Do I Wanna Know?

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Have you no idea that you're in deep?
I've dreamt about you nearly every night this week

Oggi è la Giornata degli Dei, o, come l'ha chiamata Savanna negli ultimi giorni, il G day.

Sarei un'ipocrita se dessi per scontato di essere stata scelta, ma c'è qualcosa nell'aria che mi suggerisce che questa giornata non sarà come tutte le altre.

Sav si tiene stretta al mio braccio mentre ci dirigiamo al suo armadietto. Una e-mail stamattina avvisava tutti gli studenti di controllare i propri effetti personali per sapere chi ha ricevuto l'invito per il pantheon.

Savanna si ferma, inserisce la combinazione per aprire l'armadietto e la serratura scatta. L'antina si apre piano, rivelando una busta chiusa da un sigillo d'oro. Sotto di essa è ripiegata una veste bianca.

Savanna sussulta impercettibilmente, se non fossi una brava osservatrice, non lo avrei notato. Deglutisce visibilmente e si sforza di fare un sorriso. "Ora controlliamo il tuo!"

"Non vuoi sapere chi rappresenti?" chiedo stranita.

"Io..."

"Apri la lettera, Sav"

Lei sospira e rompe il sigillo. Estrae un quadrato di carta, sopra sono stampate quattro fotografie: un abito greco bianco, un pavone, un anello e un'acconciatura adornata di gioielli. Al centro dell'invito c'è il disegno di un cuore umano e il nome di Era.

"Tu non eri Afrodite?"

"Lo ero lo scorso anno, le cose cambiano, come le persone" gira l'invito e legge il retro in silenzio. Io mi allungo per poter vedere cosa c'è scritto.

Dea del matrimonio, delle donne, della famiglia e regina degli dei.

Poi abbasso lo sguardo sulla missione che dovrà completare durante questa giornata.

Non ci sono delle istruzioni, solo una parola.

Vendicati.

"Cosa...cosa vuol dire?" sono confusa solo io però.

"Lo scoprirò dopo. Ora apri il tuo armadietto." Quando ci arriviamo davanti inserisco il codice convinta di non trovare nulla al suo interno, ma poi una busta chiusa da un sigillo d'oro scivola ai miei piedi. Alzo gli occhi e noto la stessa veste che Savanna ha trovato nel suo armadietto. "Credo che tu debba aprirla"

"Sì..." rompo il sigillo e sul quadrato di carta le immagini sono cambiate: nel mio invito ci sono una civetta, una libreria, un tempio e una spada. Al centro brilla il nome di Athena subito sopra il simbolo di una civetta con le ali spiegate.

Giro l'invito e leggo il retro.

Dea della saggezza, della guerra, della strategia, dell'artigianato e del coraggio.

Sposto lo sguardo sulla missione.

Scopri cosa desideri davvero.

"Non ha senso..." sussurro.

"Se Makis ti ha scelto, deve averlo, ma tranquilla tra poco scoprirai tanti dettagli."

"Cosa intendi?" Non faccio in tempo a finire la frase che gli altoparlanti nei corridoi si accendono e la voce del preside si diffonde nella scuola.

"Buongiorno studenti e studentesse, spero che abbiate tutti controllato i vostri armadietti perché attendo nel mio ufficio i tredici olimpi tra quindici minuti. Questo è il tempo che vi concedo per sistemarvi nelle vesti dei vostri alter ego. Ricordate siete loro sia in senso letterale che in senso figurato. A fra poco, dèi greci." Gli altoparlanti si spengono e Savanna mi prende per un braccio e mi trascina verso il bagno delle ragazze più vicino. Tra le braccia tiene la mia e la sua veste.

"Cosa dobbiamo fare?" chiedo sull'orlo di una crisi di panico.

"Togliti i vestiti" mi ordina chiudendo dietro di noi la porta di uno dei bagni. Io faccio come mi dice. Quando resto in intimo lei spiega la tunica e appoggia a terra degli oggetti che non avevo notato perché nascosti dalle pieghe del tessuto.

Non mi perdo ad osservarli, prendo la tunica da terra e la indosso. Savanna mi aiuta a sistemarla sul braccio sinistro l'unica manica che ho. La spalla destra è completamente scoperta. Poi Savanna si inginocchia e indica le mie scarpe, devo togliere anche quelle. Le slaccio mentre lei prende gli oggetti che aveva lasciato per terra. Tiene tra le braccia un paio di sandali che metto da sola, i lacci si incrociano fino alle ginocchia, lei mi stringe attorno al braccio scoperto una spalliera di metallo e mi mette tra i capelli una coroncina di rami d'oro tipica della tradizione greca.

Dopo tocca a Savanna spogliarsi e io faccio ciò che prima lei ha fatto per me, dispiego la tunica e metto da parte gli oggetti che dovrà indossare dopo, le porgo il drappo bianco e lei se lo mette senza bisogno di aiuto. La sua tunica ha due maniche, ma la destra ha dei buchi ben delineati su tutta la sua lunghezza che lasciano scoperta la maggior parte della pelle del braccio. Sav si mette i sandali poi l'aiuto legare i capelli in un raccolto elegante e sistemare la coroncina.

Quando apriamo la porta del bagno e la luce torna a inondarci, mi accorgo che le tuniche non sono bianche come avevo pensato, o almeno non completamente. Su quella di Savanna si distingue un secondo drappo rosa pesca che la ricopre per metà busto e gran parte della gonna, la mia tunica è invece adornata di un drappo azzurro che funge da manica e si adagia su una sezione della gonna e termina prima di arrivare al ginocchio. Il resto dei nostri abiti sono bianchi, puri.

Savanna mi prende per mano e mi riporta ai nostri armadietti. Io non posso fare altro se non studiare le occhiate che ci lanciano mentre camminiamo nelle tuniche per i corridoi. Sav lascia i nostri vestiti negli armadietti e richiude le ante, poi prende gli inviti da una tasca della sua tunica e mi porge il mio.

"Devi tenerlo al sicuro, Ana. L'invito va presentato alla fine della giornata insieme alla prova del completamento della missione, ma te lo spiegherà anche Makis." Non dice altro. Prende di nuovo la mia mano e mi porta fino all'ufficio del preside.

Fuori dalla porta undici ragazzi stanno aspettando.

Anche loro indossano delle tuniche bianche.

"Savanna!" chiama una voce calda e roca, una voce che mi avvolge e mi inebria.

"Joshi!" Sav si gira verso di lui e si stringono per un secondo. Poi noto che anche lui indossa una tunica. "Quale sventura ti è toccata?" gli chiede la mia amica indicando l'invito che José stringe tra le mani.

"Poseidone" risponde lui con una scrollata di spalle. "Non ho ben capito cosa c'entri con me, ma stando a quello che ho sentito venendo qui, me lo spiegherà Makis."

"Sì, gli piace far sapere ai diretti interessati perché li sceglie"

"Chi sei tu, invece?"

"Era" il nome le esce con tale velocità che fatico a sentirlo.

"A te, Ana?" non mi aveva ancora parlato da quando era arrivato, e io stavo per pensare che fosse meglio così, ma non riesco a non apprezzare la sfumatura che prende il mio nome quando è lui a pronunciarlo.

"Atena" la sua espressione si incupisce.

"Avrei dovuto capirlo dall'armatura" cerca di abbozzare un sorriso, ma è peggio di quando non sorride proprio.

"Oh, i miei olimpi, entrate, vi prego" il preside Makis allarga le braccia e riempie lo spazio davanti alla porta del suo studio, ora aperta. Ci osserva tutti poi si scansa e i ragazzi e le ragazze iniziano ad entrare nella stanza.

Solo quando iniziamo a muoverci mi accorgo che José non è l'ultimo arrivato.

Dietro di noi i passi decisi di Manuel Santos ci raggiungono e anche lui si accoda a noi con una tunica bianca e un drappo violetto ad adornargli il petto.

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