Capitolo 24

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Il sole filtra attraverso le tende e illumina la stanza. È mattina e io sono ancora seduta alla scrivania, circondata da fogli sparsi e appunti disordinati. Ho lavorato tutta la notte, immersa nella ricerca, e devo dire di aver trovato qualcosa sulla storia di Toga, la giovane bionda che appartiene alla Lega dei Villain. È facile etichettarla come una sociopatica, ma ciò che emerge dalla sua vicenda è una tragica realtà.
La sua esistenza è segnata dalla sofferenza e dalla solitudine. Crescendo in un ambiente in cui il suo quirk, la capacità di trasformarsi in chiunque assorba il sangue, viene visto come una maledizione, Toga deve aver sviluppato una percezione distorta delle relazioni umane. La sua incapacità di costruire legami autentici con gli altri la spinge a cercare conforto in modi estremi e violenti. In un certo senso, Toga incarna una verità inquietante: i quirk, sebbene possano essere strumenti di grande potere, possono anche diventare strumenti di isolamento e di auto-sabotaggio.
Gli Hero combattono ogni giorno per proteggere la società, ma quelli che possiedono quirk considerati pericolosi o distruttivi vivono costantemente in una lotta interna, tra la voglia di aiutare e la paura di causare danni. In questo contesto, i quirk possono diventare sia una salvezza che una condanna.

La società degli eroi, pur presentandosi come un modello di giustizia e protezione, rivela profonde contraddizioni e ipocrisie. Mentre gli eroi sono celebrati per le loro gesta, i quirk pericolosi o distruttivi sono spesso stigmatizzati, lasciando coloro che li possiedono in una posizione di precarietà. Anche se la società si vanta di avvalersi delle capacità uniche di ogni individuo, l'ossessione per l'eroismo ideale porta a discriminazioni e marginalizzazioni.
Gli eroi non sono solo combattenti contro il crimine, ma rappresentano anche il simbolo di una forma di capitalismo eroico, in cui il valore di una persona è misurato in base alla propria efficacia come protettore. Questo porta a una competizione spietata tra di loro, alimentando l'ansia e la pressione.
I quirk più distruttivi, invece di essere visti come potenziali alleati nella lotta al male, vengono a volte temuti e demonizzati. Gli individui che li possiedono si ritrovano a dover nascondere la loro vera natura, vivendo in un costante conflitto tra la loro identità e il loro desiderio di essere accettati.
E quindi cosa resta? Cosa rimane in tutto questo? Quanto è sottile la linea tra giusto e sbagliato?
In fondo, entrambi gli estremi hanno le loro ragioni e i loro torti. Spesso, ci troviamo a parlare di "eroi" e "cattivi", dimenticando che alla base ci sono persone, con le loro fragilità, speranze e desideri.

Gli eroi, si trovano spesso a combattere non solo contro le forze del male, ma anche contro le aspettative di una società che premia la superficialità e l'efficacia immediata. L'eroismo diventa così una forma di prestazione, in cui ogni fallimento rischia di portare con sé una spirale di disprezzo pubblico e isolamento.
Molti Hero indossano maschere di virtù, mentre al loro interno possono celare fragilità, insicurezze e conflitti morali.
I villain, d'altra parte, non sono sempre semplicemente malvagi. Molti di loro portano con sé storie di sofferenza, esclusione e incomprensione. I loro quirk, spesso temuti, rappresentano una parte della loro identità che li rende unici, ma anche vulnerabili. Invece di essere accolti, diventano il bersaglio della paura e del pregiudizio.

Mi stropiccio gli occhi nel tentativo di svegliarmi, ma nemmeno la doccia è riuscita a ridarmi energia. Ho bisogno di un litro di caffè per affrontare la giornata. È ancora mattina presto e immagino che gli altri siano ancora a letto, ma con mia sorpresa, mentre scendo le scale, incontro Todoroki. Mi saluta con un cenno della testa, un gesto che mi sorprende. È strano, perché avevo intuito fosse un ragazzo molto riservato. Mi chiedo se anche lui stia affrontando la pressione di essere il figlio del nuovo Numero uno. Potrebbe questo essere un motivo per cui suo fratello è diventato un Villain? E Shoto è a conoscenza di ciò?
No, questo è impossibile. Se per noi è stato difficile risalire a questa informazione, di cui non ne abbiamo nemmeno l'assoluta certezza, lui doveva per forza esserne all'oscuro.
I pensieri si accavallano nella mia mente, provocandomi un gran caos e, come un ebete, finisco per rimanere davanti a lui a fissarlo. È solo quando mi dice « È tutto ok?"» che mi risveglio dal mio trance, rendendomi conto di quanto sia strano comportarsi in questo modo.
« Oh, ehm, scusa, Todoroki, giusto? Non ho dormito molto e sono un po' distratta» rispondo, notando con sorpresa quanto sia insolito per me scusarmi. Da quando sono arrivata qui, mi sembra di stare lentamente sciogliendo quella corazza di protezione che avevo costruito intorno a me con tanta fatica.

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