Capitolo 17- Elliot

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Sono in ospedale, aspetto con ansia che il medico mi faccia parlare con Cesar. Sulle gambe ho Evelyn che dorme, non vede l'ora di vedere Cesar, ma anche lei è stanca poverina. 

In due anni, Siria ha continuato a minacciarmi e maltrattarmi all'insaputa di tutti. Io non l'ho mai amata, ho sempre continuato ad amare Cesar. L'unica cosa è che, lui sembra odiarmi ora.  

Dopo un po' di ore, torna il medico. Mi fa segno di seguirlo. Prendo in braccio Evelyn e seguo l'uomo con il cuore che batte all'impazzata. Appena vedo Cesar, gli corro addosso e lo abbraccio. 

Lui si stacca subito da me, «Cosa c'è, Walker.» quando mi chiama così, inizio a piangere. Come può chiamarmi di cognome, non lo fa mai.

«Come stai?» mi siedo vicino al suo letto, facendo muovere la gamba per far rilassare la piccola. «Vorrei.... Parlarti.»

Cesar si siede sul letto, proprio davanti a me. «Perché ti interessa, eh?» chiede. «Per due anni sei stato con tua "moglie" e tua figlia, senza pensare a me.» sospira. «il tuo migliore amico.»

Quando dice "migliore amico", scoppio a piangere. Lui non è mio amico, è il mio ragazzo.

Faccio svegliare Evelyn, che si guarda in giro e appena vede Cesar, scende dalle mie gambe e prova a salire sul letto con lui. «La vedi lei?» punto la bambina. «Si chiama Evelyn. L'ho scelto perché è il nome che volevi tu.»

Si zittisce, fa salire la bambina sul letto e gli accarezza i capelli. Poi guarda me, e fa lo stesso, Solo che mi da' un bacio sulla fronte. Le mie guance diventano rosse appena fa quel gesto, ma mi allontano subito. 

«Vero,» dice, incrociando le braccia e straiandosi di nuovo nel letto. «Ti sei sposato e hai una figlia.» mi guarda, con i suoi occhi ormai spenti. «Non posso stare con un "uomo", "etero", sposato. Sbaglio?» fa una risata, prima di iniziare a fissare il vuoto.

Mi tolgo la fede, apro la finestra e la butto giù. Probabilmente colpendo pure qualcuno. «Ora non lo sono più.» inizio a lacrimare, sforzando un sorriso orribile. Cesar sbuffa, prende in braccio Evelyn e si avvicina a me. Mi alza delicatamente la mano, avvicinandola alle sue labbra rosse ciliegia. Mi guarda negli occhi, fa un sorrisino e mi bacia la mano. 

La mia bambina ride, come se fosse consapevole di tutto. «Cosa c'è, al principe non piace essere baciato sulla mano? » Lui continua a osservarmi le labbra, in un modo molto "eccitante" se così si può dire. 

Si allontana, e va a mettere Evelyn sul lettino dell' ospedale. «Penso che bisogna rimediare.» mi prende il viso e inizia a baciarmi. Questi suoi baci mi sono mancati.

Giro la testa.  «Basta così, c'è la bambina.»  mi continua a guardare, poi mi accarezza i capelli. Io mi siedo sul ripiano della finestra, «Cesar, noi ora... Cosa siamo?» a queste parole, lui si spegne.

«perché me lo chiedi?» fa un sospiro, «va bene, Elliot Walker, vuoi....» mentre parla, il medico torna. Rompendo l'atmosfera romantica che c'era.

«Signor Walker, in tempo è finito... Dovrebbe andare.» che palle, dopo così poco tempo devo già abbandonarlo. Provo ad abbracciare Cesar, ma lui si allontana. Prende Evelyn, gli dà un bacio sulla fronte e me la dà.

Senza dire niente, siamo obbligati ad andarcene da lui. Solo che... non riesco a smettere di pensare a lui. avrei voluto dirgli un "ti amo" prima di andarmene, ma niente. Mi chiedo solo cosa voleva dirmi prima che l'uomo entrasse nella stanza.  

Evelyn scende dalle mia braccia, camminando affianco a me.  «papà,» dice. «Quello è il tuo fidanzato?» la guardo perplesso, non so neanche come faccia lei a pensare a questo, ma fa bene. 

«Lui era il mio vecchio ragazzo,» faccio una risatina. «Ma non parliamo di questo, prossima settimana torneremo da lui.» mentre parlo, la vedo ridere. Cosa che non succedeva quasi mai mentre stavamo con Siria.

Appena arriviamo nella vecchia casetta di Cesar e la sua famiglia, che ormai è nostra, Evelyn va nel giardino e inizia a giocare, mentre io sistemavo le cose in casa. Passano ore, finché non diventa buio. 

Sento Evelyn parlare con qualcuno, mi allarmo subito, corro fuori a guardare. La prendo in braccio, e poi guardo con chi parlava. Vedo Cesar, con uno smoking in piedi davanti a noi. «Ma ciao, ricciolino.» quando mi chiama così dopo tutto questo tempo, mi sento subito in imbarazzo. «Posso restare qui a dormire? Sono rimasto chiuso fuori dall'ospedale.»

Alzo gli occhi al cielo, lo prendo per mano e lo faccio entrare. Faccio andare Evelyn nella sua cameretta per cambiarsi e andare a dormire, e io resto fuori con Cesar.

 «Mi sei mancato, ricciolino.» ogni volta che mi chiama così, il mio corpo inizia a tremare, e mi viene una voglia matta di baciarlo.  «Solo che, non posso stare con un uomo sposato. Penso che la mia vita possa finire così. »  

lascio tutto e mi avvicino a lui, alzo lo sguardo per riuscire a guardarlo negli occhi.  «Non ci provare, sennò non potrai più assaporare le mie labbra, no?» lo obbligo a serersi e inizio a baciarlo, mi prende in braccio e mi fa sedere sopra di lui, capisco subito che gli piace, forse perché si sta eccitando, o forse perché non mi molla.

Mi sveglio di mattina, sono nudo nel letto, e vicino a me c'è Cesar, a petto nudo che mi guarda. Mi copro subito con le coperte, ma lui inizia a ridere. «ti sei divertito ieri sera, vero?» non ricordo niente della sera prima, tranne il bacio. Ma pensando, posso capire quello che successo. Mi tornano delle immagini in mente, tutte cose che sinceramente preferivo non ripensare.

«Torna in ospedale ora,» dico, mentre gli passo dell' intimo e dei vestiti puliti. «non puoi stare con un' uomo che ha una figlia, sbaglio?» quando dico questo, si irrigidisce. Non parla più. Si mette i vestiti ed esce di casa, senza rivolgermi neanche una parola.

Mi sento in colpa per aver detto quello, ma ormai è troppo tardi.

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Ehilà!

Ecco pure il capitolo 17, tra poco, ci sarà la fine.

Ringrazio tutti quelli che mi stanno aiutando, soprattutto la mia migliore amica Aiko, Sofia e tutti gli altri 💕🤎🫶🏼

Al prossimo capitolo, grazie a tutti di tutto‼️

Il modo in cui ti ho iniziato ad amareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora