Capitolo 37

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La mia mente era un turbine di emozioni, un caos che non riuscivo a fermare. Camminavo lungo il marciapiede di Roma, le lacrime che scendevano silenziosamente lungo il mio viso, mentre le immagini del litigio con Joseph si ripetevano come un brutto film. Ogni parola che avevo urlato, ogni sguardo carico di rancore, risuonava nella mia testa. Sentivo il cuore spezzato, come se un macigno pesante si fosse posato sul mio petto. Non avrei mai pensato che un semplice incontro potesse portare a una rottura così profonda, ma eccoci qui, in un momento di conflitto che sembrava non avere fine.

La sua voce, carica di rabbia e frustrazione, mi colpiva come un pugno allo stomaco. Ogni parola che pronunziava sembrava infliggermi un'altra ferita, e mi sentivo impotente. Era come se ogni tentativo di spiegare il suo punto di vista fosse una scusa per quello che aveva fatto, e dentro di me si stava formando una tempesta di emozioni che non riuscivo a controllare. La sua insistenza nel difendere se stesso, nel minimizzare ciò che era accaduto, mi faceva sentire un mix di tristezza e rabbia. Eppure, c'era qualcosa di familiare in quel litigio, qualcosa che mi riportava indietro nel tempo.

Quando Joseph gridava, la sua voce si mescolava con il rumore della città, ma il suo tono era lo stesso di quello di mio padre quando litiga con mia madre. Era un suono che conoscevo troppo bene, un'eco del passato che non riuscivo a scacciare. Mi tornavano in mente quelle notti in cui mi rifugiavo nella mia stanza, cercando di non ascoltare le urla che si diffondevano per l'appartamento. Le discussioni tra i miei genitori erano infuocate, come una tempesta che si scatenava all'improvviso, e io mi sentivo vulnerabile, spaventata e impotente. E ora, mentre assistivo a quel litigio con Joseph, sentivo lo stesso terrore che provavo da bambina.

"Non posso più fare finta di niente!" avevo urlato, e in quel momento mi ero sentita come se stessi ripetendo le stesse parole che avevo sentito pronunciare da mia madre. La mia voce tremava, ma non era solo per la rabbia; era anche per la paura. La paura di rivivere quegli istanti, di ritrovarmi nel mezzo di un conflitto che non avrei mai voluto affrontare. Le lacrime che scorrevano sul mio viso erano un segnale di tutto ciò che avevo sofferto in passato, di tutte le volte che avevo desiderato che il mondo intorno a me si fermasse.

Eppure, era anche la paura di perdere Joseph. Lo amavo, ma in quel momento, con le parole che volavano come schegge, il dolore era così intenso che sembrava insopportabile. Ogni volta che cercavo di spiegargli la mia posizione, lui sembrava rifiutarsi di ascoltarmi. La sua reazione era come un rifiuto della mia verità, e questo mi faceva sentire invisibile, come se le mie emozioni non contassero affatto. Mi chiedevo se davvero avessimo costruito qualcosa di reale o se fosse tutto basato su illusioni. Ogni parola che usciva dalla sua bocca sembrava rinforzare quella paura.

Quando mi aveva detto "Sei un'ipocrita", mi era sembrato che la terra sotto i miei piedi stesse per crollare. Non avrei mai voluto essere paragonata a mia madre, a quella donna che si lasciava sopraffare dalle emozioni. La mia vita era stata segnata da quell'immagine: mia madre che piangeva, distrutta, mentre mio padre alzava la voce, scatenando un uragano di parole taglienti. Ed ecco, di fronte a Joseph, mi sentivo come se stessi rivivendo quel conflitto. Il dolore e la rabbia si mescolavano, creando un cocktail esplosivo di emozioni che non sapevo come gestire.

Ogni passo che facevo lontano da lui era come una piccola liberazione, ma al tempo stesso, mi sentivo svuotata. Cosa sarebbe successo ora? Se Joseph non fosse in grado di capire il dolore che provavo, cosa avrei dovuto fare? Le domande si affollavano nella mia mente, schiacciandomi. Mi chiedevo se sarei mai riuscita a fidarmi di nuovo di lui, se potesse davvero cambiare, se le sue promesse di amore fossero sincere o solo parole vuote pronunciate in un momento di crisi.

E poi c'era la questione del nostro futuro. Camminando per le strade di Roma, sentivo il peso della decisione che dovevo prendere. Non avevo mai voluto finire come mia madre, con una vita piena di rimpianti e una relazione distrutta. Eppure, con Joseph, mi sentivo intrappolata tra l'amore e il dolore. Ogni volta che pensavo a lui, mi tornava in mente il bacio di Cecilia, la sua mancanza di rispetto nei miei confronti, e la mia mente tornava a quel momento in cui avevo sentito la mia anima lacerarsi.

"Fermati!" avevo urlato, ma il mio cuore sapeva che non avrei potuto farlo. Non avrei potuto ignorare ciò che avevo visto, il modo in cui il suo corpo si era irrigidito quando Cecilia lo aveva baciato. Ogni volta che pensavo a quella scena, il dolore si ripresentava, schiacciandomi di nuovo. E ora, mentre camminavo via, sentivo il peso di una scelta che mi avrebbe segnato per sempre.

Ogni passo che facevo, ogni lacrima che scendeva, sembrava portarmi più lontano da Joseph, ma non ero sicura se fosse quello che volevo. La confusione regnava sovrana, e dentro di me si scatenava una battaglia tra l'amore che provavo per lui e il dolore che mi aveva inflitto. Il suo volto si mescolava ai ricordi di mia madre, di quegli sguardi di sofferenza e di impotenza. Non potevo permettere che la mia vita diventasse un'altra copia di quel dramma familiare.

Le strade di Roma sembravano distorte, come se anche la città stesse partecipando alla mia crisi. I rumori attorno a me si facevano confusi, ma la mia mente era completamente immersa nei ricordi. Volevo urlare, scappare, ma dovevo affrontare la realtà. Con Joseph, avevo sperato in qualcosa di diverso, ma ora mi sentivo intrappolata. Ero stanca di litigare, stanca di essere la ragazza che viveva nella paura e nella confusione.

E mentre camminavo, il mio cuore pulsava forte, e il dolore si faceva sempre più intenso. Cosa avrei dovuto fare? Dovevo fermarmi e riflettere, ma il peso del passato pesava su di me come un macigno. La mia vita non poteva essere segnata dalle urla e dalle lacrime di quel passato, non potevo permettere che si ripetesse. Eppure, l'idea di perdere Joseph mi distruggeva.

La mia anima si sentiva spezzata, e nel profondo, sapevo che dovevo prendere una decisione. Non avrei più accettato di vivere in un conflitto, non avrei più permesso che il dolore dei miei genitori si riversasse sulla mia vita. Con la testa piena di pensieri e il cuore a pezzi, camminai avanti, incerta sul futuro, ma determinata a non lasciare che il passato definisse il mio presente.

Lonely Soulmates - Holden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora