13.

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La sveglia stava suonando e Juanjo voleva maledire chiunque avesse inventato quella macchina infernale. Non aveva la minima voglia di alzarsi e andare a lezione, sicuramente il fatto che avesse sonno contribuiva, ma non era il motivo principale.

Martin era ancora addormentato, rannicchiato al suo fianco come se stesse cercando il suo calore. Era così adorabile e bello che l'umano avrebbe potuto urlare.

Doveva alzarsi, decise di svegliare il fantasma, non aveva intenzione di andarsene senza salutarlo.

"Oi, Martin. Sveglia, il sole è alto nel cielo"

Il ragazzo corrucciò il volto e rotolò dall'altro lato tentando di tapparsi le orecchie con le mani.

"Mmm, cinque minuti, dieci..."

"Daii, poi ho lezione"

Al sentire quelle parole il più piccolo si voltò per guardarlo con gli occhi semichiusi.

"No, stai quiii..." allungò un braccio cercando il contatto di Juanjo. Quest'ultimo sporse una mano a sua volta per dargli una piccola stretta.
Martin ricambiò il gesto stringendogli la mano, il più grande approfittò della situazione per tirarlo su a forza.

"Va bene, mi alzo. Ma solo perchè voglio farmi un colacao"

Juanjo rise scuotendo la testa, quel ragazzo era più carino ogni giorno.

Il fantasma arrivò in cucina per primo, fluttuando per il corridoio dell'appartamento, assicurandosi che ci fossero gli ingredienti di cui aveva bisogno.

Vederlo assorto nel prepararsi la bevanda era qualcosa che incantava il ragazzo umano, non sapeva esattamente perchè.

"Me ne fai uno?" chiese il più grande allungando le vocali alla fine e sentendosi sul tavolo appoggiandoci sopra la testa.

Martin si voltò per guardarlo, un sorriso radioso in volto, "Ok".

Condividere dei momenti così normali e casalinghi era per entrambi una sensazione quasi magica, come se potesse aprire di fronte a loro miliardi di possibilità.

Una volta seduti, uno di fronte all'altro, con la loro tazza fumante davanti, cominciarono una conversazione lenta e un po' assonnata.

"Piani per oggi?"

"Allora", rispose Juanjo bevendo un sorso dalla tazza, doveva necessariamente prendere un caffè da Lucas prima di andare in sede, "Lezione fino all'ora di pranzo, spostare il tuo materasso in camera, e poi non lo so, vediamo un film?"

"Sì, mi sembra un programma ragionevole" rise Martin.

L'umano controllò l'ora sul cellulare, era abbastanza tardi, non si era reso conto dello scorrere del tempo.

"Fantasmino, devo scappare. Se non bevo un caffè potrei non arrivare a fine giornata"

Si alzò dalla sedia poggiando una mano sulla spalla di Martin e sporgendosi in avanti per lasciargli un bacio sulla guancia.
Era stato un gesto così naturale e non pianificato, che quasi non si era reso conto di quello che stava facendo. Il più piccolo arrossì.

"A dopo, Juanji"

Quando rimase solo in casa, il fantasma buttò la testa indietro sorridendo in modo incontrollato.
Juanjo gli aveva baciato la guancia in una maniera che sembrava troppo abituale, come se fosse parte della loro quotidianità.

Non riusciva a smettere di sorridere mentre si sfiorava la guancia con la mano sentendo ancora la sensazione delle labbra del ragazzo sulla sua pelle.
Era tutto così surreale. La cosa più surreale di tutte però era che l'indomani sarebbero usciti. Usciti nel vero senso della parola, un appuntamento, un appuntamento romantico.

Luna Piena || Juanjo e MartinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora