𝟏𝟎

172 8 0
                                    


──────── ✦ ────────

𝐅𝐄𝐋𝐋, lamine yamal

───────────────────

╰┈➤𝑏𝑢𝑡 ℎ𝑒 𝑓𝑒𝑙𝑙 ℎ𝑎𝑟𝑑𝑒𝑟 ִֶ ࣪˖ ་༘࿐














𝗠𝗜 𝗦𝗩𝗘𝗚𝗟𝗜𝗢 con la luce che filtra dalle tende, una lama sottile che taglia la penombra della stanza. La testa mi pulsa leggermente, segno che ieri sera ho bevuto un po' troppi gin tonic. Mi giro nel letto, cercando di afferrare i pensieri che galleggiano caotici. È strano, non riesco a smettere di ripensare alla serata di ieri, ma soprattutto a Lucía.

Non so esattamente cosa provo, ma c'è una cosa che è chiara: la tensione tra di noi è diventata insopportabile. Quando l'ho vista entrare al ristorante con quel vestito rosa, mi sono sentito un attimo senza fiato. Lucía era semplicemente... bellissima. Non era solo il vestito, anche se le stava d'incanto. Era la sua espressione, quel mix di determinazione e fragilità che la rende così unica.

Per un momento ho sperato che la serata potesse essere tranquilla, che avremmo potuto parlare normalmente e metterci alle spalle quella conversazione tesa dell'altra sera. Ma ogni volta che ci guardavamo, sentivo una specie di muro tra di noi, un peso che non riusciamo a toglierci di dosso. Abbiamo cercato di scherzare, di chiacchierare come sempre, ma niente era davvero spontaneo.

Forse la colpa è mia. Non ho mai voluto complicare le cose tra noi, ma quando ha perso la calma l'altro giorno, mi ha lasciato spiazzato. Non mi aspettavo che esplodesse in quel modo, e da allora non riesco a smettere di chiedermi cosa ci sia veramente sotto. Certo, ha detto che le dava fastidio il modo in cui mi comporto con Alex, ma so che non è solo quello. C'è qualcosa di più profondo, qualcosa che non riesce o non vuole dirmi apertamente. E anch'io, onestamente, non so come affrontare la situazione.

Mi alzo dal letto e mi dirigo verso la finestra. Fuori, Berlino è già in pieno movimento, ma qui dentro c'è una calma irreale. Mi appoggio alla vetrata e fisso il panorama, cercando di mettere ordine nei miei pensieri. Cosa dovrei fare? Parlarle apertamente? Aspettare che sia lei a fare il primo passo? Non ho mai avuto problemi a capire le persone, ma con Lucía è diverso. C'è una parte di me che ha paura di scoprire cosa significherebbe davvero se tutto questo fosse più di una semplice amicizia.

Mentre mi perdo in queste riflessioni, sento il telefono vibrare sul comodino. È un messaggio di Pedri: «Colazione tra 15 minuti?». Sorrido. Lui e Gavi sono probabilmente già giù che aspettano, pronti a raccontare qualche altra delle loro avventure. Rispondo con un rapido «Arrivo» e mi preparo in fretta.

Scendo nella hall e, come previsto, li trovo seduti a un tavolo già carichi di energia, ridendo e scherzando come al solito. Mi unisco a loro, cercando di lasciarmi alle spalle i pensieri pesanti, ma non posso fare a meno di notare che c'è una sedia vuota. Lucía non è ancora scesa. Chissà se è ancora in camera, o se preferisce evitare di vedermi.

𝐅𝐄𝐋𝐋, 𝘭𝘢𝘮𝘪𝘯𝘦 𝘺𝘢𝘮𝘢𝘭.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora