Traitor

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God, I wish that you had thought this through
Before I went and fell in love with you

Le porte delle aule davanti alle quali sfilo sono aperte: tutti mi vedono camminare a ritmo sostenuto verso una meta che non conosco nemmeno io.

Come faccio a capire cosa desidero davvero se non so tra quali cosa devo decidere.

Come faccio a scegliere se non conosco i rischi che corro e qual è la posta in gioco?

Ho gli occhi lucidi per il nervosismo: voglio delle risposte. E non posso darmele da sola.

Savanna però sembra scomparsa dalla circolazione e gli altri dèi sono spariti dai corridoi. Mi sento come se fossi l'unica idiota che gira per i corridoi alla ricerca di qualcuno che l'aiuti.

Poi vedo una porta socchiusa alla fine del piano. Mi avvicino facendo attenzione a non attirare nessuno con il mio continuo tirar su col naso.

Fuori dall'aula c'è scritto ATENE.

"Cosa..." sussurro a fior di labbra.

"Entra pure Athena" la voce del professor Turner mi chiama e io, che ho imparato a fidarmi di lui, appoggio automaticamente la mano sulla maniglia e tiro verso di me la porta, aprendola.

Quello che vedo mi lascia basita: il professor Turner tiene tra le mani una lancia e un tridente, davanti a lui, appoggiato alla cattedra, c'è uno scudo di ferro battuto che fa sembrare questo spazio ancora più greco di quanto dovrebbe essere legalmente consentito. Poi c'è una seconda persona a riempire la sala, uno degli dèi mi dà le spalle mentre guarda la finestra con le spalle in tensione.

Capisco chi ho davanti solo quando si gira leggermente nella mia direzione e posso percorrere con gli occhi le imperfezioni del suo profilo.

José mi studia.

Legge il mio stupore dal mio volto e le sue labbra si aprono in un sorriso triste.

"Mi dispiace che tu sia sorpresa, ma se ci troviamo entrambi qui devo far parte della tua missione"

Non so cosa dire: cosa c'entra José nella mia ricerca dei miei desideri o qualsiasi altra ricerca legata al mio subconscio?

Per la prima volta da quando lo conosco, nonostante non sia esattamente il momento che definirei adatto, mi prendo del tempo per studiarlo. Studiarlo davvero.

Nei suoi occhi color miele scorgo qualcosa di profondo e...come posso definirlo...cangiante. La scintilla che li riempie continua a cambiare direzione: si dirige verso il divertimento, poi si avvicina alla paura, poi passa al sarcasmo e ancora alla noia. I capelli scuri gli cadono spettinati sulla fronte anche se sono adornati da piccoli scintillii d'oro e dalla corona d'alloro. Il suo naso non è dritto, a palazzo tutti i nasi erano perfetti, quindi il suo mi piace: è diverso. Sono certa che un tempo se lo sia rotto, ma non mi racconterà cos'è successo. L'incisivo sinistro è scheggiato nell'angolo, lo noto quando il suo sorriso sprezzante si allarga mostrandomi i piccoli diamanti bianchi che porta incastonati tra le labbra.

"A cosa stai pensando?" mi chiede con un filo di voce mentre unisce le mani dietro la schiena.

"In realtà ti stavo studiando" ammetto senza vergogna. "Come ti sei scheggiato il dente?"

Sentendo quella domanda lui sembra chiudersi in se stesso: torna serio e mi squadra con fare nervoso. "Credo sia ora di smettere di chiacchierare, signor Turner"

José si volta verso il nostro professore di matematica e io non posso che provare una fitta di pena per lui quando mi giro nella sua direzione: l'insegnante è teso come una corda di violino, ma cerca di nasconderlo.

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