< Eccoti finalmente, ormai credevo non venissi più> mi accolse Vale
<C'è stato un disguido ma ora è tutto risolto> risposi
Passai la mattinata a confidarmi e confrontarmi con Rossi, nessuno meglio di lui mi capiva, ero così confusa che dalle mie orecchie usciva del fumo a causa dello sforzo per vederci chiaro. Poi improvvisamente, la lampadina, oggi non avrebbe corso nessuno in pista prima del pomeriggio, la pioggia di era calmata e quindi potevamo fare un giro. Vale mi lanciò una tuta e mi fece scegliere una moto della loro scuderia, gomme da bagnato montate e ci dirigemmo sulla griglia di partenza.
<Giriamo fino a quando non stai meglio, mi raccomando, prova a starmi dietro> mi fece l'occhiolino
<Vedrai quanta polvere ti farò mangiare> risposi a tono
Si accesero pure i semafori, non so per opera di chi, ma il tutto era estremamente realistico, improvvisamente fui trasportata nel passato, non ero più a bordo di una moto da corsa, ma della mia monoposto, numero 27, rossa e bianca. Allo spegnimento dei semafori, partimmo, per tutto il tragitto, ero persa in questo mio immaginario, avevo dimenticato di essere in sella a una moto, con accanto il mio migliore amico, ma ero catapultata al gran premio di spagna, scattavo dalla pole e non dovevo sbagliare, ero da poco entrata in formula 2 e quella doveva essere la mia prima vittoria, a tutti i costi. Non so bene quanti giri feci ma quello che so è che tagliai il traguardo per prima.
<Stellina, la pista era bagnata, ti sei presa dei rischi incredibili! Che cavolo ti è preso?" mi rimproverò Vale
<Io.. non lo so.. ma ho tutte le mie risposte> risposi pimpante < Grazie Vale, di cuore. Ah sei molto arrugginito devo dire> lo presi in giro mentre correvo per il box prima che mi uccidesse
< orna qui piccola impertinente se hai coraggio!> mi gridò ridendo mentre mi rincorreva
L'organizzazione e la tensione che risiede dietro le gare di MotoGP è molto diversa dispetto a quella di Formula 1, è tutto più tranquillo e quello che fa veramente la differenza è la qualità di un pilota, non esistono pit stop se non in casi eccezionali e le moto sono tutte molto vicine, si spingono così al limite che basta un nonnulla per rovinare un weekend perfetto.
Quando ormai si era fatta sera, tornai in hotel; varcai la soglia della hall e vidi che tutte le luci erano spente, non c'era nessuno. Un chiarore leggero attirò la mia attenzione, veniva dalla sala della cena, quindi incuriosita, mi avvicinai, seguendo quel bagliore; mi affacciai e vidi un tavolo apparecchiato per due, delle piccole candele e dei petali di rosa. Due mani mi coprirono gli occhi, poggiai le mie sulle sue, un piccolo sorriso in volto
<Lewis?> lo chiamai
< Scusami> ripeté lui al mio orecchio
<Si lo hai già detto, mille volte> risi
< Volevo farmi perdonare, così ho mandato tutti via ed eccoci qui> affermò soddisfatto lui scoprendomi gli occhi, intrecciando le sue dita alle mie e abbracciandomi da dietro
< É bellissimo, non dovevi> risposi guardandolo negli occhi
Improvvisamente uno strano bagliore si impossessò del suo sguardo, il pilota si posizionò difronte a me, mise una mia mano sul suo petto e la tenne stretta poggiandosi le sue sopra. Lo guardai in un primo momento confusa, poi sentii il suo cuore battere sempre più forte, alzai il viso e fissai i miei occhi nei suoi
<Questo è l'effetto che mi fai, ogni volta che il mio sguardo si posa su di te> confessò lui < In te ho trovato qualcosa di speciale, prezioso.. Io voglio prendermi cura di te, perché lo meriti. Voglio solo che tu sappia che potrai dirmi un'infinità di volte che non devo pensare a te, ma qualsiasi cosa accadrà, io ti sarò sempre accanto> continuò lui
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Gara d'amore // Lewis Hamilton
Short Story"Perché era una vita che non ero così felice e non me ne frega un cazzo di quello che pensano gli altri. Io ho deciso di fare quello che mi fa stare bene e penso che dovresti farlo anche tu; guarda che le occasioni non capitano due volte" A volte si...