THE SEVENTEEN'S SECRETS-Quindicesima parte
Con il fuoco che lentamente si spegneva e la tensione che si dissolveva nell’aria, ci ritrovammo a camminare fuori dalla casa abbandonata, le fiamme ormai ridotte a un debole chiarore. L’aria fredda della notte era una benedizione, rinfrescante e purificatrice. Ogni passo sembrava più leggero, come se una pesantezza invisibile si fosse finalmente sollevata dalle nostre spalle.
Sulla via di ritorno, ci fermammo al margine del giardino, dove Minghao, sebbene ancora visibilmente provato, sembrava più sereno. L’oscurità che lo aveva tormentato per giorni era scomparsa, e i lividi sul suo corpo stavano già sbiadendo. Il sorriso che gli si era affacciato sul volto era una luce di speranza che avremmo custodito gelosamente.
“Come ti senti?” chiesi, avvicinandomi a lui con un misto di apprensione e sollievo.
“Molto meglio,” rispose Minghao, il suo sorriso diventando più ampio. “La sensazione di oppressione è sparita. Credo che sia finalmente finita.”
Il gruppo si radunò intorno a noi, e ci scambiammo sguardi di sollievo e gratitudine. Le parole sembravano superflue; era sufficiente l’espressione dei nostri volti per comunicare il peso della nostra liberazione.
“Non possiamo crederci, davvero,” disse Seungkwan, scuotendo la testa con un sorriso incredulo. “Abbiamo affrontato tutto questo insieme e ce l’abbiamo fatta.”
“Sì,” confermò Joshua, guardando il fuoco ormai quasi spento. “Abbiamo finalmente chiuso il cerchio. La maledizione è finita e possiamo iniziare a guarire.”
Il vento continuava a sussurrare tra gli alberi, ma era ora un rumore di fondo, una sorta di musica di liberazione. Decidemmo di restare un po' più a lungo nel giardino, semplicemente per riflettere su tutto ciò che avevamo passato e per goderci il momento di tranquillità che avevamo tanto desiderato.
Con il passare del tempo, il cielo si schiarì, e il sole cominciò a sorgere, tingendo l’orizzonte di tonalità dorate e rosa. La luce del mattino sembrava promettere un nuovo inizio, un futuro libero dalle ombre che avevamo affrontato.
Decidemmo di non parlare subito con nessun altro di quanto era successo. Avevamo bisogno di un po’ di tempo per rielaborare tutto e per goderci la normalità ritrovata. Non volevamo che i dettagli della nostra esperienza influenzassero la vita degli altri.
Era una storia che avremmo tenuto per noi, un ricordo che avrebbe legato per sempre i nostri cuori.
La nostra amicizia, però, era cambiata per sempre. Avevamo affrontato la paura insieme, e questo ci aveva reso più forti. Incontravamo il futuro con una nuova consapevolezza e con una connessione profonda che non avremmo mai potuto immaginare prima di quel momento.
“Io e te, Hoshi,” dissi mentre camminavamo insieme verso la città, “abbiamo passato così tanto e ne siamo usciti più forti. Non posso immaginare la mia vita senza di te ora.”
Hoshi mi guardò con un sorriso dolce, la sua mano che stringeva la mia con un calore confortante. “E io non posso immaginare la mia vita senza di te. Abbiamo affrontato l’oscurità e siamo riusciti a trovare la luce. Questo legame che abbiamo è qualcosa di speciale, qualcosa che nessun’altra esperienza potrebbe eguagliare.”
Le sue parole mi colpirono profondamente. Anche se avevamo vissuto momenti di terrore e di dubbio, avevamo trovato una forza inaspettata l’uno nell’altro. Il nostro amore era emerso dalle tenebre come una luce che non avremmo mai potuto spegnere.
Arrivati a scuola, tutto sembrava normale, come se nulla fosse accaduto. I ragazzi continuavano a frequentare le loro lezioni, ignari del pericolo che avevamo affrontato e sconfitto. Ma noi sapevamo, e quella conoscenza ci dava una forza tranquilla.
Ogni tanto, i ricordi di quella notte tornavano a trovarmi, ma ora non erano più fonte di paura. Erano segni di una vittoria, della nostra capacità di affrontare qualsiasi cosa insieme. Avevamo dimostrato a noi stessi che nessuna maledizione poteva spezzare il legame che avevamo costruito.
Camminando attraverso i corridoi della scuola, mi voltai verso Hoshi, che mi osservava con un sorriso affettuoso. In quel momento, capii che la nostra storia era solo all’inizio. La maledizione era stata sconfitta, ma le nostre vite erano pronte ad affrontare nuove sfide e avventure, con una forza che non avremmo mai avuto se non avessimo superato quell’incubo.
E mentre avanzavamo verso il futuro, lo facevamo con la consapevolezza che, qualunque cosa ci riservasse, saremmo stati pronti ad affrontarla, insieme.