Capitolo 20

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Il giorno del parto era finalmente arrivato.

Erano trascorsi cinque mesi da quando Alessia e Giovanni avevano scoperto che avrebbero avuto un maschietto, e ora, con il pancione teso e le emozioni a mille, Alessia si trovava nel momento culminante del loro viaggio.

Il travaglio era iniziato nelle prime ore del mattino. Giovanni, che da giorni dormiva con un orecchio teso e uno sguardo vigile, fu svegliato dalle prime contrazioni della sua fidanzata. Si precipitò ad aiutarla, cercando di mantenere la calma mentre la sua mente correva veloce tra ansia ed eccitazione. Alessia, tra respiri profondi e qualche lacrima di dolore, si aggrappava alla mano dell'uomo che amava, trovando in lui la forza per affrontare quel momento.

Arrivati in ospedale, l'atmosfera divenne elettrica. Infermiere e medici si muovevano rapidamente, preparandosi per il parto imminente. Il capitano del Napoli non lasciava mai la mano della partenopea, le sussurrava parole di conforto, promettendole che tutto sarebbe andato bene. Lei, nonostante il dolore, trovava conforto nei suoi occhi, sentendo l'amore e la determinazione che trasmetteva.

Il tempo sembrava dilatarsi. Le contrazioni diventavano più forti e ravvicinate, e Alessia stringeva la mano di Giovanni come se fosse la sua ancora. Il calciatore, pur sentendo il cuore in gola, manteneva un sorriso rassicurante, cercando di trasmettere serenità e coraggio.

Finalmente, dopo ore di travaglio, il momento arrivò.

Con un ultimo sforzo, accompagnato dalle parole di incoraggiamento del personale medico e di Giovanni, Alessia diede alla luce il loro bambino.

Il vagito del neonato riempì la stanza, portando con sé un'ondata di emozione indescrivibile.

Il numero 22 sentì le lacrime rigargli il viso mentre guardava il piccolo essere tra le braccia della sua donna.

Alessia, esausta ma radiosa, guardò il loro figlio con occhi pieni di amore. Giovanni si avvicinò, posando un bacio sulla fronte sudata di lei, e poi sul capo del loro neonato.

«Benvenuto, Giovanni Di Lorenzo Jr.», sussurrò con la voce rotta dall'emozione, stringendo delicatamente la piccola mano del bambino.

Alessia sorrise, sentendo che quel momento, quel nome, era il coronamento di tutto ciò che avevano passato insieme e che aveva sempre desiderato.

Giovanni osservò il viso minuscolo e perfetto del suo neonato, i lineamenti delicati e gli occhi chiusi che si stavano abituando alla luce del mondo. Era come se tutto si fosse fermato per un istante, e in quel silenzio carico di emozione, il primo sguardo tra padre e figlio fu un momento di pura magia.

Giovanni avvicinò il viso al piccolo Giovanni Di Lorenzo Jr., sorridendo mentre le lacrime continuavano a scendere.

«Ciao, piccolo campione», sussurrò con dolcezza, sentendo una connessione immediata e profonda con quel fragile esserino. «Sono il tuo papà. Ti prometto che sarò sempre al tuo fianco, proteggendoti e amandoti con tutto il mio cuore.»

Il bambino, come se avesse sentito quelle parole, mosse leggermente le labbra e strinse il piccolo pugno intorno al dito di Giovanni. Era un gesto minuscolo ma potente, che fece tremare il cuore del papà. Sentì una gratitudine immensa per quel dono della vita, e per Alessia, che gli aveva dato questa gioia incommensurabile.

La napoletana, che osservava la scena con gli occhi colmi di lacrime, sentì il cuore esplodere di felicità. Vedere Giovanni così vulnerabile e amorevole con il loro figlio le fece capire ancora di più quanto fosse fortunata ad aver ritrovato il suo uomo, perché era suo senza alcuna ombra di dubbio.

«Amore, guarda come ti osserva... ha già trovato il suo eroe», disse con un sorriso.

Il calciatore si girò verso di lei, gli occhi che luccicavano di commozione.

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