Capitolo 51

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Non so nemmeno da dove cominciare. Non avrei mai immaginato che tutto potesse cambiare così in fretta. Eppure, eccomi qui, con la mente che non smette di tormentarsi, girando intorno a pensieri che sembrano non avere fine. Mi sembra di impazzire.

Tutto è iniziato quando ho cominciato a uscire con questo nuovo gruppo. All'inizio, era solo un modo per evadere un po'. Giulia e io eravamo inseparabili, ma ogni tanto sentivo il bisogno di qualcosa di diverso, di staccare. Non che ci fosse qualcosa che non andava tra di noi, ma stare sempre insieme, condividere ogni momento, a volte diventava pesante. Volevo solo respirare un po' d'aria fresca, e con questi ragazzi era facile. Loro non mi facevano domande, non mi chiedevano nulla di personale. Era tutto molto semplice.

Poi, un giorno, senza che me ne rendessi conto, qualcosa è cambiato.

Stavamo tutti insieme in un parco, era uno di quei pomeriggi in cui non hai nulla da fare e l'idea di passare qualche ora all'aperto sembrava la migliore del mondo. C'erano Alex, Marco, Lisa e un paio di altri che avevo appena conosciuto. La conversazione era leggera, banale, finché Lisa non ha detto qualcosa che mi ha fatto gelare il sangue.

"Hey, Joseph," ha iniziato, con quel tono che non sai mai se è scherzoso o serio, "lo sai che la tua ragazza ha parlato male di te l'altro giorno? Diceva che non sei il tipo di ragazzo con cui pensava di stare. E che forse sta cercando qualcun altro."

Le risate intorno a me erano un misto di sorpresa e divertimento. Io invece sentivo il cuore battere più forte, la mente correre veloce. Non sapevo cosa rispondere, così ho riso, come se fosse una battuta, ma dentro di me il dubbio aveva già cominciato a insinuarsi. Lisa ha continuato a parlare, aggiungendo dettagli che mi sembravano sempre più veri, anche se non volevo crederci.

Quando sono tornato a casa quella sera, la mia mente era un caos. Non riuscivo a smettere di pensare a quello che Lisa aveva detto. Ogni parola, ogni frase, risuonava nella mia testa come un eco incessante. "Non sei il tipo di ragazzo con cui pensava di stare". "Sta cercando qualcun altro".

Ma come poteva essere vero? Giulia ed io stavamo insieme da quasi un anno ormai, e non c'era mai stato nulla che mi facesse pensare che non fosse felice con me. Eppure, quelle parole... quelle parole avevano piantato un seme di dubbio che cresceva a dismisura.

Cominciai a ricordare ogni piccolo momento in cui Giulia era stata distante, ogni volta che non aveva risposto immediatamente ai miei messaggi, ogni volta che sembrava distratta quando stavamo insieme. Cose che fino a quel momento non avevano avuto alcun peso nella mia mente, ora assumevano una nuova importanza, come se fossero indizi di qualcosa di più grande, di qualcosa che io avevo ignorato.

La mia mente era un vortice di pensieri ossessivi. Ogni volta che mi trovavo da solo, i pensieri tornavano, sempre più forti. Cominciai a fare congetture, a immaginare scenari. E se fosse vero? E se Giulia stesse davvero cercando qualcun altro? E se io non fossi abbastanza per lei?

Non potevo smettere di pensarci. Le parole di Lisa mi tormentavano, facendomi mettere in discussione tutto ciò che pensavo di sapere su Giulia, su di noi. Ero sicuro che fosse felice con me, ma ora... ora non ero più così sicuro di nulla.

Cercavo di convincermi che non fosse vero, che Lisa stesse solo scherzando, che fosse tutto un malinteso. Ma ogni volta che lo facevo, il dubbio tornava, più forte di prima. E se invece fosse stato tutto vero? E se Giulia stesse davvero parlando male di me alle mie spalle?

La situazione peggiorò quando, qualche giorno dopo, Alex mi disse qualcosa di simile. Eravamo in un bar, stavamo bevendo una birra, e lui, con quella sua aria da saputello, mi chiese: "Ma tu lo sai che Giulia forse ha messo gli occhi su qualcun altro? Ho sentito che si è avvicinata molto a uno di quei tipi che girano sempre in biblioteca. Quello con gli occhiali, come si chiama... Lorenzo, mi pare."

Questa volta, non riuscii nemmeno a ridere. Sentii il sangue gelarsi nelle vene. Lorenzo? Chi diavolo era Lorenzo? E perché Giulia avrebbe dovuto interessarsi a lui? Ma soprattutto, perché queste voci continuavano a circolare?

Non risposi nulla ad Alex, finsi di non dargli peso, ma dentro di me qualcosa si spezzò. Non riuscivo più a fidarmi di Giulia come prima. Ogni volta che la guardavo, che parlavamo, c'era quella voce dentro di me che mi diceva che qualcosa non andava, che lei mi stava nascondendo qualcosa.

I pensieri diventavano sempre più ossessivi. Iniziai a controllare il suo telefono quando lei non se ne accorgeva, a leggere i suoi messaggi, a cercare indizi. Non trovai nulla, ma questo non mi calmava, anzi, aumentava la mia frustrazione. Mi sentivo un detective, ma senza prove, solo con dubbi che mi mangiavano vivo.

Ogni messaggio che riceveva, ogni risata che faceva con un altro ragazzo, mi sembrava una conferma dei miei sospetti. Eppure, non avevo il coraggio di affrontarla. Temevo la sua reazione, temevo che potesse confermare i miei peggiori timori. Così continuai a rimuginare, giorno e notte, su queste voci, su questi pensieri, fino a quando non riuscii più a dormire.

Il mio umore cambiò. Ero sempre nervoso, sempre sospettoso. Giulia lo notava, mi chiedeva cosa c'era che non andava, ma io la respingevo, le dicevo che era solo stress, che andava tutto bene. Ma dentro di me, niente andava bene. Mi sentivo come se stessi annegando in un mare di dubbi e incertezze.

Gli amici del nuovo gruppo notarono il mio cambiamento, e cominciarono a instillare ulteriori dubbi. Ogni volta che uscivamo, c'era sempre qualche allusione, qualche battuta su Giulia, su Lorenzo, su cosa stava facendo quando io non c'ero. Mi sentivo come se fossi costantemente preso in giro, come se tutti sapessero qualcosa che io ignoravo.

Il dubbio si trasformò in ossessione. Iniziai a controllare ogni dettaglio della sua vita, cercando di trovare una conferma, qualsiasi cosa che mi desse ragione di dubitare. Ma più cercavo, più mi sentivo perso, intrappolato in un ciclo senza fine di pensieri negativi.

Non riuscivo più a fidarmi di Giulia, e questo mi uccideva. La amavo, ma al tempo stesso, la odiavo per quello che credevo stesse facendo. La mia mente era divisa in due, una parte di me voleva crederle, fidarsi, ma l'altra, quella più oscura, non poteva fare a meno di immaginare il peggio.

Cominciai a evitarla, a trovare scuse per non vederci. Ogni volta che le stavo vicino, quei pensieri mi divoravano, mi facevano sentire inadeguato, tradito, stupido. E così, lentamente, iniziai a chiudermi in me stesso, a isolarmi, a non rispondere ai suoi messaggi, alle sue chiamate.

Giulia era preoccupata, lo vedevo nei suoi occhi, ma non potevo parlarle, non potevo dirle cosa stavo pensando. Avevo paura della verità, paura che, se avessi detto qualcosa, tutto sarebbe crollato. Così rimanevo in silenzio, mentre dentro di me cresceva un senso di rabbia e frustrazione che non sapevo come sfogare.

Ogni volta che pensavo a lei, vedevo Lorenzo, vedevo quelle conversazioni che immaginavo nella mia mente, vedevo Giulia che rideva con lui, che parlava male di me, che lo considerava migliore di me. Era come un film che continuava a ripetersi nella mia testa, un film di cui non riuscivo a trovare il tasto di stop.

Il nostro rapporto cominciò a deteriorarsi. Litigavamo per cose banali, piccolezze che non avrebbero mai dovuto diventare problemi. Ma ogni volta che Giulia cercava di avvicinarsi, di chiedermi cosa c'era che non andava, io la respingevo, le rispondevo male, quasi come se vol essi che anche lei si allontanasse, come se volessi confermare i miei dubbi, come se volessi che tutto crollasse.

E così, mentre il tempo passava, mi ritrovavo sempre più distante da lei, sempre più immerso in questo vortice di pensieri distruttivi. Non riuscivo più a vedere la luce, non riuscivo più a distinguere tra realtà e immaginazione, tra verità e supposizione.

E tutto era cominciato con quelle stupide voci, con quel germe di dubbio che era germogliato nella mia mente e che ora sembrava aver preso il controllo della mia vita. Mi sentivo intrappolato in una rete di menzogne e sospetti, senza sapere come uscirne, senza sapere se avrei mai potuto recuperare ciò che avevamo perso.

Lonely Soulmates - Holden Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora