2 - ritorno

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Ora il treno di ritorno a Villanova di Beatrice si è appena fermato.
Per Bea è il momento di fare i conti col suo passato, è il momento dei ritorni, è il momento di rivedere tutti i suoi parenti e "amici", scomparsi subito dopo il suo trasferimento, dopo 3 anni.
Ora che scende dal treno sa che è il momento di tutto questo.
Vede sua madre agitare velocemente il braccio per farsi notare da lei, e quella scena non può che stringerle il cuore e farle spuntare un sorriso sul volto.

Accanto a sua madre scorge la figura di suo padre e di sua sorella minore, Elena, che è sempre stata la sua versione più piccola.
Appena davanti alla sua famiglia non può che piangere stretta fra le braccia della madre che le sussurra parole dolci.
Vede sui volti di tutti delle lacrime di gioia e pensa a quanto le siano mancati.
Suo padre le guarda fiero di come sia diventata la sua bambina, ormai molto vicina ad essere una donna, e sua sorella l'abbraccia come non ha mai fatto.

"Bia non puoi capire quanto mi sei mancata, in questi anni non ho avuto nessuno con cui fare le mie sedute terapeute davanti alla camomilla e miele, non immagini quanto sia felice di vederti qui" le dice Elena, che batte le mani felice e si lascia andare a un gridolino felice.
"Ele come sei cresciuta, dal vivo sembri molto più grande che nelle videochiamate. Se vuoi da stasera riprendiamo le nostre chiacchierate di ore" le risponde Bea, che vorrebbe ribadirle quanto odia quel soprannome, ma che non dice nulla per non distruggere il momento bello creatosi con la sua sorellina, che ormai ha 16 anni e fa il 3 superiore.

Non può non pensare quanto sia sempre più simile a lei, sia fisicamente che caratterialmente.
I capelli lunghi bruni molto scuri, quasi neri, gli occhi cioccolato, non molto alta e con un sorriso contagioso.
Sua sorella è proprio la sua fotocopia, e lei non può che esserne più che contenta.

"Oh no ora dobbiamo subicerle di nuovo con i loro discorsi filosofici" dice sua madre ridendo, e procurandosi una linguaggia da entrambe le sue figlie.

Ora è il tempo di ritornare a casa, e Bea nel breve tragitto in macchina non può che ammirare le strade di Empoli, che ricorda ancora a memoria, ma che non avrebbe mai immaginato che le sarebbero mancate così tanto.
È domenica e il paese è quasi completamente vuoto, e lei non può che amare quella tranquillità che anni prima detestava completamente.
Ogni luogo di Villanova ha un posto speciale nel suo cuore, e vedere quei posti le fa nascere inconsapevolmente un sorriso sul volto.

Appena arrivati a casa si imbatte in Eleonora, la madre di Benedetta, la sua migliore amica, nonché sua vicina.
"Tesoro non sai quanto sono contenta di rivederti" le dice Eleonora, stringendola fra le sue braccia, e le ragazza contraccambia l'abbraccio, perché tutto quell'affetto l'è mancato come l'aria.
Eleonora è sempre stata la sua seconda mamma, l'ha vista crescere e l'ha vista triste, felice, innamorata e distrutta.
Eleonora è sempre stata una fra le figure adulte più importanti per Beatrice.

"Pa' vi lascio le valige, vado a salutare un attimo Benny, ho bisogno di vederla" dice Beatrice a suo padre, che le risponde annuendo.
Così la ragazza, insieme ad Eleonora, entra nella casa vicina, e bussa alla porta della camera della sua migliore amica, chiusa a chiave.
Quando la sua amica apre la porta, convinta che la sua amica sarebbe tornata il giorno seguente, rimane a bocca aperta, per poi scoppiare a piangere, insieme a Beatrice, che nelle braccia della sua amica, si sente libera di sfogare tutte le sue emozioni.

Le due si stringono forte, ritrovando se stesse nelle braccia dell'altra e completandosi.
Beatrice e Benedetta si erano sentite ogni giorno, ma non è mai stato come il vedersi ogni giorno, e avere la possibilità di recuperare quel tempo perso rende entusiaste entrambe.
Benedetta sa che deve curare le ferite della sua amica e sa che non sarà facile, ma lei deve tutto a quella ragazza e infondo la parola "amicizia" significa proprio questo: esserci nei momenti più luminosi e in quelli più bui, e Benedetta è pronta ad esserci in questo momento in cui per Beatrice è tutto nero.
Beatrice si sente finalmente a casa nella braccia della sua amica, dopo anni a sentirsi ovunque fuori luogo. Vuole un bene dell'anima a quella ragazza e non può che esserle grata per non essersene mai andata, come hanno fatto tutti gli altri.
E ora le due sono lì a colmare le loro mancanze, volendosi bene come non mai.

"Benny sono così contenta di essere qui" riesce a dire Beatrice fra una lacrima e l'altra.
"Ho aspettato questo momento da 3 anni, abbiamo tanto da dirci, sono così felice che tu sia qui Bea" le risponde la sua migliore amica.
E così Beatrice le racconta per filo e per segno tutto ciò che è successo a Milano, raccontando ogni dettaglio che aveva tralasciato nelle chiamate.
Benedetta conforta l'amica ed è contenta che si sia aperta così tanto con lei.

"Ti ricordi quei ragazzi con cui esco tutte le sere all'Ottobit?" le chiede Benny, ricevendo un segno positivo da parte dell'amica.
"Beh stasera usciamo con loro così ti distrai"
"Benny sono stanca dal viaggio" le dice Beatrice, abbassando lo sguardo e giocando con il suo braccialetto, gesto che fa quando è nervosa.
"Bea puoi usare queste scuse con chiunque, ma non con me che ti conosco meglio delle mie tasche"
E ora Beatrice è messa alle strette sapendo di non potersi nascondere con quella che è come una seconda sorella per lei.
"Benny ho paura di conoscere nuove persone, sai com'è finita l'ultima volta"
"Bea fidati di me, loro non sono così, sono persone buone, li conosco da anni, non potrebbero mai farti del male"
"Va bene" le dice Beatrice.
"Grazie per esserti fidata di me, giuro che andrà tutto bene" dice Benedetta, ricevendo un sorriso sincero come risposta.

Così le due amiche si preparano come una volta, fra una risata e l'altra, pronte ad uscire insieme per la prima volta dopo anni.

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