Capitolo 12

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Era una tiepida mattina di primavera, e l'aria era piena del profumo dei fiori appena sbocciati. Ero seduta sul bordo del mio letto, osservando il cellulare con un misto di ansia e determinazione. Josep sarebbe arrivato tra poco per la nostra solita colazione del sabato mattina al bar sotto casa. Ma oggi qualcosa era diverso. Oggi, finalmente, avrei confessato i miei sentimenti.

Ogni volta che provavo a parlare, le parole sembravano scomparire dalla mia mente, lasciandomi solo con il cuore che batteva all'impazzata. Ma oggi era il giorno. Dovevo dirglielo, anche se una parte di me era terrorizzata dalla possibilità di rovinare la nostra amicizia.

Quando sentii il suono familiare del campanello, il cuore mi salì in gola. Respirai profondamente e andai ad aprire la porta. Joseph era lì, con il suo solito sorriso disarmante e i capelli scompigliati dal vento. "Buongiorno, Giulia!" disse, abbracciandomi affettuosamente.

Il bar sotto casa era un piccolo rifugio accogliente, con i tavolini di legno e le sedie di ferro battuto. Era il nostro posto preferito, dove avevamo passato innumerevoli ore a chiacchierare e ridere. Ci sedemmo al nostro tavolo abituale e ordinammo i soliti cornetti e cappuccini.

Mentre aspettavamo il nostro ordine, Joseph mi guardò con un'espressione curiosa. "Sei strana oggi, tutto bene?"

"Sì, sì," risposi in fretta. "È solo che... devo dirti una cosa."

Joseph inclinò la testa, chiaramente interessato. "Cosa succede?"

Mi sentii improvvisamente nervosa, le parole bloccate in gola. "Beh, volevo dirti che... che..."

Proprio in quel momento, il cameriere arrivò con i nostri ordini, interrompendo la mia confessione. Joseph sorrise e iniziò a parlare di qualcosa di divertente successo a scuola, e io mi ritrovai a ridere insieme a lui, rimandando ancora una volta la mia dichiarazione.

Il resto della colazione trascorse piacevolmente, ma la mia mente era ancora occupata dalle parole non dette. Alla fine, quando fu il momento di salutarci, decisi che avrei dovuto trovare un altro modo per dirglielo. Non potevo più continuare così.

Passarono i giorni, e con essi la mia determinazione sembrava vacillare. Poi un pomeriggio, mentre ero in biblioteca a studiare, mi ritrovai a parlare con Alessandro, un ragazzo della mia classe. Alessandro era sempre stato gentile con me, e sembrava davvero interessato a ciò che avevo da dire. In quel momento, un'idea folle mi attraversò la mente.

"Giulia, sei sicura che stai bene?" chiese, notando la mia espressione pensierosa.

"Sì, è solo che... volevo chiederti una cosa," risposi, quasi senza pensare. "Ti andrebbe di uscire qualche volta? Sai, come un appuntamento?"

sembrò sorpreso, ma poi sorrise. "Certo, mi piacerebbe molto."

Non potevo credere a ciò che avevo appena fatto. Avevo chiesto ad alessandro di uscire con me. Forse, se avessi provato a stare con qualcun altro, sarei riuscita a dimenticare i miei sentimenti per Joseph. Forse sarebbe stato più facile così.

Il giorno seguente, quando raccontai a Joseph del mio appuntamento, vidi un'ombra passare sul suo volto. "Davvero? Non pensavo ti interessasse," disse, cercando di mascherare la sua sorpresa con un sorriso.

"Sì, beh, ho pensato che fosse il momento di provare qualcosa di nuovo," risposi, cercando di sembrare casuale.

Joseph annuì lentamente, ma potevo vedere che qualcosa lo stava turbando. "Beh, spero che vi divertiate."

La sera del mio appuntamento con Marco, mi preparai con cura, cercando di non pensare troppo a Joseph. Ma durante tutta la serata, non riuscivo a smettere di confrontare Alessandro con lui. Alessandro era simpatico e gentile, ma non era Joseph. Non aveva il suo sorriso disarmante, né la sua risata contagiosa. E, soprattutto, non mi faceva battere il cuore allo stesso modo.

Quando tornai a casa, mi sentii più confusa che mai. Decisi di chiamare Joseph, sperando che parlare con lui mi avrebbe aiutato a chiarire i miei pensieri. Ma quando rispose al telefono, la sua voce era stranamente distante.

"Ciao, Giulia," disse, e potevo sentire che qualcosa non andava. "Come è andato l'appuntamento?"

"È stato... carino," risposi, cercando di suonare convincente. "Ma volevo parlarti di una cosa."

"Anche io," disse lui, interrompendomi. "Devo dirti qualcosa di importante."

Il mio cuore iniziò a battere più forte. "Che cosa?"

"C'è una ragazza... a scuola," iniziò Joseph, esitante. "Mi piace, e ho deciso di chiederle di uscire."

Sentii il mondo crollarmi addosso. "Oh," fu tutto quello che riuscii a dire.

"Sì," continuò Joseph, la sua voce ancora incerta. "Non so come dirtelo, ma... speravo che tu fossi felice per me."

Mi sentii come se stessi annegando. "Certo, Joseph," risposi, cercando di mantenere la voce ferma. "Sono felice per te."

Ci fu un lungo silenzio tra di noi, poi Joseph mormorò un rapido "grazie" e riattaccò. Rimasi lì, seduta sul mio letto, incapace di credere a quello che era appena successo. Avevo perso la mia occasione. Joseph stava per uscire con un'altra ragazza, e io non avevo mai avuto il coraggio di dirgli come mi sentivo davvero.

Nei giorni successivi, cercai di evitare Joseph il più possibile. Non riuscivo a sopportare l'idea di vederlo con un'altra persona.

Lonely Soulmates - Holden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora