Lonely Soulmates - Holden

Capitolo 54

GIULIA

La separazione da Joseph fu come un lungo inverno senza sole. Passare quel mese lontana da lui fu un'esperienza che mi portò a una sorta di lotta interiore. Ogni giorno sembrava una battaglia tra il desiderio di superare il dolore e il bisogno di rimanere attaccata ai frammenti di un amore che, sebbene messo alla prova, continuava a brillare con una luce tenue ma persistente.

I primi giorni dopo il nostro ultimo incontro furono i più duri. Mi svegliavo ogni mattina con una sensazione di vuoto che mi opprimeva il petto. Ogni volta che pensavo a quanto fosse stata intensa la nostra discussione e alla verità che Joseph aveva urlato contro di me, il mio cuore si strizzava in un misto di rabbia e tristezza. L'idea che mi avesse accusata ingiustamente di qualcosa che non avevo mai fatto era una ferita profonda, e mi ritrovavo a alternare momenti di odio nei suoi confronti a periodi di riflessione malinconica.

Le mie amiche erano state una fonte di conforto, sebbene le loro parole non riuscissero a colmare completamente il vuoto che Joseph aveva lasciato. «Devi andare avanti, Giulia,» mi ripetevano. «Se ti ha trattato così, forse non merita il tuo amore. Devi pensare a te stessa e trovare la forza di lasciarlo andare.»

Le loro intenzioni erano genuine e le loro parole, sebbene sagge, sembravano rimbalzare nella mia mente senza lasciare un segno duraturo. A livello razionale, sapevo che avevano ragione. Mi accorgevo che la mia infelicità era alimentata da un'idea di amore che sembrava sempre più irraggiungibile. Tuttavia, il mio cuore continuava a riempirsi di un sentimento contrastante: non riuscivo a staccarmi completamente da Joseph, nonostante il dolore e l'odio che provavo nei suoi confronti.

Ogni volta che lo vedevo, anche solo per caso, mi sentivo travolta da una forza magnetica che non riuscivo a spiegare. Era come se ogni volta che i nostri sguardi si incrociavano, il mio cuore dimenticasse tutte le ragioni per cui avrei dovuto allontanarmi e si riallineasse ai battiti di un amore che continuava a esistere, nonostante tutto. I suoi occhi, che un tempo avevano brillato di un affetto sincero, ora sembravano luci lontane che attiravano la mia anima.

Passeggiando per le strade di Roma, mi capitava spesso di incrociarlo nei luoghi che frequentavamo insieme: al bar dove andavamo a prendere il caffè, nel parco dove passeggiavamo, o semplicemente lungo la via di casa. Ogni volta che lo vedevo, il mio cuore accelerava e i ricordi dei momenti felici che avevamo condiviso mi sommergevano. Sentivo una miscela di rancore e desiderio che mi confondeva. Non riuscivo a capire come potessi provare attrazione per qualcuno che mi aveva fatto tanto male.

Le mie amiche, pur comprendendo il mio stato d'animo, non riuscivano a sopportare di vedermi così tormentata. Continuavano a incoraggiarmi a uscire, a frequentare nuove persone, a concentrarmi su me stessa. Ma ogni volta che provavo a farlo, non riuscivo a togliermi dalla mente l'immagine di Joseph. I miei sforzi per andare avanti sembravano vani, come se un invisibile filo mi legasse a lui, impedendomi di avanzare.

Ricordo una sera in cui uscì con alcune amiche per distrarmi. Siamo andate in un locale alla moda, con musica ad alto volume e un ambiente vivace. Cercavo di godermi la serata, di lasciare andare i pensieri che mi opprimevano, ma ogni sorriso che forzavo sembrava una maschera per nascondere la tristezza che sentivo dentro di me. Improvvisamente, mentre ero seduta al bar, vidi Joseph entrare con un gruppo di amici. Il mio cuore saltò un battito, e mi sentii come se un peso mi schiacciasse il petto.

Non riuscivo a staccare gli occhi da lui. Vedevo come interagiva con gli altri, come rideva e scherzava, e nonostante tutto il risentimento che provavo, c'era qualcosa di irresistibile nel suo comportamento che mi attrasse ancora di più. Era come se avessi una sorta di magnetismo che mi costringeva a concentrarmi su di lui, nonostante i miei tentativi di ignorarlo.