Diciotto

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Pov's Cris

Ero a cena con mio papà e i suoi compagni di squadra, mi piaceva cenare con loro perché erano simpatici, soprattutto Pepe.
"Allora caro Cris"disse quest'ultimo.
"Dimmi Peps" dissi.
"Ho visto una cosuccia io l'altra sera" disse.
"Cosa?" chiesi.
"Qualcuno baciava qualcuno" disse e per poco l'acqua che stavo bevendo non mi andò di traverso.
"Avrai visto male" dissi.
"Cristianito cosa nascondi?" chiese mio padre che non sapeva niente.
"Ha baciato la sua amichetta" disse Pepe. Non mi stava più simpatico.
"Cosa hai fatto?" chiese mio papà.
"Ci siamo baciati" dissi io arrossendo e sorridendo.
"Amico pare che Cris sia proprio innamorato di questa ragazza" disse Diogo Costa unendosi alla conversazione.
"State insieme?" mi chiese mio papà.
"No, non ancora, stiamo cercando di fare chiarezza sui nostri sentimenti, c'è io già so cosa provo per lei ma sto aspettando che anche lei capisca cosa prova per me" dissi.
"Cris fidati di me, da quello che ho visto sembrava persa di te" disse Pepe.
"Voglio fartela conoscere, quando giocherete contro la Spagna voglio che vi incontriate" dissi.
"Certo, alla fine è una mia fan" disse Pepe.
"Voglio tutti i dettagli e il perché del vostro bacio" disse Diogo Costa.
"Ero preso dall'emozione della vittoria così l'ho baciata" spiegai.
"Madonna Cris, hai già una fidanzata" disse mio papà in modo fiero.
"Non siamo fidanzati" dissi.
"È una stupida se non ti vuole" disse Pepe.
"Vi faccio vedere una sua foto" dissi tirando fuori una foto sua che tenevo dietro la cover. L'avevamo scattata la prima volta che eravamo usciti lei ne aveva una mia e io una sua.

 L'avevamo scattata la prima volta che eravamo usciti lei ne aveva una mia e io una sua

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"È bella" disse Pepe.
"È bellissima" disse Diogo.
"Perfetta per te Cris" aggiunse dopo.
"Lo so" dissi io.
"Cosa ti ha colpito di lei?" chiese mio papà.
"I suoi occhi pieni d'emozione" dissi.
"Sei innamorato e devi dirglielo, la comunicazione è la chiave" disse Pepe.
"Lo farò" risposi.

Il giorno dopo la cena mi sentivo più sicuro di me sul confessare i miei sentimenti ma quando stavo per scrivere ad Aurora di incontrarci persi tutto il coraggio, decisi lo stesso di spedirle una rosa bianca.
Uscì da camera mia e mi si avvicinò Gio.
"Allora hai aggiornamenti con Aurora?" mi chiese.
"No" risposi.
"Gli ho invitati a pranzo, fai qualche mossa e comportati da gentleman" disse. Annuì ma dentro di me appena sentì che sarebbe stata là a pranzo iniziò a muoversi lo stomaco dall'ansia.
Tornai in camera mia per cambiarmi siccome avevo ancora il pigiama e decisi di mettermi una maglia bianca con dei pantaloni normali neri.
Quando Aurora e la sua famiglia arrivarono alle undici e mezza vedevo nel volto delle figlia tristezza. Ci salutammo e poi portai subito Aurora in camera mia.
"Tutto bene?" le chiesi.
"Siamo vestiti uguali" disse indicando i nostri vestiti e ignorando la mia domanda.
"Rispondi alla mia domanda" dissi.
"Oggi è l'anniversario della morte di mio padre" disse. Allargai le braccia e lei accettò il mio invito ad abbracciarmi buttandosi su di me.
"Ci sono per tutto" le dissi. Quello non era il giorno per dirle ciò che provavo.
"Lo so e te ne sono grata" disse stringendomi.
"Sai un buon profumo" disse poi con la testa appoggiata alla mia spalla. Ogni punto del suo corpo che mi toccava bruciava quella parte del mio corpo.
"Grazie" risposi. Le lasciai un bacio nella tempia.
"Se ieri mia sorella non fosse venuta in cucina ci saremmo baciati?" chiese.
"Si" risposi onestamente.
Se non ci fosse stata sua sorella non avrei ritrovato il controllo che lei mi faceva perdere.
"Voglio baciarti" disse.
"Anche io" risposi. Ci stavamo guardando negli occhi in quel momento quando lei fece la prima mossa e si mise su di me a cavalcioni. Non mi toccò le labbra però.
La colpa di quell'azione era mia.
Unì le nostre labbra e le feci diventare una cosa unica. La mia lingua incontrò la sua e portai il suo corpo più vicino al mio spostando il suo bacino verso di me mentre lei mi spingeva la testa contro la sua per approfondire il nostro bacio.
Mi riconcentrai nelle sue labbra, nella sua bocca e nella sua lingua, iniziai a mordere il suo labbro inferiore e lei a mordere il mio per dispetto.
Poi qualcuno bussò alla porta e Aurora si staccò da me con tutte le labbra arrossate e con il fiato corto.
"È pronto" disse Gio da dietro la porta. Appena sentimmo i passi allontanarsi lasciai un altro bacio nelle labbra di Aurora e lei rimase un attimo scioccata ma poi iniziò a sorridere. Era merito mio se sorrideva e non potevo esserne più fiero.

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