Capitolo 27

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Selene 🌘

Qualcosa mi solletica il naso, però sto comoda, però mi viene da starnutire, finisco di dirlo che lo faccio sul serio.

- Giorno.

Una voce roca e impastata dal sonno mi arriva da sopra la testa.

- Sei tornato un gomitolo di lana.
- Sono un leone non una pecora!
- Scherza, non ti scaldare è prima mattina.
- Mi sa che è ora di pranzo.
- Meglio, si mangia appena svegliati.
- È una lagna.
- Esci.
- No, troppa gente e non me ne tiene di fare quello serio.
- Vengo pure io, tanto conciata così non mi riconoscono facilmente.
- Tu?
- Che c'è?
- Nulla.
- Allora usciamo.
- Conciata come un pirata non di sicuro.
- Cosa c'è di male nei miei vestiti!
- Adesso sei tu che urli di prima mattina.
- Io ho una valida motivazione.
- Mi hai dato della pecora!
- Tu del pirata!
- Sua maestà è tutto apposto?

Io e il Re sbianchiamo.

- Stai al gioco (sussurro).
- Anubis sono con la mia concubina lasciami stare tutto il giorno.
- Ma... sua Altezza gli ospiti sono qui per i festeggiamenti.
- Aggiungi un posto accanto a me, ho un'ospite, fai portare i vestiti di Lara qua.
- Cosa!? (tossicchia), come desidera.

I passi si fanno sempre più lontani.

- Da quando sono una concubina? Che mi sono persa?
- Un bel niente, io torno a dormire, se torna svegliami.
- Ti seguo a dormire.

L'unico problema quando mi butto di botto, la prendo per davvero la botta con le corna. Le risate che si sta facendo sua Maestà sono più autentiche delle mie e Bronx quando abbiamo parlato con Mira.

- Io torno sul serio a dormire.

Questa volta con cautela mi appoggio al cuscino, mi accoccolo serena e cerco di dormire, ma vengo interrotta da un braccio peloso che mi solleva la testa, è caldo e morbido.

- Cerca di stare un minimo più attenta.
- Grazie.

E così torno a dormire.

***
Il sonno mi abbandona, non è più dalla mia parte, però la comodità ha la meglio, cerco di girarmi ma QUALCUNO me lo impedisce.

- Re la colazione è servita, se mi da il permesso entro.
- Mh mh (consenso).
- Le dispiace se provo il suo mantello, e di un tessuto raffinato e pregiato, mai visto.
- Ehy... Che razza di camer...

Questa volta sono io che me la rido.

- Touché nanetta.
- Che dici andiamo?
- È una sopravvivenza ogni festa.
- Ti sto accanto peggio della tua ombra.
- Ho più paura per gli invitati, tu stammi vicino e si naturale.
- Non è difficile.
- I vestiti sono fuori, sono arrivati mentre dormivi, scegli qualcosa e scendi.
- Va bene Re.
- Ah giusto, io mi chiamo Leonard, basta con Re, mi da suoi nervi.
- Leonard, non lo avrei mai detto haha...
- Dettagli.
- Ti calza a pennello.
- Non direi.
- Forte come un leone, perchè non dovrebbe.
- Perchè sono maledetto dall'età di 8 anni e sono costretto a nascondermi una volta al mese.
- Rimani forte.

Mi alzo e metto la testa fuori la porta, non c'è nessuno, prendo i vestiti e torno dentro, li metto sopra la scrivania, uno alla volta vedo quale colore mi sta meglio, alla fine quello verde bottiglia vince, aderente, a sirena con circonferenza aperta per terra, una scollatura a cuore con balze e si chiude con la schiena scoperta e lo scollo a metà schiena verso il sedere; modifico l'aspetto delle mie scarpe con la magia, le trasformo in semplici tacchi argentati.

Luna PienaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora