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Juanjo era stato fuori tutto il giorno, il giovedì il suo orario era terribile e lo costringeva a tornare a casa poco prima dell'ora di cena.
Solitamente quando rientrava aveva una fame allucinante, oggi però si sentiva lo stomaco bloccato. si stava avvicinando il momento di chiedere a Martin di uscire con lui.

Era la prima volta nella sua vita che chiedeva ad un ragazzo di uscire. Girò la chiave nella serratura e aprì la porta. Le luci nell'appartamento erano spente, strano, pensò, di solito il fantasma leggeva sempre qualcosa mentre lui non c'era.

Entrando nel salotto vide la figura di Martin, accoccolato sul divano, addormentato. Era molto, molto carino. Juanjo lo salutò sottovoce accarezzandogli affettuosamente i capelli, il più piccolo non si svegliò.
L'umano ne era quasi contento, aveva più tempo per pensare. Aveva bisogno di calmarsi.

Decise di fare una cosa che non faceva da quando era arrivato a Madrid, si avvicinò alla porta finestra che dava sul piccolo balconcino per spalancarla. L'aria fresca della sera entrò nell'appartamento, Juanjo uscì per prendere una boccata d'aria, poi si sedette con le gambe tese in avanti e la schiena appoggiata alla ringhiera. Lo spazio era così stretto che con le caviglie riusciva a raggiungere lo stipite della porta.

Alzò la testa al cielo e si portò una sigaretta alla bocca, inalò il fumo e poi lo soffiò fuori, rivolto verso il cielo. Non gli piaceva questo suo vizio, anche se non si poteva propriamente definire tale.
Fumava solo quando era troppo nervoso per riuscire ad andare avanti, era una specie di meccanismo di difesa. Voleva eliminarlo, questa sarebbe stata l'ultima sigaretta.

Gli mancava qualche tiro per finire la sigaretta quando sentì dei rumori provenire dall'interno della casa.

"Juanjo?"

"Qui fuori"

Martin si alzò dal divano e si piazzò a pochi centimetri dalla porta, "Fumi?"

Il più grande poteva leggere un certo disappunto nel suo sguardo, tentò subito di giustificarsi "Solo quando sono nervoso, voglio smettere però"

"Sei nervoso?"

Juanjo lo fissò negli occhi, la luce dei lampioni lo rendeva ancora più bello di quanto non fosse di solito.

"Un po'..."

Martin inclinò lievemente la testa e decise di sedersi a gambe incrociate, appoggiato allo stipite della porta, non poteva uscire.

Rimasero in silenzio, l'umano finì la sua sigaretta e la spense nel posacenere che aveva poggiato sul pavimento a fianco a sé.

Il suo sguardo si posò su Martin, che stava fissando il cielo come se fosse incantato.

Juanjo spostò il piede per colpirgli la gamba e attirare la sua attenzione, il ragazzo incontrò i suoi occhi.

"Che c'è?"

"Ti piace osservare il cielo?"

Il fantasma arrossì, "Sì, amo le stelle"

Il più grande non fece altro che annuire. Cominciò a far oscillare la gamba in modo che fosse più vicina a Martin, un altro modo per calmare il nervosismo.

L'altro lo notò subito, infatti spostò una mano per posargliela sulla caviglia e farlo smettere di dondolare la gamba, quando placò il movimento però non la rimosse, anzi, cominciò a muovere il pollice, quasi in maniera involontaria, andando a disegnare dei cerchi sulla pelle di Juanjo.

Lo rilassava.

"Perchè sei nervoso?"

Il ragazzo sospirò, il contatto di Martin aveva azzerato i pensieri nella sua testa, non riusciva a pensare ad altro che alle sue mani che lo accarezzavano con così tanta delicatezza. Come se fosse l'oggetto più fragile e prezioso del mondo.

Luna Piena || Juanjo e MartinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora