Capitolo 14

10 3 0
                                    



Mentre il dolore lacerante si propagava nel mio corpo, la mia mente continuava a fuggire, rifugiandosi in un sogno ricorrente. Un sogno che mi perseguitava da quando ero rinchiusa lì .

Ero in una spiaggia dorata, il sole splendeva e il mare si infrangeva dolcemente sulla riva. C'era un ragazzo, i suoi capelli biondi brillavano come raggi di sole. I suoi occhi rossi brillavano di una vivacità insolita. Correva accanto a me. Non sapevo chi fosse, ma la sua risata contagiosa illuminava il mio cuore. Correvo, saltando tra le onde, mentre lui mi tirava per mano, e tutto il resto svaniva. Non esistevano torture, né dolore, solo noi due, completamente felici.

In quel momento, il tempo sembrava fermarsi. Tutto era perfetto: il vento tra i capelli, il sale dell'oceano sulla pelle, la sensazione di libertà assoluta. Ci fermavamo a ridere, a scherzare, dimenticando il mondo che ci circondava. Era come se la spiaggia fosse un rifugio segreto. Ero felice, una felicità che forse nella vita reale non avevo mai provato. Ma ad un tratto qualcosa cambia, il cielo inizia a scurirsi, no, non è solo il cielo. Il buio mi avvolgeva. Ma non voglio perderlo, voglio restare con lui. Lo rincorro, cerco di afferrargli una mano, non riesco, la mia mano afferra solo il vuoto. Lo vedo allontanarsi, il suo sorriso svanisce, mentre la luce intorno a noi si spegne lentamente. Provo a chiamarlo ma sembra inutile, le parole mi si spezzano in gola. " Non lasciarmi " vorrei urlarglielo con tutta la forza che ho, ma non riesco. Sono sola, al buio.

Aprì gli occhi. Sono sveglia? Sono morta?
Provo per l'ennesima volta a ricordare il viso di quel ragazzo, ma è tutto inutile non riesco più a ricordare il suo volto. Cerco disperatamente di riacciuffare l'immagine di quei suoi occhi rossi, ma è inutile, è come cercare di tenere in mano l'acqua.

Sentivo il calore del sole su una guancia. Scrutai l'ambiente che mi circondava, non ero più in quella maledetta cella. Mi trovavo in una stanza, era pulita ma non era molto arredata. Cercai di alzarmi inutilmente , ero debolissima così usai tutte le mie forze per mettermi seduta. Dove mi trovavo adesso?
Beh non che mi importasse, arrivati a quel punto perfino l'inferno sembrava un hotel a cinque stelle.

—————————————
Capitolo un po' breve ma
*rullo di tamburi*
finalmente sono riuscita ad inserire il biondino isterico.🥲
Comunque amo follemente le fanart che condividono con noi i loro capolavori. Siano sempre lodate 🙏🏻💛

Give me loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora