Un mondo alla fine del mondo

XIX Il Fragore dei Ricordi

Iano si fermò un istante per guardare il volto di Farah, ancora in tensione dopo quella sua improvvisa reazione. Si rese conto così di essere stato troppo brusco, lasciandosi trascinare dalle sue emozioni. Abbassò lo sguardo sulla targa che aveva ancora tra le mani, mentre le dita ne tracciavano i contorni metallici. Inspirò profondamente, cercando di calmarsi, di ritrovare un minimo di controllo.

Con un movimento lento, posò la targa sul tavolo, accanto al bicchiere vuoto di Farah. Si massaggiò le tempie, come a scacciare un mal di testa invisibile, poi si voltò verso di lei, stavolta con un'espressione più gentile, ma ancora segnata da una certa stanchezza.
"Scusami." mormorò mortificato. "Non era mia intenzione."
Farah lo fissó, cercando di interpretare quel cambiamento. Rimase in silenzio, aspettando che Iano continuasse.

Lui scosse leggermente la testa, quasi come se stesse cercando le parole giuste, poi continuò: "Capisco che tu stia cercando delle risposte, e vorrei poterti aiutare. Ma... io non posso, Farah."
Lei rimase in silenzio per qualche istante, lasciando che le parole di Iano si sedimentassero. Tuttavia, una sensazione sorda e persistente si agitava dentro di lei. Percepiva che lui non le stesse dicendo tutto, il suo intuito le diceva che qualcosa covava dentro Iano.

Per un attimo, i suoi occhi si posarono di nuovo sulla targa. Poi, quasi senza pensarci, sollevò lo sguardo su di lui, scrutandolo con più attenzione. C'era una tensione sottile nel suo viso, qualcosa che la sua calma apparente non riusciva a mascherare del tutto.
"Hai accesso alla rete dei Costruttori." disse lei, usando un tono più diretto e deciso. "Ci sarà qualcuno tra di loro che ha le competenze necessarie, qualcuno che può aiutarmi a decifrare questa targa."

Iano alzò lo sguardo verso di lei, sorpreso dalla sua insistenza. Esitò per un attimo, poi abbassò di nuovo gli occhi, cercando di mantenere la calma. Il suo sguardo era sfuggente, evitava per scelta precisa quello di Farah. Lei, seduta di fronte a lui, sentì crescere dentro di sé una crescente frustrazione. Aveva bisogno di aiuto, ma lui non sembrava cogliere l'urgenza della sua chiamata.

"Iano," disse Farah esitando, "ti prego... forse c'è qualcuno che conosci, qualcuno nella rete dei Costruttori che può aiutarci. Non tutti sono legati ai governi. Ci deve essere qualcuno... un astronomo, qualcuno che non lavora nei canali ufficiali, che potrebbe decifrare questa targa."
Iano restò in silenzio per un lungo istante, lottando con i suoi pensieri. Le richieste di Farah sembravano premere contro un muro che aveva eretto dentro di sé. Sentì il suo cuore accelerare e il respiro farsi più rapido. Farah lo osservó nel dettaglio, cercando di decifrare le emozioni che lo stavano attraversando. Notó il tremito delle sue mani, la tensione che gli stava irrigidendo la mascella. La sua intuizione prese ancora più corpo.

"Iano, per favore..." lo implorò ancora una volta. "Dobbiamo almeno provare a decifrare quella mappa! Potrebbe essere la nostra unica possibilità..." Iano chiuse allora gli occhi, scuotendo la testa come per allontanare quelle parole. "Farah, ti ho già detto... non conosco nessuno. Non posso aiutarti."
Farah avvertì un nodo stringersi al petto. Qualcosa in lui era mutato. Era come se la storia della targa avesse toccato corde profonde. Da quando lo aveva conosciuto, aveva sempre avvertito che ci fosse in lui un segreto tormento, il quale giaceva nascosto sotto i suoi silenzi e il suo isolamento. In quel momento, le sembró che quell'assillo avesse rotto gli argini in lui, costringendolo ad affrontare qualcosa che voleva eliminare dalla sua vita.

"Io davvero non ti capisco..." continuò lei, la voce che tradiva tutta la sua esasperazione. "Perchè non puoi fare nulla? Non sei un Costruttore anche tu? Non hai accesso alla loro rete sulla darknet?"La reazione di Iano fu immediata, inattesa. Si alzò di scatto, il volto contratto in un'espressione che era un misto di rabbia e terrore. "Basta, Farah!" sbottò con la voce tremante di emozione. "Non è così semplice fare qualcosa per te, lo capisci oppure no?"