XXI Riscrivere Un Finale

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Iano era seduto sull'autobus, con la testa appoggiata mollemente al finestrino freddo mentre osservava con sguardo alienato le strade vuote di Bologna. Il motore dell'autobus sbuffava monotono, un suono che si perdeva tra i pensieri che mulinavano nella sua testa. Tornava da un turno massacrante all'ospedale, ma la giornata sembrava non avere fine. Il peso di ciò che aveva visto e vissuto continuava ad aggrapparsi a lui, sprofondandolo in un senso di stordimento.

Quella sera, Bologna era spettrale. Strade di solito brulicanti di vita apparivano in quel momento invece deserte. Il traffico era quasi inesistente, poche macchine sfrecciavano, fermate dai numerosi posti di blocco della polizia. Era una vista surreale: luci blu lampeggiavano in lontananza, i volti di pochi passanti erano coperti da mascherine, le serrande dei negozi chiuse. Le facoltá universitarie, di solito brulicanti di studenti, avevano i portoni sbarrati: il rettore si era arreso alla paura, ordinando la sospensione immediata di tutte le lezioni per quel giorno infausto.

Gli attentati della mattina avevano scosso tutte le maggiori città europee. Un attacco con agenti chimici era stato sferrato nelle metropolitane di Parigi, Londra, Monaco, Roma, Milano... Le immagini dei vagoni sventrati, del panico e del caos scorrevano senza fine sugli schermi delle tv e dei cellulari di tutto il mondo, un bollettino di morte e distruzione che, di ora in ora, si ingrossava come una valanga.

L'impatto fu tale che le numerose vittime dovettero essere trasportate anche negli ospedali vicini, e Iano aveva trascorso ore in mezzo a un caos senza precedenti. Feriti, intossicati, persone in preda al panico, alle convulsioni, erano stipate nelle sale d'emergenza. Lui aveva fatto il possibile, ma sentiva che non era stato abbastanza.

Si passò una mano sul volto, cercando di scrollarsi di dosso la stanchezza, ma quella prostrazione andava oltre la sua dimensione corporea. La sua mente era ancora bloccata, sentiva nelle orecchie ancora le urla e i gemiti di dolore dei pazienti. L'atmosfera sul bus era tesa, come se tutti aspettassero che qualcosa di terribile potesse avvenire da un momento all'altro. I pochi passeggeri erano silenziosi, alcuni fissavano il vuoto, altri scrollavano le notizie sui loro telefoni senza sosta.

Giunto a destinazione, si indirizzò verso la sua abitazione con le gambe pesanti come piombo, quasi come se la gravità attorno a lui fosse aumentata.
"Nina?" disse non appena varcò la soglia di casa, più un riflesso che un vero tentativo di cercarla. Agganciò il giubbotto e il suo zaino all'appendiabiti mentre continuava a guardarsi intorno. La casa era immersa in un silenzio irreale, rotto solo dal lieve ronzio del frigorifero. Tutto sembrava stranamente immobile, quasi congelato.

"Nina?" ripeté, mentre si avviava verso la camera da letto. Si appoggiò allo stipite della porta e finalmente la vide: era stesa sul letto ancora disfatto dalla mattina, girata su un fianco. Stringeva il telefono tra le mani, gli occhi fissi sullo schermo. Il suo bagliore bluastro illuminava il suo viso stanco, evidenziando le occhiaie che le cerchiavano gli occhi e la piega amara delle sue labbra. Iano picchiettò con le nocche la porta della stanza. "Tutto bene?" chiese, anche se la risposta era ovvia. Nina nemmeno lo calcolò. Continuò a scorrere il flusso infinito di notizie, video, immagini. Le due dita tremavano, mentre si muovevano senza sosta su quel piccolo monitor che sembrava contenere l'intero mondo in rovina.

Iano si sedette allora sul bordo del letto, in silenzio. Sentiva che qualsiasi parola sarebbe stata superflua, vuota, di fronte a quell'angoscia impossibile alleviare. Allungò una mano e cominciò ad accarezzarle il braccio, provando cosí a offrirle un conforto silenzioso, cercando una connessione con lei che sembrava sfuggirgli. Era devastata, lui lo sapeva, e non riusciva nemmeno a reggere il suo sguardo. Infatti, a rivendicare gli attacchi fu un sedicente gruppo ambientalista che si faceva chiamare Sesta Estinzione. In un video diffuso sulle reti sociali, i militanti dichiararono di essere in guerra per salvare il pianeta contro i governi e la loro inerzia nell'affrontare la crisi climatica.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 28 ⏰

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