8.

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La mattina seguente, Lewis ed io ci alzammo presto, decidemmo di andare a fare una corsa per tutto il perimetro del resort, poi ci fermammo a fare colazione con gli altri per poi dedicarci alla preparazione in vista del prossimo gran premio.

<Dai gli ultime due> dissi dinanzi all'espressione dovuta allo sforzo

<Tu mi vuoi morto> esordì lui sfinito dopo l'ultima serie, facendomi ridere

<Forza, facciamo un pò di stretching se no domani non ti alzi proprio> continuai a ridere

<So che questo è il tuo obiettivo> rise anche lui, < Ma non hai caldo?> mi chiese

Mi irrigidì all'istante, non sapevo come uscirne per non ricevere altre domande, così la mia unica via di uscita, era buttarla sul ridere

< Lewis, se vuoi vedermi in déshabillé bastava chiedere> dissi forzando una risata

<No.. io.. non> balbettò lui in difficoltà, provocandomi una risata di cuore

<Scherzavo cretino, dovevi vedere la tua faccia> continuai a ridere

Una volta terminato l'allenamento, mi ritrovai seduta vicino al pilota, il quale era sdraiato a terra, cerca di riprendere fiato e riprendersi dopo il duro allenamento. Poco dopo mi alzai e andai in camera a farmi una doccia per rinfrescarmi, una volta uscita dal bagno, mi posizionai dinanzi allo specchio e mi accarezzai la grande cicatrice al lato della mia schiena. Non me ne vergognavo, anzi, era come una medaglia per me, al tempo stesso non volevo essere fissata o compatita, avevo passato anni a odiarmi e forse non avevo ancora smesso del tutto; provavo giorno dopo giorno a non rimanere più ancorata a quel giorno, ma nonostante i miei sforzi, era ancora un tasto dolente.

Feci giusto in tempo a mettermi la tuta, quando qualcuno bussò alla mia porta, andai ad aprire e mi trovai Hamilton, con una camicia azzurro scuro, dei pantaloni beige e gli occhiali da sole in testa, devo ammettere che aveva il suo fascino

<Ho una proposta indecente> mi disse con un'espressione beffarda

<Sentiamo> gli risposi a tono

<Tu, io, la moto e un giro in centro città> mi sorrise il pilota

<Il tuo sarebbe un modo goffo di chiedermi di uscire?> lo presi in giro

Lo vidi arrossire, così per evitare situazioni imbarazzanti, mi affrettai ad aggiungere < Ci sto! Dammi il tempo di preparami>.

<Ti aspetto giù> mi informò

Quando chiusi la porta alle mie spalle, mi ci appoggiai, sentivo il mio cuore battere forte, non capivo il motivo sinceramente, ma non accennava a rallentare. Decisi di indossare un paio di pantaloni a zampa, un top bianco e una giacca in pelle nera, afferrai casco e guanti e mi diressi nella hall dove il pilota mi stava aspettando; nel mentre aveva recuperato un casco anche lui e aveva prenotato una moto a due posti, in quanto in quella bellissima Panigale in due non ci stavamo. Salii a bordo della moto, la tirai giù dal cavalletto e la misi in moto, mi voltai verso Hamilton, il quale montò sul posto del passeggero un pò titubante

<Non ti fidi?> gli domandai divertita

<Non sono più convinto che sia una buona idea> mi prese in giro

Mi faceva troppo ridere, solitamente corre a 300km/h su una monoposto, e ora ha paura di venire in moto con me; gli presi le mani e le misi intorno alla mia vita, buttai giù la visiera, mani sulle manopole e gli dissi <Reggiti> per poi accelerare di colpo e far attaccare il corpo del pilota al mio, facendo aumentare la presa dello spagnolo intorno alla mia vita. Arrivammo a destinazione, nel centro città, parcheggiai la moto, feci scendere Lewis e misi il mezzo in sicurezza, poi mi tolsi il casco in modo molto filmesco.

Gara d'amore // Lewis HamiltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora