Capitolo 8

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Alessia si svegliò con il cuore pesante e la mente confusa. La luce del sole filtrava attraverso le tende della sua camera da letto, ma il suo spirito sembrava ancora avvolto nell'oscurità della notte precedente. Si girò nel letto, cercando di scacciare i pensieri che l'avevano tormentata per gran parte della notte, ma senza successo.

Rivide nella sua mente l'immagine di Giovanni, seduto accanto a lei nell'auto, il viso illuminato dal lampione. Le sue parole risuonavano ancora nelle sue orecchie: "... ogni volta che ti vedo, ogni volta che parliamo, mi rendo conto di quanto mi sei mancata, di quanto ancora significhi per me."

Ogni volta che chiudeva gli occhi, riviveva la tensione e l'intensità del loro incontro, sentendo ancora il suo sguardo addosso prima che mettesse in moto per andare via.

Decise di scendere dal letto e dirigersi verso il bagno con passi lenti e pesanti. Aprì il rubinetto e lasciò che l'acqua fredda scorresse sulle sue mani prima di spruzzarla sul viso. Guardandosi allo specchio, vide una donna stanca, con gli occhi cerchiati e la mente affollata di domande senza risposta.

Doveva essere più forte, non poteva permettersi di vacillare di nuovo.

Dopo essersi preparata, si avviò verso la cucina. La colazione abbondante che preparò sembrava una necessità per affrontare la giornata: caffè forte, toast con avocado e uova strapazzate. Mentre mangiava, cercava di concentrarsi sul sapore del cibo, sperando che la routine familiare della colazione potesse aiutarla a ritrovare un po' di equilibrio.

Ogni boccone era accompagnato da un pensiero su Giovanni e Mathìas. Giovanni rappresentava il passato, con tutte le sue complicazioni e il dolore che aveva portato. Mathìas, invece, era il presente, una possibilità di serenità e forse anche di felicità.

Ma si sentiva intrappolata tra i due mondi, incapace di scegliere una strada senza sentire il peso dell'altra.

Terminata la colazione, si sedette al computer, sperando che il lavoro potesse distrarla. Aprì il suo laptop e iniziò a rispondere alle email, a lavorare su progetti di design rimasti in sospeso. Ma ogni volta che un'email si chiudeva, un pensiero su Giovanni riaffiorava. Ogni volta che terminava un disegno, il sorriso di Mathìas si insinuava nella sua mente.

D'improvviso, il suo telefono squillò. Era l'uruguaiano.

Pensi al diavolo e spuntano le corna.

Alessia si sentì subito sollevata sentendo la sua voce calorosa dall'altra parte.

«Ciao Ale, come stai?» le chiese con tono premuroso.
«Hey, sto... abbastanza bene, grazie. E tu?» rispose, cercando di sembrare serena.
«Bene, grazie. Ho pensato che potrebbe farti piacere passare un po' di tempo all'aria aperta. Ti va di venire al Parco Virgiliano oggi pomeriggio?»

La napoletana sorrise, apprezzando il pensiero gentile.

«Mi sembra un'ottima idea. Ci vediamo oggi allora.»

•••

Alessia si preparò con cura per l'incontro con Mathìas. Optò per un abbigliamento casual ma elegante, scegliendo un paio di jeans e una camicetta leggera. Quando il ragazzo la venne a prendere, le sorrise affettuosamente.

Arrivati al Parco Virgiliano, la web designer respirò profondamente, lasciando che l'aria fresca e il paesaggio verdeggiante la tranquillizzassero. Camminarono lungo i sentieri, godendo della vista sul mare e della calma del parco.

«È un posto meraviglioso», gli disse, guardando l'orizzonte.
«È uno dei miei posti preferiti a Napoli», rispose Mathìas. «Ho pensato che ti sarebbe piaciuto.»

Continuarono a camminare in silenzio per un po', godendosi la compagnia reciproca. Alessia sentiva che era il momento giusto per aprirsi un po' di più come non aveva mai fatto prima, dopotutto il ragazzo lo meritava.

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