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𝐅𝐄𝐋𝐋, lamine yamal

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╰┈➤𝑠ℎ𝑒 𝑓𝑒𝑙𝑙 𝑓𝑖𝑟𝑠𝑡 ִֶ ࣪˖ ་༘࿐

  








SONO PASSATI quattro giorni dalla finale e mi sembra che il tempo si sia fermato. Mi trovo nella mia stanza a Barcellona, immersa in un silenzio che sembra quasi opprimente dopo l'energia e l'euforia dei giorni precedenti. I colori vivaci e le luci scintillanti dello stadio sembrano ormai lontani, e l'eco delle urla dei tifosi si è dissolta, lasciando solo un rumore di fondo, quasi come il ronzio di un ricordo che non riesco a mettere a fuoco del tutto.

Mi sdraio sul letto, cercando di trovare una posizione comoda, ma non ci riesco. Le lenzuola sono fresche e pulite, eppure non riescono a darmi la stessa sensazione di conforto che avevo provato nei giorni scorsi. Il pensiero di come tutto sia passato così in fretta mi pervade e non mi dà pace. Ogni volta che chiudo gli occhi, rivivo quegli attimi magici della finale, ma adesso tutto sembra sfocato e distante.

Mi giro verso la finestra, dove il sole calante tinge il cielo di sfumature di arancione e rosa. La vista di Barcellona è familiare e rassicurante, eppure oggi mi sembra diversa. I tetti rossi, le strade che si snodano verso l'orizzonte: tutto sembra così statico, mentre io mi sento in movimento, come se avessi lasciato una parte di me in quel campo da gioco a Berlino.

Ripenso a quei giorni. La preparazione per la finale era stata frenetica, e il giorno della partita era arrivato così in fretta che quasi non me ne ero accorta. Mi ricordo l'attesa, il battito accelerato del cuore, l'adrenalina che scorreva nelle vene. La finale è stata un turbine di emozioni, una miscela di ansia e gioia che mi ha travolto completamente. Ma adesso, lontana dall'euforia, mi ritrovo a fare i conti con una realtà che sembra così tranquilla, quasi placida, ma che in realtà è intrisa di un vuoto inaspettato.

Sospetto che il mio stato d'animo sia una sorta di malinconia post-evento. Dopo l'euforia della vittoria, il ritorno alla normalità può sembrare particolarmente difficile. La gioia e il trionfo sono svaniti, e ora il silenzio sembra amplificare il mio senso di perdita. È come se, dopo aver toccato il cielo, fossi tornata bruscamente sulla terra, e il distacco è più netto e brusco di quanto avrei immaginato.

Mi alzo e mi avvicino alla scrivania, dove ho lasciato alcune foto e un diario. Inizio a sfogliare gli appunti che ho preso durante il torneo, cercando di rivivere quei momenti. Le immagini che vedo sono vivide e colorate, ma sembrano quasi un'altra vita. Le foto dei festeggiamenti, dei volti sorridenti dei giocatori e dei tifosi: ogni immagine è un frammento di un giorno che ora mi sembra irreale.

Una delle foto che mi colpisce di più è quella di Lamine con il trofeo, il suo sorriso che brilla più della coppa stessa. Rivederlo sollevare il trofeo verso il cielo è un'immagine che mi rimarrà sempre impressa. Il modo in cui la sua gioia era contagiosa, come se ogni sorriso e ogni abbraccio fosse una dichiarazione di vittoria non solo per lui, ma per tutti noi. Mi viene in mente l'ultimo sguardo che ci siamo scambiati, la promessa non detta di rivederci a Barcellona, e mi chiedo se quella promessa avrà un seguito.

𝐅𝐄𝐋𝐋, 𝘭𝘢𝘮𝘪𝘯𝘦 𝘺𝘢𝘮𝘢𝘭.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora