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Lucia è una ragazza di 26 anni, il suo sogno nel cassetto era correre per la scuderia Mercedes in Formula 1. Aveva sacrificato tutto pur di raggiungere il suo obiettivo, si era impegnata giorno e notte, era instancabile e affamata, voleva raggiungere i più grandi e competere con loro. Andava bene a scuola, non aveva molti amici, non beveva, non fumava, la sua infanzia e adolescenza erano incentrate al raggiungimento del suo sogno, correre al fianco di Lewis Hamilton, Max Verstappen, Fernando Alonso ed eguagliare i loro record.

Il destino però aveva piani diversi per lei, un giorno, ebbe un brutto incidente in formula 2, i medici le dissero che era viva per miracolo, però non avrebbe più potuto correre. In una frazione di secondo, aveva perso tutto, si può chiamare vita questa? Lucia era grata per essere ancora qui, viva e vegeta, poteva raccontare la sua storia e crearne di nuove, però le sembrava di galleggiare piuttosto che nuotare, la sua era una continua sopravvivenza. Le persone intorno a lei la compativano, la guardavano con un velo di compassione e pietà, cosa che odiava con tutto il cuore, così decise di andare all'estero, a Parigi, per la precisione, il tempo necessario per far sì che le persone si scordassero di lei e di quel brutto incidente.

Lucia cambiò completamente vita, riprese a studiare, si laureò, con il massimo dei voti e speciali complimenti dalla commissione, in fisioterapia e si specializzò nella preparazione atletica dei piloti. Inizialmente si concentrò sui motociclisti, lavorò affianco a grandi nomi, l'attuale campione in carica Pecco, ma soprattutto lavorò con Valentino Rossi, divenuto suo grande amico, fino a quando, un giorno, il destino volle che la Formula 1 tornò a bussare nella vita della ragazza.

< Pronto?> chiesi

<Parlo con la signorina Lucia?> chiese la voce al di là del telefono

<Chi parla?> domandai

<Sono Toto Wolff, team principal della Mercedes. Mi hanno sottoposto il suo curriculum con annesse lettere di raccomandazioni di numerosi piloti, ho analizzato i suoi studi e operato nel settore e risultano eccellenti, è  proprio quello di cui abbiamo noi bisogno> affermò lui

<Sono onorata signore ma..> provai a dire

< Venga a Brackley, parliamone di persona e poi prenderà una decisione, conosco bene la sua storia, le chiedo solo di fare una chiacchierata, tutto qui> continuò lui dolcemente

< Va bene signore, accetto la chiacchierata> sorrisi

< Ottimo, le mando i dettagli del volo, dell'hotel via mail, a presto> concluse Wolff.

Lucia, dal giorno dell'incidente non aveva più messo piede in alcun tipo di auto, si spostava con i mezzi pubblici, a piedi o in moto, quest'ultima, era divenuta la sua migliore amica, la sera, quando per strada non c'era ormai più nessuno, montava su e correva per la periferia di Parigi, spingeva la moto al limite, per sentirsi viva, come un tempo.

Qualche giorno dopo quella telefonata, Lucia si ritrovò a Brackley, ove tutto le ricordava quello che non avrebbe mai potuto raggiungere, quello che sognava avere ma quel desiderio era ormai sfumato. Credeva che sarebbe stata in grado di gestirlo, ma la sua sicurezza iniziava a vacillare. Parlò a lungo con Toto, di tantissime cose, a partire dal suo ruolo e contratto, fino ad arrivare al suo passato; la sensazione che provava era strana, come varcò la soglia della fabbrica, si sentii stranamente tranquilla, le sue paure avevano smesso di assillarla, si sentiva sicura, si sentiva a casa. Dopo quella lunga chiacchierata, Lucia firmò il contratto come preparatrice atletica e fisioterapista della scuderia; il pilota a cui fu abbinata era Lewis Hamilton. L'inglese si trovava in un periodo un pò critico della sua carriera, aveva a disposizione una macchina con del potenziale, di cui però, non riusciva a trovare la quadra. Lo voleva l'ottavo titolo? Beh, a fatti non si direbbe.

<Lewis, ti presento la tua nuova preparatrice atletica> mi presentò Wolff

< Piacere, Lucia> allungai la mano verso il pilota, il quale mi guardò dall'alto in basso

< É uno scherzo?> domandò quasi divertito, lo guardai basita con la rabbia iniziava a montare

<Cos'è credi che le ragazze non siano all'altezza di questo ruolo?> gli chiesi furiosa

<Perché tu credi di riuscire a reggere il mio ritmo bambolina?> domandò saccente lui

<Sarai tu che dovrai reggere il mio, pappamolla> ringhiai

Questo fu il primo incontro tra i nostri protagonisti, una "dolcissima" dichiarazione di guerra.

Il destino sembrava aver tolto tutto quello che a Lucia era più caro, ora invece, le stava restituendo quel mondo, solo da una prospettiva diversa, ora spettava a lei, non buttarlo via.

Hamilton era rimasto colpito da quell'incontro, Lucia era una ragazza dal carattere spigoloso e l'anima inscalfibile, i suoi occhi erano scuri e impenetrabili, ma una cosa l'aveva capita, aveva sofferto, e anche tanto. Vedete, le persone che hanno subito un trauma, si riconoscono al primo sguardo, sono persone estremamente mature, analitiche e precise nelle cose che fanno; non si sbilanciano mai in niente, non sono mai né troppo felici o tristi, sono inarrestabili perché loro hanno già attraversato determinate situazione e sono consapevoli che le certi momenti si superano, ci possiamo piegare, ma non spezzare. Lucia era tutto questo, esattamente così. Lewis voleva saperne di più, voleva capire, ma ogni traccia che poteva esserci di lei, risaliva alla sua vita in Francia, prima, aveva vissuto come un fantasma. Com'era possibile?

Gara d'amore // Lewis HamiltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora