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𝐅𝐄𝐋𝐋, lamine yamal

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╰┈➤𝑠ℎ𝑒 𝑓𝑒𝑙𝑙 𝑓𝑖𝑟𝑠𝑡 ִֶ ࣪˖ ་༘࿐









𝗠𝗜 𝗦𝗩𝗘𝗚𝗟𝗜𝗢 con una strana agitazione che mi stringe lo stomaco, come se qualcosa di enorme stesse per accadere. La luce del sole attraversa debolmente le tende, ma non è la luce che mi ha svegliato; è una sensazione che si mescola tra eccitazione e ansia. Oggi è il giorno della finale. La giornata che tutti aspettano, quella che può cambiare la storia di una squadra, di un giocatore e, in qualche modo, anche la mia.

Mentre mi lavo il viso, ripenso a tutto quello che è successo fino a questo momento, a come siamo arrivati fin qui. Mi ritrovo a pensare soprattutto a Lamine. Non so perché, ma è come se ultimamente tutto tornasse sempre a lui. Il bacio sulla guancia di ieri sera ha complicato ancora di più le cose. Era un gesto innocente, spontaneo, eppure sento che ha significato qualcosa. Magari non per lui, ma per me sì.

Berta bussa alla porta della mia stanza e mi chiama per andare a fare colazione insieme. «Lucía, tutto ok? Sei pronta?»

«Sì, arrivo subito,» le rispondo mentre finisco di sistemarmi. Quando esco dalla stanza, lei mi osserva con un'espressione curiosa, quasi come se volesse leggermi dentro. Mi conosce troppo bene.

«C'è un'aria strana oggi, eh?» commenta mentre camminiamo verso l'ascensore. «Senti anche tu questa tensione?»

Annuisco. «Sì, è come se stesse per succedere qualcosa di grosso. E non parlo solo della partita...»

Berta sorride in modo enigmatico. «Ah, sì? E a cosa ti riferisci?»

Sbuffo, cercando di evitare il discorso. «Lascia perdere, è solo un'impressione.»

Lei ride, ma decide di non insistere. In fondo, oggi c'è già abbastanza pressione per tutti senza aggiungere altre complicazioni.

Entriamo nella sala colazioni e ci sediamo con Fermin, Pedri e Gavi, che sembrano già carichi per la giornata. L'atmosfera è vivace, e cerco di lasciarmi trascinare dal loro entusiasmo. Pedri è quello che tiene banco, come sempre, raccontando qualche aneddoto per sciogliere la tensione.

«Allora, Lucía, sei pronta a tifare come non mai oggi?» mi chiede con un sorriso complice.

«Più che pronta,» rispondo cercando di mascherare l'agitazione. «E voi siete pronti a portare a casa questa coppa?»

Gavi si intromette subito. «Ovvio! Hanno e abbiamo lavorato troppo per arrivare fin qui, oggi non si può sbagliare.»

Li guardo e non posso fare a meno di ammirare quanto siano giovani eppure così concentrati e determinati. Sono consapevole di essere parte di qualcosa di grande, anche se solo come spettatrice.

Lamine arriva poco dopo e, quando ci incrociamo con lo sguardo, c'è un attimo di intesa silenziosa tra di noi. È strano, ma sento che qualcosa è cambiato dopo ieri sera. Lui mi sorride con quella sua tranquillità contagiosa, e per un attimo mi sento più leggera.

𝐅𝐄𝐋𝐋, 𝘭𝘢𝘮𝘪𝘯𝘦 𝘺𝘢𝘮𝘢𝘭.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora