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Dopo il gran premio di Spagna il rapporto tra me e Lewis si è raffreddato parecchio, le sue parole mi hanno ferito è vero, ma ciò che mi ha distrutto è che provenissero da lui.
Ho sofferto tanto nella mia breve esistenza, tanto che appena mi viene tolto anche solo un millimetro di sicurezza, il mio corpo va in protezione e tra me e quella persona si crea un muro. Hamilton non ha nemmeno fatto molto per abbatterlo e mi sono iniziata a domandare se effettivamente il suo fosse amore nei miei confronti. Ultimamente è distratto, distaccato, anche durante gli allenamenti non è presente mentalmente, è pensieroso e assente, gli ho chiesto più volte se fosse tutto okay, a cosa pensasse ma lui ha sempre minimizzato, dicendo che non c'era nulla che non andasse. Alla fine ho rinunciato, non gli ho nemmeno più chiesto come stesse, parlavamo solo di lavoro.

Era arrivato il giorno del mio compleanno, giorno che non festeggio molto allegramente perché non ci ho mai trovato nulla di entusiasmante, anzi, i miei compleanni sono stati sempre un disastro.
Stamani, però, mi sono svegliata con una sensazione strana, sentivo una lieve eccitazione che non riuscivo a spiegarmi. Andai a fare colazione e come presi il telefono in mano, mi arrivò la videochiamata di mia mamma, la quale ci teneva a essere la prima a farmi gli auguri e cantarmi tanti auguri. Oltre a lei, nessuno al momento si era ricordato che giorno fosse oggi, dovevo aspettarmelo. Un po' delusa finii la mia colazione e mi preparai per andare in palestra, avrei scaricato lì i miei dispiaceri. Dopo due ore di sessione di allenamento, tornai a casa, una doccia rigenerante e per dare una svolta alla giornata, decisi di fare una pazzia; montai sulla mia moto e mi recai al kartodromo di un amico di Vale, il quale ovviamente mi accolse con un muffin e una candelina accesa da farmi spegnere, non è mai stato tipo da auguri a telefono ma per lui certe cose vanno fatte di persona, anche a mille miglia di distanza.

<Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri piccolina, tanti auguri a teee> canticchiò Rossi facendomi sorridere, <Esprimi un desiderio> mi incitò raggiante

<Va bene..> risposi, chiusi gli occhi e mi augurai solo tanta felicità, poi soffiai sulla candela

Vale mi strinse forte a sé, avevo gli occhi lucidi, ammetto di avere un debole per questi gesti, Rossi lo sapeva benissimo, sa come farmi sciogliere

<Lewis ti ha chiamato?> mi chiese cauto

Scossi la testa in segno negativo, <Non voglio pensare a lui, oggi è il mio giorno e voglio ricominciare da me> gli risposi convinta

<Andiamo allora baby> mi prese a braccetto tutto baldanzoso

Misi la tuta, avevo il casco in mano e mi fissai lungamente allo specchio, oggi avevo deciso di superare le mie paure; Vale bussò alla porta del mio spogliatoio, si affacciò e vedendomi titubante, si appoggiò allo stipite della porta, braccia conserte e mi fissò dal riflesso

<Non devi farlo per forza> mi suggerì lui

<Lo so, sono solo stanca di vivere nel passato> confessai

<Magari non sarà oggi ma un altro giorno> mi rincuorò Rossi

<Voglio che sia oggi, deve esserlo> risposi non così convinta ma mi feci coraggio, misi la balaclava e il casco e mi voltai verso il mio amico, il quale mi fece il gesto cavalleresco per farmi passare per prima e così feci.

Iniziammo a piccoli passi, facemmo il giro della pista tre volte, poi facemmo una piccola gara con le minimoto e infine fu il momento di passare ai kart; scelsi il mio e poi con qualche esitazione mi sedetti. Vale si posizionò accanto a me, mi prese la mano e mi disse

<Ricordati le sensazioni della prima volta, l'adrenalina di quel giorno, parti sempre da lì> poi si posizionò nel suo kart.
<Quando sei pronta tu, io ti sto dietro, sono qui> mi disse.

Gara d'amore // Lewis HamiltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora