Sentivo lo sguardo di Lewis bruciarmi addosso ogni volta che eravamo nella stessa stanza; provava ad avvicinarsi ma io lo evitavo, ora come ora non volevo sentire niente e nessuno. Ero tornata ad essere la me del post incidente, fredda e distaccata. Hamilton mi aveva ferito, non tanto perché quando sono stata male lui non c'era, ma mi aveva tradito, alla prima vera difficoltà, lui era corso da lei nonostante io fossi lì solo per lui, per infondergli coraggio.
Ho mantenuto un atteggiamento professionale per tutto il weekend, mi sono imposta di essere sorridente, non mostrare i miei sentimenti ma qualcosa era cambiato radicalmente dentro di me. Non potevo continuare così, non era professionale e non era da me, così senza dire niente a nessuno, una volta ritornata a Brackley, chiesi di parlare con Toto, il quale accettò di vedermi subito.
<Salve signore, grazie per avermi ricevuta> iniziai a dire con un sorriso forzato in volto
<Credo di sapere perché tu sia qui.. purtroppo> affermò lui leggermente intristito
<Si.. Queste sono le mie dimissioni> affermai passandogli la busta che tenevo tra le mani. <Ha realizzato un mio sogno, lavorare di nuovo in formula uno, per la Mercedes, per me è stato il regalo più grande che la vita potesse farmi davvero, ma credo che questo sogno debba terminare> abbassai lo sguardo a causa del pizzicorino agli occhi causato dalle lacrime che minacciavano di uscire.
<Hai già dove andare?> mi domandò Wolff
<Sarò la PT di Max Verstappen a partire dalla settimana prossima> risposi facendo spallucce
<Beh, almeno non resterai a mani vuote..> sospirò lui. <Mi dispiace tanto che tu vada via, hai radicalmente cambiato l'umore del team, sempre; davanti ad ogni difficoltà hai reagito, incoraggiando anche i ragazzi.. beh sarà un duro colpo per loro> affermò dolcemente
<Non ne ho parlato con nessuno ancora, vorrei che leggesse loro questa lettera quando glielo dirà, io.. io non ce la faccio> dissi con la voce rotta
<Vedrai che le cose si aggiusteranno, abbi fede, Lewis è un cretino, ma ti vuole bene, ricordati questo> mi disse il mio ormai ex capo poggiando una mano sulla mia
<Peccato signore che io sia innamorata di lui> sorrisi tristemente mentre una lacrima mi rigò il viso
Abbracciai Toto, forte e a lungo, poi lo ringraziai per tutto quello che aveva fatto per me e per la pazienza avuta. Mi tolsi il pass che avevo al collo e glielo poggiai sulla scrivania, lo risalutai e lasciai il suo ufficio. Mentre mi dirigevo verso l'uscita della fabbrica, mi guardavo intorno, cercando di memorizzare quante più cose possibili nella mia mente; questo luogo per me è stata casa, rinascita, non sarò mai abbastanza grata alla scuderia Mercedes per tutto quello che ha fatto per me, li porterò sempre nel mio cuore, e chissà magari un giorno potrei tornare qui.
<Lucia? Che hai fatto?> mi domandò una voce a me familiare
<Mick, che ci fai qui?> chiesi sorpresa nel vederlo
<Sono venuto a prendere a firmare il contratto ma tu stai bene?> si preoccupò, facendo un passo verso di me ma io indietreggiai istintivamente
<Mi dispiace Mick, io non posso> gli sorrisi forzatamente. <Stammi bene, ciccino> gli poggiai una mano sulla spalla per poi fuggire via.
Nei giorni successivi ho ricevuto messaggi infiniti da parte di tutto il team, ai quali ogni tanto ho risposto, colui che ho proprio ignorato è Hamilton. Mi ha tempestato di chiamate e ha cercato di contattarmi da ogni piattaforma social che esistesse praticamente, purtroppo invano, non avevo voglia di parlare con lui, dovevo ricostruirmi le mie certezze da capo e per farlo dovevo stare sola.
STAI LEGGENDO
Gara d'amore // Lewis Hamilton
Short Story"Perché era una vita che non ero così felice e non me ne frega un cazzo di quello che pensano gli altri. Io ho deciso di fare quello che mi fa stare bene e penso che dovresti farlo anche tu; guarda che le occasioni non capitano due volte" A volte si...