Capitolo 34

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Nella vita di Giulia, la casa era stata un luogo di confusione e dolore per molto tempo. La sua famiglia, apparentemente normale, nascondeva segreti che pesavano come macigni sulle spalle di ognuno di loro. Giulia, sedici anni, aveva cresciuto in un ambiente dove il dolore era all'ordine del giorno. Le urla e i pianti, le porte sbattute e i momenti di silenzio gelido avevano caratterizzato la sua infanzia.

Il padre di Giulia, un uomo che un tempo ammirava, era diventato la figura più temuta della sua vita. La sua rabbia esplodeva senza preavviso, come un temporale in una giornata serena. Le mani che avrebbero dovuto proteggere la famiglia si trasformavano in strumenti di violenza. La madre, una donna dolce e sensibile, aveva sacrificato la sua felicità per cercare di mantenere unita la famiglia. Ma a che prezzo?

Per fortuna, dopo anni di abusi e sofferenza, il padre se n'era andato. La libertà era finalmente arrivata, ma il dolore non si era dissipato completamente. La madre di Giulia, finalmente libera da quel giogo, stava iniziando a ricostruire la sua vita. Viveva in modo sereno, ma Giulia sapeva che le ferite del passato erano difficili da dimenticare. La sua mamma cercava di mostrarsi forte, ma Giulia percepiva la fragilità dietro quel sorriso.

Eppure, anche se la vita a casa era migliorata, Giulia si sentiva in colpa. Una colpa che le pesava sul cuore, come se avesse un peso insopportabile. Non riusciva a scrollarsi di dosso la sensazione di responsabilità per la sofferenza di sua madre. In quei momenti di crisi, trovava un modo per affrontare il suo dolore. Scoprì che bruciarsi l'interno coscia con l'accendino, sebbene orribile, le dava un sollievo momentaneo. Ogni piccola fiamma sembrava portare via una parte del suo tormento interiore, anche se sapeva che era solo una soluzione temporanea.

Era un rituale segreto. Si chiudeva nella sua stanza, lontano dagli sguardi curiosi, mentre il mondo continuava a girare. Si sedeva sul letto, con l'accendino tra le mani, e guardava la fiamma danzare. C'era qualcosa di ipnotico in quella luce calda, così diversa dal freddo dell'oscurità che la circondava. E mentre la fiamma toccava la sua pelle, provava un misto di paura e sollievo. Ma, dopo, l'angoscia tornava, accompagnata da una nuova ondata di vergogna.

"Giulia, che fai?" era la voce di Daniel, che aveva sempre cercato di proteggerla, anche quando lei si allontanava. Daniel aveva tredici anni in più di lei e, nonostante la loro differenza d'età, il loro legame era profondo. Condividevano segreti, risate e sogni, e Daniel si era sempre preso cura di Giulia come un secondo genitore. Nonostante la sua protezione, Giulia respingeva spesso il suo aiuto, convinta che dovesse farcela da sola.

"niente, Dani. Sto solo... riflettendo," rispondeva sempre lei, cercando di nascondere le cicatrici invisibili e quelle visibili. Daniel non era convinto, ma rispettava il suo spazio, sperando che un giorno lei gli avrebbe aperto il suo cuore.

Una sera, dopo aver parlato con Daniel di come avesse superato le sue difficoltà, Giulia si sentì spinta a confidarsi. "Sai, a volte mi sento così persa. Anche se papà non è più qui, il suo ricordo mi perseguita. Mi sento in colpa, come se dovessi proteggere mamma da tutto questo dolore," disse, le lacrime che le rigavano il viso.

"Non devi sentirti in colpa, Giulia. Non è colpa tua," rispose Daniel, cercando di consolarla. "Mamma è finalmente felice, e tu devi permetterti di esserlo anche tu. Devi trovare il tuo modo di affrontare tutto questo."

Giulia annuì, ma il peso della sua sofferenza rimaneva. Ogni volta che sentiva il dolore, tornava al suo rituale. Ma in quel momento, il legame con Daniel le dava una nuova speranza. Era come se, parlando con lui, avesse trovato un raggio di luce nel buio.

La vita continuava, e Giulia si sentiva sempre più connessa a Joseph, il ragazzo con cui aveva legato. Joseph aveva anche lui una famiglia complicata e pesante, e con lui Giulia si sentiva compresa. Si erano raccontati i loro segreti, i loro dolori, e quando Giulia ascoltava le parole di Joseph, sentiva che finalmente qualcuno capiva il suo mondo.

"Sei una persona incredibile, Giulia. Non lasciare che il passato ti definisca," le disse una sera. Quelle parole risuonavano come un mantra nella sua mente. Il loro amore era diventato una luce nel buio, e il sostegno reciproco le dava la forza di affrontare le tempeste quotidiane.

Ma Giulia sapeva che per ogni passo avanti che faceva, c'era sempre il ricordo del dolore che la inseguiva. La sua vita familiare era un labirinto da cui non riusciva a uscire. Ogni volta che la situazione a casa si faceva insostenibile, Giulia sentiva il bisogno di ritornare al suo rituale. L'accendino tornava tra le sue mani, e la fiamma le sembrava l'unico modo per affrontare il dolore.

In quei momenti, la mente di Giulia era un turbine di emozioni. La vergogna si mescolava con la paura, e la sensazione di impotenza la consumava. Si sentiva come se stesse perdendo il controllo della sua vita, come se ogni colpo del padre fosse un colpo anche a lei. Non sapeva come liberarsi da questa spirale e, mentre il dolore fisico la distraeva, si sentiva temporaneamente sollevata. Ma dopo ogni atto, la solitudine tornava, e con essa la paura di non poter mai cambiare le cose.

Daniel, che osservava tutto questo da lontano, si preoccupava per la sorella. Non sapeva cosa stesse passando, ma sentiva che qualcosa non andava. Ogni volta che Giulia si chiudeva nella sua stanza, il suo cuore si stringeva. Sapeva che doveva proteggerla, ma Giulia era orgogliosa e non voleva apparire debole. "Devo farcela da sola," ripeteva a sé stessa, anche se dentro di lei cresceva un desiderio di aiuto.

Una sera, dopo una violenta lite tra i genitori, Giulia si rifugiò nella stanza di Daniel. Aveva bisogno di conforto, di qualcuno che comprendesse il suo dolore. Daniel la accolse a braccia aperte, pronto a farle sentire il suo sostegno.

"Giulia, puoi dirmi tutto. Non sei sola," le disse con dolcezza, cercando di calmarla.

Giulia lo guardò, e per la prima volta, il peso delle sue cicatrici diventò troppo grande da portare. "Daniel, ho paura. Ho paura di quello che sta succedendo a casa. E ho paura di me stessa," confessò, le lacrime che le scorrevano sul viso.

Daniel la abbracciò forte, come se volesse trasferirle tutta la forza che aveva. "Non devi avere paura, io sono qui. Ci sono sempre stato. Possiamo affrontarlo insieme," le disse, il suo tono fermo e rassicurante.

In quel momento, Giulia si sentì avvolta da una calda luce di speranza. Le parole di Daniel risuonavano come un canto di conforto, e lei capì che non doveva affrontare tutto da sola. Si lasciò andare, sentendo che finalmente aveva qualcuno su cui contare, qualcuno che l'avrebbe protetta.

Con il passare dei giorni, Giulia iniziò a parlare di più con Daniel. Condividevano i loro pensieri e sentimenti, e era come se un peso si stesse sollevando dal suo cuore. Daniel le raccontò della sua adolescenza, di come anche lui avesse dovuto affrontare le sue sfide e come avesse trovato la forza per superarle. "Devi trovare il tuo modo di affrontare tutto questo," le ripeteva. "Non è facile, ma insieme possiamo farcela."

Giulia si sentiva grata per la presenza di Daniel nella sua vita. Era come se avesse un alleato, qualcuno che la capiva e che l'avrebbe sempre sostenuta. E mentre il legame con Joseph continuava a crescere, Giulia si rese conto che, nonostante le difficoltà, stava iniziando a ricostruire la sua vita.

La serenità di sua madre era un costante promemoria che le cose possono migliorare. Giulia desiderava ardentemente quella stessa serenità per sé. E ogni volta che sentiva l'impulso di ritornare al suo rituale, si ricordava delle parole di Joseph: "Non lasciare che il passato ti definisca."

Così, in quel viaggio di scoperta e guarigione, Giulia si rese conto che non era sola. Con l'amore di Daniel e di Joseph, aveva la forza di affrontare il suo dolore e ricostruire la sua vita. Le cicatrici, sia fisiche che emotive, sarebbero state parte della sua storia, ma non avrebbero mai potuto definirla.

Il cammino non era facile, ma Giulia sapeva che, passo dopo passo, stava trovando la sua luce nel buio.

Lonely Soulmates - Holden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora