𝐅𝐄𝐋𝐋, 𝘭𝘢𝘮𝘪𝘯𝘦 𝘺𝘢𝘮𝘢𝘭.

𝟎𝟖

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𝐅𝐄𝐋𝐋, lamine yamal

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╰┈➤「𝑏𝑢𝑡 ℎ𝑒 𝑓𝑒𝑙𝑙 ℎ𝑎𝑟𝑑𝑒𝑟 」ִֶ ࣪˖ ་༘࿐

𝗟𝗔 𝗚𝗜𝗢𝗥𝗡𝗔𝗧𝗔 inizia come tutte le altre durante il torneo: sveglia presto, colazione con la squadra, e poi subito in campo per l'allenamento. L'atmosfera è tesa ma anche carica di aspettative. Siamo in semifinale, e lo sentiamo tutti. C'è un mix di eccitazione e pressione che si respira nell'aria.

Durante gli esercizi, provo a concentrarmi solo sul gioco. La palla tra i piedi è il mio rifugio, il luogo dove posso mettere in pausa tutti gli altri pensieri. Ma mentre passiamo da un esercizio all'altro, la mia mente continua a vagare. Penso a Lucía, a come mi ha guardato ieri. Penso anche ad Alex e a come le cose siano cambiate tra noi.

Provo a non pensarci, a immergermi totalmente nei passaggi, nei dribbling e nei tiri. Ma non è facile quando ogni cosa sembra riportarmi lì, a quel momento di confusione che ha complicato tutto. Cerco di mantenere la concentrazione, perché non posso permettermi di distrarmi. I ragazzi contano su di me, e io devo essere al massimo delle mie capacità.

Alla fine dell'allenamento, mi ritrovo a parlare con Fermin mentre camminiamo verso lo spogliatoio. Ride di una battuta stupida su un errore che ho fatto durante un esercizio.

«Sei diventato più lento, Lamine?» scherza Fermin, dandomi una pacca sulla spalla.

«Solo per farti sentire meglio in campo» ribatto ridendo, cercando di mantenere un tono leggero. È bello essere con loro, dimenticare per un attimo i miei pensieri e godermi il momento.

«Stasera usciamo un po'?», propone Fermin. «Pablo ha detto che ci raggiunge, magari ci svaghiamo tutti insieme.»

Annuisco. Forse un po' di svago è proprio quello che mi serve.

«Ci sto. Potrebbe essere divertente.»

Mentre ci cambiamo, le conversazioni scorrono leggere. Fermin parla di come si sente carico per la partita e di quanto voglia vincere per dimostrare quanto vale. Sono momenti come questi che mi fanno ricordare perché amo questo sport: la squadra, l'amicizia, la sensazione di essere parte di qualcosa di più grande.

Dopo pranzo, ci concediamo un po' di relax in hotel. Decido di fare un giro fuori, giusto per schiarirmi le idee. Cammino lungo il viale vicino all'albergo, osservando il cielo limpido e cercando di liberare la mente. Ogni tanto penso a come sarebbe andata se non avessi mai complicato le cose con Alex. Se avessi solo continuato a concentrarmi sul gioco, su quello che amo davvero. Ma ormai è fatta, e non posso farci nulla.

Più tardi, quando torno in hotel, incontro Alex nella hall. Ci scambiamo un saluto veloce, niente di più. È strano come in pochi giorni tutto possa sembrare così diverso. Non so bene cosa fare, se affrontare la situazione o lasciar passare del tempo. Decido di prendere la via più facile e rimandare, almeno per ora.