Dark Paradise

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All my friends ask me why I stay strong
Tell 'em when you find true love, it lives on

Non ho visto Savanna ieri, anzi, l'ho vista, ma lei non si è presentata come suo solito durante la pausa.

All'inizio ho pensato che avesse solo qualche compito da recuperare per le ore successive, ma sono sicura che fosse lei la ragazza che è passata così velocemente da non poterla nemmeno vedere davanti alla porta della mia aula. Ne sono certa perché al fianco di quella ragazza c'era Manuel. E lui è il migliore amico di Sav.

"Le hai chiesto qualcosa sulla prima superiore, vero?" la voce di José riempie i miei timpani, mi avvolge come un velo che insonorizza tutto il resto. Lui si appoggia al davanzale, accanto a me, attento a non sfiorarmi nemmeno con un dito, e incrocia le braccia davanti al petto.

"Sulla Giornata degli Dei"

"Sav non parla quasi mai degli anni passati. Non racconta mai aneddoti fino a metà della seconda media, quando ha incontrato Manuel. Non ha grandi difficoltà a raccontare della terza, ma il primo anno di superiori lo evita. Quasi sempre."

"Sai perché?" gli chiedo in preda alla curiosità e all'apprensione per la mia amica.

"No, ma non te lo direi così, senza chiedere prima a lei."

"Manuel lo sa?"

"Non credo, anche lui cammina sul primo anno alla Blossom Groove di Savanna con estrema cautela. Quando si parla si Sav è come addentrarsi in un campo minato: con lei ogni parola conta e se ne metti anche solo una nel posto sbagliato rischi di farla saltare in aria. I suoi sentimenti sono...illeggibili."

"Wow, avevo capito che c'era qualcosa sotto, ma pensavo che con voi parlasse"

"Non è una ragazza semplice, ma sono felice che abbia trovato te. Sei un'amica speciale per lei."

"Così speciale che è da due giorni che non mi parla."

"Vieni alla fontana del viale dopo la scuola" si sta per alzare, il suo linguaggio del corpo lo tradisce. O forse vuole farmi capire che la nostra conversazione civile è finita.

"Perché?"

"Il gruppo si ritrova sempre lì. Ci sarà anche lei."

"Perché vi riunite?"

"Affari del gruppo" non dice altro, va verso il suo banco e io sono costretta a sedermi dietro di lui e non fare altre domande perché suona la campanella.

Faccio come mi ha detto José e a fine giornata mi dirigo verso la fontana vicino alla quale ho conosciuto per la prima volta gli amici di Savanna. Loro sono lì, come mi era stato detto.

José incrocia il mio sguardo per un secondo quando tutti si voltano a guardarmi ed è quel piccolo gesto a tradirlo: Sav capisce subito che è stato lui a dirmi di venire.

I muscoli della mia amica si tendono, la sua postura si irrigidisce.

"Che ci fai qui?"

"Mi ha invitata, José"

"Non credo tu sia venuta per prendere un caffè in compagnia" sentenzia Savanna sedendosi accanto a Manuel sul marmo della fontana.

"Volevo parlarti"

"Allora parla"

Mi guardo intorno: mi guardano ancora tutti. "Non credo sia il posto giusto..."

"Sono la mia famiglia. Possono sentire tutto."

Sospiro, la conosco da poco, ma so già che non cederà. "Mi dispiace, Sav. Non volevo farti stare male, l'altro giorno."

Lei mi scruta e poi accenna un sorriso. "Lo so, Ana, sono solo molto delicata. Dispiace a me di non aver trovato il coraggio di venire da te e di essere troppo orgogliosa per chiedere scusa per i miei comportamenti un po' insoliti."

"Che bello, le amichette si sono chiarite!" José finge interesse e batte le mani come per segnare che il momento a mia disposizione è terminato. "Ana, ora puoi anche andare..."

"No, Joshi. Anche lei è parte del gruppo: può restare a sentire come organizziamo..."

"Ana, ci vediamo domani, va bene?" la interrompe Manuel con un sorriso freddo rivolto a me.

I miei occhi scattano da Savanna, a José, a Manuel e al resto del gruppo, che tiene la testa bassa, almeno un milione di volte.

"Ma io voglio che partecipi!" si lamenta Sav con il tono di una bambina.

"Savanna, non possiamo coinvolgerla." cerca di chiudere la discussione il suo migliore amico. Ora anche José sta in silenzio e ascolta lo scambio con le labbra serrate.

"Ma io so che potrebbe esserci utile!"

"Savanna..."

"Guida da Dio, Manuelito!"

"Basta, smettila." Savanna ammutolisce davanti al tono profondo di Manuel. "Ana, a domani." Stavolta non è una domanda, ma un ordine. Mi sta ordinando di andare a casa.

"A domani" sussurro.

Non so se qualcuno mi abbia sentito, ma sono troppo confusa per parlare ad alta voce.

Io. Non. Ci. Capisco. Più. Nulla.

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