THE SEVENTEEN'S SECRETS- Ottava Parte
La luce del sole ci accarezzava mentre lasciavamo il terreno della vecchia scuola, il vento fresco che soffiava leggero sui nostri volti. Era come se la natura stessa ci stesse dando il benvenuto in una nuova vita, quella che avevamo scelto di costruire insieme.
Mentre camminavamo lungo la strada che ci riportava verso casa, il silenzio tra noi era rilassato, confortevole. Non c'era più la tensione di dover dire qualcosa per riempire i vuoti. Avevamo passato tanto insieme e, in qualche modo, quel silenzio ci avvicinava ancora di più.
Dopo un po’, ci fermammo in un parco, lo stesso parco dove ci riunivamo spesso per passare del tempo insieme prima che tutto questo iniziasse. Era un luogo familiare, carico di ricordi felici che, ora, sembravano più luminosi che mai.
Ci sedemmo sull'erba soffice, formando un cerchio naturale come avevamo fatto prima. Sentii il bisogno di dire qualcosa, di esprimere ciò che stava frullando dentro di me. “Sapete,” iniziai, incerta, “non mi sarei mai aspettata di trovare una famiglia qui. Voi siete diventati questo per me, una famiglia che non pensavo di meritare.”
Hoshi mi guardò, il suo sguardo pieno di tenerezza. “E tu lo sei per noi, Hayun. Sei diventata il nostro punto di riferimento, la persona che ci ha aiutati a capire cosa significasse davvero affrontare le nostre paure.”
Sentii un nodo alla gola, ma questa volta non era causato dal dolore o dalla paura. Era gratitudine, pura e semplice, per essere riuscita a trovare persone così straordinarie. “Non so cosa farei senza di voi,” confessai, lasciando che quelle parole sgorgassero dal mio cuore.
“Per fortuna, non dovrai scoprirlo,” intervenne Seungkwan con un sorriso largo. “Siamo tutti qui, e ci resteremo.”
L’atmosfera si alleggerì con quella battuta, e sentii una risata salire in gola. Era liberatoria, come se finalmente avessi permesso a me stessa di lasciar andare tutto il peso che avevo portato fino a quel momento.
“Non dovremo più preoccuparci della maledizione,” disse Joshua, guardando il cielo sopra di noi. “Possiamo concentrarci sul futuro, su ciò che vogliamo fare delle nostre vite.”
“Già,” aggiunse Minghao. “Ci sono ancora così tante cose da esplorare, tante esperienze da vivere. Abbiamo perso così tanto tempo a essere spaventati, ma ora possiamo ricominciare da capo.”
Quelle parole mi colpirono profondamente. Ero sempre stata quella che guardava avanti con un senso di incertezza, ma ora, per la prima volta, sentivo che avevo un vero motivo per essere ottimista. Avevamo spezzato la maledizione, ma ancora più importante, avevamo imparato a spezzare le catene che ci legavano alle nostre paure.
“Sapete cosa vorrei fare?” disse Hoshi, interrompendo i miei pensieri. “Vorrei organizzare una festa. Una di quelle vere, dove possiamo semplicemente divertirci e celebrare tutto ciò che abbiamo superato.”
L’idea fu accolta con entusiasmo, e subito iniziammo a discutere su come realizzarla. Volevamo che fosse speciale, un evento che celebrasse non solo la fine della maledizione, ma anche il nuovo inizio che avevamo davanti.
“Potremmo farla a casa mia,” propose Jeonghan. “Abbiamo abbastanza spazio per tutti, e possiamo invitare anche altri amici. Deve essere un momento di festa per tutti.”
Mentre la conversazione si animava con idee su cibo, musica e decorazioni, mi accorsi di quanto fosse importante per tutti noi. Non era solo una festa, era il simbolo di una nuova era nelle nostre vite, una che avevamo costruito insieme dopo aver affrontato l'oscurità.
“Dobbiamo fare una lista della spesa,” disse Jun, tirando fuori il telefono. “E qualcuno deve occuparsi della musica. Joshua, ci pensi tu?”
Joshua annuì con un sorriso. “Certo. Ho già qualche idea in mente. Deve essere una playlist perfetta.”
Mentre parlavamo, sentii la mano di Hoshi stringere la mia ancora una volta. Mi girai verso di lui, trovando nei suoi occhi una promessa non detta. Sapevamo entrambi che quello che avevamo costruito insieme andava oltre una semplice amicizia. Era qualcosa di più profondo, una connessione che non avevo mai sperimentato prima.
“Ti va di ballare con me alla festa?” mi chiese, la sua voce bassa, quasi timida.
Il mio cuore fece un balzo, e non potei fare a meno di sorridere. “Mi piacerebbe molto,” risposi, sapendo che quello sarebbe stato un altro passo verso qualcosa di nuovo e meraviglioso tra noi.
Con quel pensiero, mi lasciai andare completamente al momento, permettendo a me stessa di immaginare un futuro luminoso, libero da paure e rimpianti. Ero pronta a vivere, a sperimentare la gioia che avevamo così a lungo negato a noi stessi.
Mentre il sole calava all'orizzonte, tingendo il cielo di arancio e rosa, sapevo che quella sera, quando ci saremmo riuniti per la festa, sarebbe stato l’inizio di una nuova vita. Una vita costruita su speranza, amore e l'infrangibile legame che ci univa tutti.
E con quel pensiero, mi lasciai cullare dalla pace ritrovata, sapendo che, qualunque cosa il futuro avesse in serbo per noi, l'avremmo affrontata insieme, senza mai dimenticare il percorso che ci aveva portato fin lì.