And even though I sin
Maybe we are born to live
But I know time will tell if we're meant for thisQuando decido di svegliarmi dal torpore, non è una scelta che prendo con il sorriso. Il bip assordante delle macchine mi infastidisce parecchio.
Al mio capezzale c'è Drag, si tiene la testa tra le mani e noto dagli spasmi delle sue spalle che sta...piangendo? Lui non piange mai, gli hanno insegnato che piangere significa essere deboli, come hanno fatto con me.
"Hey, Drag" sussurro perché i miei muscoli sono ancora troppo stanchi e ho la gola secca.
Lui alza la testa di scatto e mi osserva da sotto le ciglia bagnate. "Sei sveglia, Tsunami..." si lancia su di me, mi circonda la vita con le braccia possenti e dice qualcosa che si perde tra le pieghe delle lenzuola che mi coprono. "Grazie a Dio stai bene..."
"Tranquillo" gli accarezzo i capelli umidi biondo scuro. Devono averlo chiamato prima che potesse asciugarli dopo la doccia del mercoledì mattina.
"Sono passati tutti i tuoi nuovi amici subito dopo la fine delle lezioni" si ferma per asciugarsi le lacrime. "Non mi avevi detto che hai conosciuto così tante persone"
"Chi è passato?" ti prego, fa che sia venuto...
"Allora, Savanna, Mariana, Leandro, Eduardo, Miguel, Irina, un certo Zach, e altri due ragazzi."
"Chi erano, Drag?"
"È così importante?"
"Sì."
"Se non ho capito male si chiamano Manuel e José...ma uno non era quello con cui stavi facendo una guerra fredda?"
La voce di mio cugino viene automaticamente silenziata e l'unica cosa che riesco a sentire è José che segue la mia barella chiamandomi Angel.
"...sono ancora qui fuori, in realtà. Vuoi che li mandi via?" Dragan torna e penetrare la mia bolla.
"No. Non mandarli via. Falli entrare."
"Sei sicura?"
Annuisco.
Allora Drag esce dalla porta dopo avermi lanciato uno sguardo apprensivo e, quando rientra, è seguito da tutti i miei nuovi amici.
"Mi hai fatto prendere un infarto!" esclama Sav correndomi incontro e abbracciandomi come ha fatto mio cugino.
"Sto bene" le accarezzo i capelli.
"Quando mi hanno chiamato mi sono spaventato, blondie, non farci più uno scherzo simile" Zach infila le mani nelle tasche posteriori dei jeans sbiaditi mentre parla. Probabilmente era già al lavoro al maneggio quando è successo tutto.
"Tranquilli, sto bene"
"Sei sicura di stare bene?" stavolta è Mariana a parlare. "Abbiamo sentito le sirene dell'ambulanza mentre facevamo lezione, poi Joshy..."
"Ha detto che sta bene." Il tono che usa José è glaciale. Sento un brivido percorrermi la schiena mentre parla con una crudezza che gli ho sentito raramente nella voce. Interrompe ogni rumore. Anche il bip incessante della macchina attaccata al mio cuore sembra abbassare il volume per non infastidirlo. "Ora lasciamola riposare e andiamo via. Tutto qui puzza di ammoniaca, voglio una doccia." Mi gira le spalle e se ne va.
Non mi saluto nemmeno.
Non sembra lo stesso ragazzo che fino a poche ore fa mi chiamava Angel ogni volta che si rivolgeva a me.
Tutti mi salutano e poi escono per lasciarmi riprendere da questa giornata impegnativa.
Se ne vanno lasciandomi sola, o almeno mi sembra di essere sola. Dragan è uscito con il sorriso quando il suo cellulare ha iniziato a squillare e la stanza si è come spenta: nessun rumore tranne il battito ritmico del mio cuore. Poi da un angolo d'ombra si fa avanti la figura spigolosa di Manuel Santos.
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Cosa te lo dico a fare?
RomanceThunder Series, libro 2 Cos'è la perfezione? Ana crede di saperlo, dopotutto ha la vita che tutti sognano: ha la fama, un ragazzo che la ama, dei genitori che la lasciano libera di fare tutto ciò che vuole e un conto in banca a cinque zeri. È second...