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Spostai Hamilton, improvvisamente mi sentivo sporca. Desideravo con tutta me stessa provare a frequentare il pilota ma non così, volevo una storia pulita, a prescindere da come sarebbe finita.
Restammo chiusi lì fino a quando Isa non se ne andò.

<Noi non stiamo insieme.. dobbiamo capire> ruppe il silenzio Lewis

<Capire cosa? Lei si presentata come la tua fidanza> affermai più acida di quanto volessi

<Siamo stati insieme per tanto tempo.. ho avuto un attimo di debolezza> confessò lui

<In amore non esistono attimi di debolezza Lewis, l'amore è fatto di scelte. Quando ti fidanzi con una persona, è perché hai scelto lei tra mille; quando una persona ti vuole al suo fianco, sceglie te, mette da parte tutto il mondo , non esistono scuse, non esiste più niente> gli risposi per poi uscire da lì.

La sera, andai in un locale della città con George, Fernando e tutta la loro combriccola di amici, era una discoteca molto rinomata e infatti c'erano molti volti noti e persone che indossavano abiti il cui costo uguagliava quello del mio frigorifero, se non di più. Fu una serata molto strana, vidi uno dei loro amici, avere delle attenzioni e degli atteggiamenti molto particolari nei miei confronti, più lo respingevo e più lui provava ad avvicinarsi; in un momento di distrazione andai da Russell per fargli presente la situazione, considerando il fatto che il ragazzo fosse fidanzato se non ricordo male, probabilmente aveva alzato troppo il gomito e non era in sé. Improvvisamente iniziai a non sentirmi molto a mio agio, tutte le persone ammassate, gli spintoni, la musica a palla.. il mio cuore accelerava sempre di più, sentivo le gambe sempre più molli, così corsi fuori, sul balcone del privé, mi appoggiai al muro e iniziai a respirare profondamente.

Pochi minuti dopo, sentii una mano poggiarsi sulla mia spalla, mi voltai e vidi George. Anche lui era visibilmente preoccupato per me, il mio comportamento era strano, spesso altalenante ma non volevo opprimere tutti con i miei problemi.

< Stai bene?> mi chiese l'inglese

< Si tranquillo, dentro faceva troppo caldo> risposi

George mi passò dell'acqua naturale che teneva in mano, ne bevvi un sorso e lo ringraziai. Iniziammo a parlare del più e del meno, poi dopo un periodo in cui tergiversò, prendendo il discorso alla lontana, finimmo per parlare di Lewis.

<Non c'è molto da dire, è fidanzato con Angela> esordì io per tagliare corto

<In realtà dopo la gara di oggi si sono lasciati definitivamente> rispose lui

Ecco, ci risiamo, il mio cuore inizia a fare le capriole e delle vibrazioni invadono il mio corpo. Provai a non mostrare troppo il mio entusiasmo e mi limitai a dire che mi dispiaceva, non doveva essere facile per loro. Mentre parlavo, George mi guardava divertito, si vede che non ero stata molto convincente nell'esporre il mio dispiacere

<Bugiarda> scoppio a ridere appena finii di parlare,

<Smettila!> iniziai a ridere anche io, dopo avergli dato un piccolo colpetto sul braccio

<Torno dentro, ci vediamo!> mi salutò Russell prima di tornare dai suoi amici, mentre io rimasi fuori a godermi il panorama e le luci della città.

<Lucia! Mi serve una mano> mi chiamò Fernando, il quale non riusciva più a fare la balia da solo ai suoi amici, così corsi ad aiutarlo.

Era ormai mattina presto, quando rientrai in albergo, dopo essermi assicurata che tutti i miei amici fossero arrivati a destinazione; stavo cercando la chiave della stanza dalla mia borsa, quando una mano mi fece voltare e rimasi intrappolata tra la porta e l'inglese. I miei occhi reggevano perfettamente il suo sguardo profondo, complici le parole che mi aveva detto George qualche ora prima.

Gara d'amore // Lewis HamiltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora