Capitolo 26

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Il periodo natalizio si avvicinava velocemente, e con esso un'atmosfera di eccitazione e calore che riempiva ogni angolo della città. Le strade erano addobbate con luci scintillanti, le vetrine dei negozi mostravano decorazioni elaborate e ovunque si respirava un'aria di festa. Per Joseph e per me, questo Natale aveva un significato speciale. Dopo l'incidente, ogni giorno era stato una sfida, ma anche una vittoria, e ci sentivamo più vicini e uniti che mai.

Joseph aveva ripreso la sua vita con una forza e una determinazione che mi riempivano di ammirazione. Ora che il Natale era alle porte, volevo fare qualcosa di speciale per lui, qualcosa che gli ricordasse quanto fosse importante per me e quanto significasse la sua guarigione.

Il nostro gruppo di amici decise di festeggiare insieme il Natale, come facevamo ogni anno. Organizzammo una serata speciale a casa di Marco, il nostro amico di sempre, che viveva in un grande appartamento perfetto per ospitare feste. L'atmosfera era gioiosa, piena di risate e di scherzi, e tutti erano entusiasti all'idea di passare la serata insieme.

"Regà, ma chi porta er vino?" chiese Lorenzo, mentre ci organizzavamo per la festa. "Ce serve 'na scorta che manco a Capodanno!"

"Tranquillo Lò, c'ho pensato io," rispose Marco, con un sorriso sornione. "E c'ho pure 'na sorpresa che ve farà impazzì."

La sera della festa arrivò velocemente. La casa di Marco era addobbata a festa, con un grande albero di Natale decorato con luci colorate e palline luccicanti. La tavola era imbandita con ogni tipo di prelibatezza, dai classici piatti natalizi ai dolci fatti in casa. L'atmosfera era magica, e il calore dell'amicizia e dell'affetto si sentiva ovunque.

Durante la cena, le risate e le battute si susseguivano senza sosta. Joseph era al centro dell'attenzione, come sempre, con il suo spirito vivace e la sua capacità di far ridere tutti.

"Ah regà, ve lo dico io: 'sto Natale se beve e se magna come se nun ci fosse 'n domani!" esclamò Joseph, alzando il bicchiere per un brindisi. "E Giulia, tu sei sempre er mio angelo custode, eh!"

Lo guardai con amore, sorridendo. Vedere Joseph così felice, circondato dai suoi amici, era il regalo più bello che potessi ricevere. Sentivo il cuore gonfio di gioia e di gratitudine per tutto ciò che avevamo superato insieme.

Dopo cena, arrivò il momento di scambiarci i regali. Era una tradizione che amavamo tutti: il gioco del "Secret Santa". Ognuno di noi aveva pescato un nome da un cappello settimane prima e aveva preparato un regalo per quella persona. I pacchetti colorati si accumulavano sotto l'albero di Natale, e l'eccitazione cresceva mentre ci preparavamo a scoprire cosa ci fossimo regalati l'un l'altro.

"Lò, tu lo sai che io aspetto sempre er tuo regalo con ansia," disse Marco, ridendo. "Speramo che quest'anno nun sia 'na sciarpa come l'anno scorso!"

"Ah, ma stai tranquillo! Quest'anno t'ho fatto 'na sorpresa," rispose Lorenzo, con un sorriso malizioso. "Vedrai che te piacerà."

I regali furono scambiati tra risate e applausi. Ogni pacchetto aperto era una scoperta, un momento di felicità condivisa. Quando arrivò il mio turno, scartai il mio regalo con le mani che tremavano leggermente dall'emozione. Era un libro di poesie, un pensiero delicato e personale che mi toccò profondamente.

Dopo lo scambio dei regali, Joseph mi prese da parte. "Giulia, ce sta 'na cosa che volevo dàtte in privato," disse, con un sorriso timido. "Andiamo fuori?"

Annuii, curiosa e felice. Ci avviammo verso il balcone, dove l'aria fresca della notte ci avvolse. Le luci della città brillavano in lontananza, e l'atmosfera era magica. Joseph mi porse un piccolo pacchetto, avvolto in carta rossa e dorata.

"Apro io primo, ok?" disse, e senza aspettare risposta iniziò a scartare il mio regalo per lui. Sotto la carta colorata, trovò il cappello da caccia rosso de "Il giovane Holden", il libro che gli avevo letto durante i suoi giorni in ospedale, il suo preferito.

"Oh, Giulia..." esclamò Joseph, visibilmente commosso. "Er cappello de Holden... Me so sempre visto in lui, co' 'sta voglia de scappà e 'sta paura de cresce. Grazie, amore mio, questo me lo terrò stretto pe' sempre."

Le sue parole mi toccarono profondamente. Sapevo quanto significasse quel libro per lui, e vedere la sua reazione mi riempì di gioia. Mi avvicinai a lui, stringendolo in un abbraccio.

"Joseph, tu sei il mio Holden," dissi, guardandolo negli occhi. "Sei forte, coraggioso e anche un po' ribelle, ma soprattutto sei il mio eroe. Questo cappello è solo un simbolo di quanto ti amo e di quanto sono grata di averti nella mia vita."

Joseph mi baciò con dolcezza, poi mi porse il suo regalo. "Adesso tocca a te, Giulia. Spero che te piaccia."

Scartai il pacchetto con cura, rivelando una splendida collana d'argento con un ciondolo a forma di cuore. Era semplice, ma incredibilmente elegante. Sentii le lacrime riempirmi gli occhi mentre la tenevo tra le mani.

"Joseph, è bellissima," sussurrai, con la voce rotta dall'emozione. "È perfetta, grazie."

"Te lo meriti, amore mio," rispose lui, stringendomi a sé. "Questo è 'n piccolo simbolo de quello che provo per te. Sei 'a cosa più preziosa che ho."

Restammo lì, abbracciati sotto il cielo stellato, godendoci quel momento di intimità e amore. La notte era piena di promesse e di speranza per il futuro. Avevamo superato tanto insieme, e sapevamo che, qualunque cosa il destino ci riservasse, l'avremmo affrontata fianco a fianco.

Il Natale di quell'anno fu il più speciale di tutti. Non era solo una festa, ma una celebrazione della vita, dell'amore e della resilienza. Ogni sorriso, ogni risata, ogni abbraccio era un promemoria di quanto fosse prezioso il tempo passato insieme.

Nei giorni successivi, ci immergemmo nelle tradizioni natalizie con una gioia rinnovata. Passeggiammo per le strade illuminate, partecipammo ai mercatini di Natale, e condividemmo serate calde e accoglienti con amici e famiglia. Ogni momento era un tesoro, un ricordo da custodire con cura.

Joseph non indossava spesso il suo nuovo cappello rosso, preferiva tenerlo tutto per sé, o a meno che quando lo metteva per scherzare.

"Ammazza Joseph, er cappello nuovo te dona proprio!" scherzava Marco una sera. "Sembri uscito da 'n libro!"

"Sì, ma nun 'n libro qualunque, regà," rispondeva Joseph, con quel sorriso sfrontato che tanto amavo. "Questo è 'r cappello de Holden Caulfield, er migliore de tutti!"

Io portavo sempre con me la collana, un simbolo tangibile del nostro amore e della forza che avevamo trovato l'uno nell'altra. Ogni volta che la toccavo, mi ricordavo del nostro Natale speciale, della nostra resilienza e della bellezza di condividere la vita con qualcuno che amiamo profondamente.

Il periodo natalizio ci aveva dato la possibilità di riflettere su tutto ciò che avevamo passato e di guardare al futuro con speranza e ottimismo. Sapevamo che ci sarebbero state altre sfide, ma eravamo pronti ad affrontarle insieme, mano nella mano.

Con il cuore colmo di gratitudine e amore, guardavamo avanti, sapendo che il nostro legame era più forte di qualsiasi difficoltà. E mentre le luci di Natale brillavano ancora intorno a noi, promettemmo di celebrare ogni giorno come se fosse il più speciale, perché avevamo imparato che la vera magia della vita sta nell'amore e nella condivisione.

Lonely Soulmates - Holden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora