Athena

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Say that you know me, babe
But no one really knows me, baby

L'ufficio è spoglio, al contrario di quello di Sonia che è in disordine e pieno di fotografie sue e del suo bambino. La prima volta non le avevo notate, ma sono sparse in giro. Si chiama Dimitri, il suo bambino, ma lo penso in questo momento solo per distrarmi dal gruppo di persone che mi guardano e studiano la mia tunica bianca.

Savanna mi stringe il braccio.

José ci protegge le spalle.

Sembra che stiamo per andare in guerra, a vederli.

"Ragazzi, iniziamo dal re degli dèi" propone Makis, il ragazzo alto e con le spalle larghe, avanza di un passo. "Manuel, sei Zeus, come credo tu abbia capito" lui fa un cenno d'assenso, ma non apre le labbra. "Ti trovi bene con la folgore? La fascia è della larghezza giusta?" Manuel abbassa lo sguardo sulla sua coscia e mi accorgo che la sua tunica ha uno spacco che gli risale lungo la gamba muscolosa. Proprio prima che la stoffa copra la seconda metà della sua coscia, una striscia di cuoio gli avvolge la carne bloccando un fulmine di ferro battuto. Io resto a osservare l'accessorio per troppo tempo probabilmente perché Savanna mi scuote per farmi concentrare sul preside che, nel frattempo, ha ripreso a parlare.

"Sai perché ti ho scelto, vero Manuel?"

Manuel si passa una mano tra i folti capelli castani, i suoi occhi marroni guizzano da una parte all'altra della stanza con energia mentre il suo viso ostenta una sicurezza che, sono certa, abbia davvero anche sotto la superficie .

"Ti ho scelto perché il tuo carattere è paragonabile a quello di un tuono"

Manuel abbozza un sorriso divertito, intriso di sarcasmo. Non lo conosco abbastanza per affermarlo con sicurezza, ma ho intuito che il sarcasmo è uno dei suoi tratti distintivi.

"Lo trovi divertente?" gli chiede il preside.

"Lo trovo ironico, signore"

"Perché?"

"Questioni di famiglia" poi alza una mano e si sistema la corona di foglie dorate.

"Beh, Zeus ha i suoi segreti, mi sembra giusto. Hai letto la missione?"

"Sì, signore" dice Manuel con tono piatto.

"Allora trova Crono, sai di chi parlo?" una scintilla divertita passa negli occhi di Makis.

"Sì"

"Allora con Zeus ho finito. Passiamo ai suoi fratelli?" Lo sguardo del preside passa velocemente tra Josè e un ragazzo biondo meno imponente di lui. Entrambi si muovono di qualche passo avanti fino a trovarsi al centro della stanza. "Tiago, tu sei il mio Ade." Makis si rivolge per primo al ragazzo dai capelli chiari. Ha gli occhi azzurro cielo, le labbra serrate e il naso perfettamente dritto. Sembra che sia sempre stato protetto, che non abbia un graffio sulla pelle. Come se fosse stato rinchiuso fino ad ora, e forse è proprio per questo che Makis lo ha adocchiato: la pelle chiara come il latte dà l'impressione che Tiago abbia vissuto senza mai vedere il sole. "Tu sai che la mia scelta è dettata dalla tua storia con Persefone, giusto?"

Tiago annuisce.

"Hai capito che è la ragazza, vero?"

Tiago annuisce per la seconda volta.

Makis sorride e passa a José. "Ho conquistato un altro membro del gruppo di Manuel Santos oggi" afferma intrecciando le dita sotto il mento. "Poseidone, sei pronto a combattere?" Lo sguardo del preside cade su di noi per una frazione di secondo quando si accorge che José si è irrigidito.

"Credo che la battaglia di oggi sarà molto divertente da guardare" il suo sorriso si allarga in modo quasi inquietante. "Vedo che hai capito cosa devi fare, Poseidone. Credo che parlerò con gli altri partecipanti ora." Ci percorre tutti con gli occhi e si ferma su una ragazzo e una ragazza che si spalleggiano. Lui emana raggi di sole, lei è circondata da un'aura buia. Non risplende di luce propria, riflette la luce emessa da lui dandole una sfumatura sinistra.

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