcosa per sfuggire a quella situazione.

«Sì, parlavamo di... di vecchi tempi. Niente di più» riuscì a dire, la voce spezzata dall'emozione. «Ma ora devo andare, scusatemi.»

Senza aspettare una risposta, si voltò e iniziò a camminare velocemente verso la sua macchina. Il cuore le batteva forte nel petto, sentiva il bisogno urgente di allontanarsi da lì. Ogni passo che la portava lontano da Giovanni e Clarissa le sembrava un piccolo sollievo, ma sapeva che la situazione era tutt'altro che risolta.

Giovanni guardò la ragazza allontanarsi, sentendo un vuoto dentro di sé. Sapeva che doveva fare qualcosa per calmare Clarissa, ma ogni parola sembrava inadeguata.

Si girò verso di lei, trovando il suo sguardo pieno di consapevolezza e dolore.

«Clarissa, ti prego, lasciami spiegare» le disse, cercando di trovare le parole giuste. «Alessia si era solo decisa a parlare di quello che è successo tra di noi anni fa. Non c'è niente di più.»

Clarissa lo fissò.

«E mi hai mentito per tutto questo tempo? Mi hai fatto credere che tutto andava bene, mentre incontravi la tua ex alle mie spalle?»

Il capitano del club azzurro scosse la testa, cercando di avvicinarsi a lei.

«Non è così. Ti giuro che non c'è niente tra me e Alessia. Lei è solo confusa, e io stavo cercando di aiutarla a capire.»
«Ah, quindi lei è confusa e tu, suo ex, dovresti aiutarla? Pensi che io sia così stupida?» ribatté, la voce colma di disprezzo e incredulità.

Giovanni sentì le sue parole come un pugno nello stomaco, sapendo che ogni tentativo di spiegazione sembrava peggiorare le cose.

«Siamo amici, te lo giuro.»

Giurare il falso... perché continuare a giurare qualcosa che non era vero invece di approfittare della situazione ed essere onesto? Era contro i suoi principi essere disonesto, eppure lo stava facendo. Si stava comportando da immaturo, da qualcuno che voleva apertamente i piedi in due scarpe.

Clarissa lo guardò, cercando di capire se poteva fidarsi delle sue parole. Ma la ferita era troppo fresca, il dolore troppo forte, e la consapevolezza che tra i due non c'era mai stata fine ben evidente.

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