Complicated

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Watching your back like you can't relax
You're tryin' to be cool
You look like a fool to me

Dragan accosta di fronte alla grande scuola privata e io scendo dall'auto con le mani che mi tremano. Gli alunni sono a lezione, non mi vedrà nessuno, mi ripeto, ma forse se mi vedesse qualcuno sarebbe meglio: domani i pettegolezzi sarebbero più contenuti. Drag aggira il cofano della sua Cadillac XT5 e mi raggiunge. "Vogliamo entrare?" io mi limito ad annuire, ma sono così intimorita dalla mole della struttura che sto sudando freddo. Lui mi stringe le spalle e tiene una mano appoggiata alla mia schiena mentre percorriamo il viale e poi tutti i corridoi verso l'ufficio della segreteria.

Incrociamo solo uno studente che sta andando in bagno e un paio di professori che si scambiano dei pareri su una classe mentre sorseggiano il loro caffè prima di ritrovarci davanti alla porta della a vetri che dovremo superare per rendere ufficiale il mio cambio di vita.

"Non lo facciamo se non sei sicura, Tsunami" mi ha sempre chiamata così, fin da quando ho iniziato a far penare il personale del palazzo.

"Sono sicura" gli dico nonostante il mio corpo stia mandando tutt'altro messaggio. Lui allora abbassa la maniglia e fa il passo che mi libererà dalla corona.

"Signor von Habsburg?" chiede una ragazza sulla ventina. Porta i capelli scuri raccolti in uno chignon disordinato e gli occhiali alzati sopra la testa. Ci guarda solo per un istante: sta battendo freneticamente sulla tastiera. Le sue spalle tremano a ogni lettera che digita e non faccio fatica a capire che le sta succedendo qualcosa.

"Sì, sono io. Ci siamo sentiti al telefono ieri. Sonia Tracey-Moore, giusto?"

"Sì" stavolta alza lo sguardo per più tempo e vedo che ha gli occhi arrossati da un pianto che si è lasciato alle spalle un volto stanco e provato.

"Devo iscrivere mia cugina, sono il tutore legale." Le passa un fascicolo di carte su di me, su di lui, sulla nostra famiglia e sul mio trasferimento in Portogallo.

"Sì, giusto" lei estrae da un cassetto una cartella e ce la passa. "Dovete firmare questi, in alcuni punti anche la ragazza, e poi riconsegnare tutto domattina. Ana, giusto?" stavolta si rivolge a me.

"Sì"

"Ci vediamo domani, ti aspetto qui. Una ragazza di nome Savanna ha chiesto di farti da tutor sostenendo che vi conoscevate, è stata molto determinata, abbiamo dovuto lasciarla fare. Se per te è un problema provvederemo a trovare un sostituto..."

"No, ci conosciamo davvero, non serve. Grazie per avermi avvisata però, lo apprezzo" la guardo negli occhi e riesco a vedermi tutte le volte che sono finita ridotta in quello stato dopo uno dei miei disastri.

"Perfetto, allora vi lascio andare. Buona giornata a entrambi"

"Buona giornata anche a lei" dice Dragan e non mi sfugge l'inclinazione mielosa nella sua voce.

Usciamo dalla segreteria e ci chiudiamo la porta alle spalle, ma io non aspetto di arrivare alla macchina per assalire mio cugino. "Buona giornata anche a lei" lo imito enfatizzando il tono di voce.

"Non fare l'idiota, Tsunami, o ti riduco in briciole e ti rimando da mammina a Fravenia"

Non so fino a che punto lui stia scherzando, ma so che è uno abbastanza serio di solito, quindi preferisco non rischiare. Alzo le mani e apro lo sportello del passeggero per poi salire in auto e andare via con lui.


"Quindi domani inizi la scuola..." dice Dragan quella stessa sera mentre io guardo la televisione.

"Eh già"

"Chi è quella Savanna di cui ha parlato Sonia?"

"Siamo già passati a chiamarla per nome?" chiedo io divertita dalla situazione.

"Non dire sciocchezze: non sono l'erede al trono, ma questo non significa che io voglia innamorarmi di qualcuno che non è del mio stesso status. Una ragazza madre che lavora come segretaria in un liceo? Sicuramente non rientra nei miei canoni." Il suo tono tradisce una punta di amarezza, ma non dico nulla a riguardo.

"Come fai a sapere che è una ragazza madre?" sono sorpresa: non può aver fatto delle ricerche sul personale per la mia sicurezza.

"Ho fatto delle ricerche sul personale della scuola: è per la tua sicurezza. Ti voglio affidare alle persone giuste e sicuramente non ho intenzione di farmi rincorrere con torce e forconi da tua madre e il resto del nostro regno. Poi quella ragazza aveva il cellulare acceso: sullo sfondo c'era una sua foto in ospedale, con un bambino appena nato che le dormiva sul petto. Come se non bastasse, sulla sua scrivania è incorniciata una fotografia di lei e il marmocchio. Sarebbe stato facile fare due più due anche senza le mie ricerche perfettamente approfondite." Non è vero...ditemi che non l'ha detto.

Trattengo tutto quello che vorrei dirgli a proposito del suo esagerato senso della sicurezza e il suo inappropriato spirito d'osservazione e mi limito a rispondere alla domanda che mi aveva posto in precedenza a questa divagazione. "Savanna è una ragazza che ho conosciuto stamani, andando in spiaggia"

"Sono felice che tu ti sia fatta un'amica" dice mentre si sdraia sul divano distendendo le gambe.

"Sono felice anche io: mi ha detto che mi presenterà il suo gruppo"

"Bene, basta che non inizi a fare la pecora e ad atteggiarti come una snob: sei una persona bellissima Ana, non lasciare che le conoscenze che farai influenzino il tuo modo di essere. Devi essere tu e solo tu. Non una versione che mostri al pubblico e una che mostri in privato."

"Dragan, noi siamo cresciuti costruendo diverse versioni di noi stessi"

"Lo so, Tsunami, e non sai quanto vorrei che almeno per te le cose fossero state diverse: adesso potresti vivere davvero. Non saresti una schiava della corona."

"Io sono emancipata"

"Non ci si può emancipare mai del tutto"

"Perché?"

"Perché si rimane sempre sotto di lei: ci schiaccia con il suo peso e ci lascia il suo marchio. Io ho abdicato, ma sarò per sempre il principe Dragan di Fravenia. E, fidati Tsunami, non ci sono schiavi più grandi di chi crede di non essere uno schiavo."

Rimaniamo in silenzio perché entrambi sappiamo chi ha ragione: lui. Lui che ha passato tutto questo prima di me, lui che ha già capito come gira il mondo per quelli come noi e sempre lui che si è rimboccato le maniche per raggiungere i suoi obiettivi senza l'aiuto del suo status sociale.

Dragan è strano: non vuole che il suo status influenzi la percezione che la gente ha su di lui, sulle difficoltà che ha incontrato o su quanto si sia dovuto impegnare per arrivare dov'è ora, ma lascia che sia proprio il suo status ha comandare sulla sua percezione di chi gli sta accanto.

So che Drag ha molte amiche donne con uno status basso, ma so anche che non si fidanzerebbe mai con nessuna di loro perché gli hanno sempre insegnato che deve stare con qualcuno che abbia il suo stesso valore nella società monarchica.

Hanno provato a propinarlo anche a me, ma ho visto troppe volte Rapunzel, Aladdin, Pocahontas e Frozen per crederci: lei era una principessa e lui no eppure hanno potuto stare insieme. Tutte le volte che facevo questi esempi alla mia tutrice lei mi guardava sconsolata, ma credere in quei cartoni animati mi ha portata a non cadere con entrambi i piedi nel sistema della famiglia reale. Io ho da sempre un piede fuori e uno dentro, ma la cosa non piaceva né ai reali né al popolo, per questo sono andata via.

"Quindi domani vado a scuola..." sussurro tornando alla televisione.

"Eh già..."

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