VI La Salvezza all'Improvviso

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Il Centro di Distribuzione Idrico sorgeva nel cuore della zona artigianale di Ragusa. Quando la siccitá svuotó la diga di Santa Rosalia e prosciugó il fiume Irminio assieme alle altre falde, l'unico modo per avere acqua corrente fu la costruzione di un dissalatore d'acqua.

Enormi tubature così raccoglievano l'acqua dalla spiaggia di Marina di Ragusa per trasportarla fino al Centro, dove veniva potabilizzata e distribuita a tutta la città.

Un tempo la destinazione d'uso di quel luogo era ben diversa, si trattava di un centro di raccolta di oggetti da riciclare. Era rimasto l'ultimo avamposto di quell'area produttiva, oramai nient'altro che un cimitero di capannoni dismessi e arrugginiti, giacenti come tante lapidi in memoria dei tempi che furono. La posizione in ogni caso era strategica, visto che era il perfetto raccordo tra il litorale e il resto della città. Non si poteva infatti costruire il dissalatore vicino al mare: sarebbe stato distrutto dall'erosione della costa e dai cicloni che ogni autunno scaturivano dal mare surriscaldatosi durante l'estate.

"Credo di avere una brutta notizia..." scrisse Giusy in un messaggio rivolto a suo marito Massimiliano.
"Che succede?"
"Hanno appena comunicato che hanno aumentato il prezzo dell'acqua."
"Di nuovo?!"
"Pare proprio di sí. Pazienza, questa settimana ne porteró di meno a casa..."
"Forse è ora che mi trovi un lavoro vero..."
"Ne abbiamo già parlato, ed é fuori discussione! Sei da Iano?"
"Si aspetto che mi visiti, c'è gente. E a casa ne riparleremo a questo punto... che ti piaccia oppure no."

Dissalare l'acqua costava, così la quantità giornaliera erogata dai rubinetti era limitata. Per averne di più bisognava comprarla a parte di tasca propria, recandosi al Centro in giorni prestabiliti e preparandosi ad una lunga fila. I continui rincari e la snervante attesa per potersi rifornire logoravano ogni volta la pazienza delle persone lì in fila, così non era raro che scoppiassero senza motivo alterchi o addirittura disordini, sempre repressi con forza dalla polizia.

Giusy teneva stretta a sé sua figlia Ilaria con il volto contratto dalla paura. In attesa del suo turno per acquistare la sua razione, i suoi occhi scrutavano con apprensione la scena che si stava svolgendo attorno a lei. La tensione davanti al Centro infatti cresceva sempre di più. Tra le persone assiepate davanti il cancello di ingresso, stava montando una rabbia dilagante a causa dei nuovi prezzi dell'acqua.

Le forze dell'ordine già lì presenti si misero in posizione anti sommossa, cercando di formare una barriera umana per impedire alle persone di sfondare l'entrata. Tuttavia, la pressione montava feroce e la loro inferiorità numerica si stava facendo evidente.

"Avete aumentato di nuovo il prezzo, bastardi!"
"Non se ne puó più!"
"Fateci entrare! Vogliamo parlare con chi gestisce la baracca!"

Giusy serró la mano di Ilaria con forza, cercando di trasmetterle un senso di sicurezza, nonostante la concitazione nell'aria. Cercava di mantenere la calma per il bene di sua figlia, ma con ogni fibra di sé  pregava che la situazione si risolvesse pacificamente e che potessero tornare a casa sane e salve.

"Vi preghiamo di ricomporre la fila per l'acquisto dell'acqua." risuonó all'improvviso una voce dall'altoparlante. "Vi ricordiamo che per motivi di sicurezza non è permesso l'ingresso al Centro di Distribuzione Idrico a più di due persone contemporaneamente."

Quella voce fredda ed educata non fece altro che esasperare ancora di più le persone lì riunite.
"Ce lo venissero a dire in faccia che dobbiamo pagare di più l'acqua!"
"Fate schifo!"
"Vergognatevi!"
"Voi non volete lasciarci vivere!"

Il frastuono delle sirene in lontananza preannunció l'arrivo imminente dei rinforzi.
In pochi istanti, i mezzi blindati piombarono sgommando sulla folla vociante. I portelloni si spalancarono e in un lampo i poliziotti in tenuta antisommossa si affacciarono sulla scena, con tutta la loro imponente presenza intrisa di autorità e minaccia. Si misero così in fila, schierati dietro gli scudi protettivi, già sguainando i manganelli mentre abbassavano decisi le visiere degli elmetti.

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