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Ero ancora sotto shock per le parole e la naturalezza con la quale Lewis mi aveva confessato i suoi sentimenti; guardai il Q1 e Q2 persa nei miei pensieri, c'ero fisicamente ma mentalmente ero ferma ancora a quel momento. Uno degli aspetti che amavo più di Hamilton era questo, la semplicità e la cura dei piccoli gesti; Hamilton non era una persona plateale, ma intima, riservata, dava il giusto peso e importanza ad ogni parola e attenzione che decideva di riservarmi ed io non mi ero mai sentita così. Era la prima volta che il mio cuore decideva di affidarsi a qualcuno ed ero contenta che avesse scelto Lewis, la sua sensibilità ed empatia erano qualcosa di speciale, di raro; per la prima volta, dopo l'incidente, avevo deciso di voler vivere a pieno, senza più paure perché era una vita che non ero così felice e non me ne fregava un cazzo di quello che pensavano gli altri. Finalmente mi sono detta, guardandomi allo specchio "ho deciso di fare quello che mi fa stare bene e penso che dovresti farlo anche tu, guarda che le occasioni non capitano due volte", ed eccomi qui, pronta a buttarmi in questa nuova avventura, con al mio fianco l'uomo più sexy della griglia.

Fu Toto a tirarmi fuori dai miei pensieri, mi poggiò una mano sulla spalla e con guardo preoccupato mi chiese se fosse tutto okay.

<Si si, scusa, ero solo un attimo sovrappensiero> gli risposi desolata

<Lewis ha segnato il miglior tempo nel Q2> mi informò il mio collega

<Incrociamo le dita> risposi ansiosa

I primi tempi del sette volte campione del mondo non erano entusiasmanti, il potenziale per la pole c'era, dovevamo sfruttarlo; Max e Lando volavano, erano poco distanti, qualche decimo li separava, era una vera battaglia al millesimo. I minuti scorrevano e sentivo Hamilton lamentarsi in radio del fatto che non riusciva a trovare il feeling con la macchina e che non poteva fare meglio di così. All'ultimo giro, la sua riga dei tempi iniziò a colorarsi di viola, sembrava che la macchina fosse tornata a vita e che il pilota stesse dando il tutto per tutto, sembrava che il giro fosse perfetto, ma poi, inspiegabilmente, commise un errore da principiante e terminò solo in terza posizione, davanti al suo compagno di squadra.

<Posso?> chiesi prima di entrare nello stanzino del pilota

<Vieni bambolina> sentii dire dall'altro

Entrai velocemente dentro, chiusi la porta alle mie spalle, ebbi solo il tempo di voltarmi che Lewis adagiò il suo viso sulla mia spalla e si lasciò andare contro di me; Gli misi una mano tra le treccine un pò disordinate e con l'altra gli accarezzavo la schiena per consolarlo

<Il bello arriva domani Lewis, ti sei qualificato bene> dissi con tono dolce

< Forse questa è la prima volta che mi chiami con il mio nome> disse lui

<Non è vero!> feci la finta offesa

L'umore del pilota non era cambiato di una virgola ovviamente, partire dalla terza posizione quando tra le mani avevi le potenzialità per fare la pole non era il massimo però con una buona partenza si poteva recuperare e questo lo sapeva anche lui.

<Io sono comunque orgogliosa di te pappamolle> gli sorrisi

<Mmm.. ecco la mia fidanzata, sei tornata in te> mi prese in giro facendomi ridere.

Passai molto tempo con Hamilton prima che venisse rapito dai giornalisti per le interviste, i quali erano più interessati alla sua vita sentimentale che al mediocre risultato ottenuto oggi in qualifica.

- <Abbiamo visto la tua ex fidanzata in giro per il paddock e in particolare al tuo box, c'è un ritorno di fiamma?> gli chiesero

Lewis guardò nella mia direzione, vide la mia espressione spazientita e infastidita da questo tipo di domande e decise di accontentare la fame di gossip dell'intervistatore in parte

Gara d'amore // Lewis HamiltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora